Circolo Interno
Il Circolo Interno non è solo la strada più importante del Vestibolo: è una linea considerata sacra per molti, un confine inciso nella terra con sudore, sangue e incantamenti, un confine tracciato non per conquistare, ma per contenere. Là dove le carte geografiche esitano a proseguire e i venti mutano direzione senza logica, il Circolo Interno si distende per oltre 8000 chilometri come un serpente di pietra incantata, correndo in una spirale precisa, calcolata, a dieci chilometri esatti dal bordo visibile del Vuoto. Nessuno osa spingersi oltre quel limite senza motivo, e ancor meno tornano indietro a raccontare ciò che hanno trovato.
La sua superficie è lastricata da blocchi di pietra lavorata, alcuni segmenti incisi con simboli runici e geometrie rituali, specialmente vicino a importanti insediamenti, che servono non solo a rafforzarne la tenuta strutturale, ma anche a respingere l'influenza caotica del Vuoto. La magia utilizzata, ormai in parte dimenticata, era il frutto di un’alleanza unica tra chierici e arcanisti della Soglia dell'Insondabile, ingegneri gnomi e studiosi dei Protettori di Via. alcune di queste lastre, fuse con sabbia di vetro nero e infuse con cristalli di ancoraggio, emettono un calore impercettibile, come se al di sotto scorresse un flusso di energia arcana trattenuta a fatica.
Il Circolo si piega e si adatta alla morfologia del territorio, ma non ne è mai schiavo. Taglia foreste morte, costeggia montagne crepate, scavalca canyon mediante ponti sospesi da catene forgiate con metalli dimenticati. Alcuni tratti sono interamente ricoperti da gallerie protettive, soprattutto dove si sono verificati eventi anomali: piogge di cenere, apparizioni, tempeste temporali fuori dal tempo. In quelle sezioni la strada sembra respirare, i suoi muri interni coperti da muschi fluorescente e iscrizioni che cambiano posizione a seconda dell’ora del giorno.
Di notte, quando la luna è alta o completamente assente, il Circolo emana un debole bagliore lattiginoso, una luce che nasce dalle sue pietre stesse. Si racconta che, se si osserva con attenzione, le pietre pulsino come se avessero un battito. I viaggiatori solitari giurano di aver udito bisbigli provenire dal lastricato, voci in lingue spezzate, canti funebri, o semplicemente il proprio nome pronunciato con voce familiare. Nessuno sa se siano residui magici, allucinazioni... o avvertimenti.
I trasporti lungo il Circolo non si fermano mai. Carovane mercantili, truppe in marcia, pellegrini diretti a santuari lontani, messaggeri, animali da soma condotti da silenziosi mercanti: il traffico non è costante, ma è continuo. Viaggiare lungo il Circolo significa affidarsi alla sua protezione, ma anche esporsi ai suoi misteri. Nonostante i pattugliamenti e la vicinanza delle torri, molti segmenti restano vulnerabili, e le sparizioni – seppur rare – non sono più leggenda. Ci sono giorni in cui l’intero tratto tra due torri scompare alla vista, come inghiottito da un miraggio. Altre volte, un viaggiatore giura di aver percorso mezza giornata solo per scoprire di essere ritornato esattamente al punto di partenza.
La manutenzione del Circolo è un’impresa sacra. Non esiste un singolo regno o città-stato a occuparsene: è un patto condiviso, un giuramento antico sottoscritto da chiunque osi vivere nei pressi del Vuoto. Squadre di manutentori noti come "gli Ancoratori" percorrono la strada ciclicamente, armati di strumenti particolari e spesso sono accompagnati da membri della Soglia dell'Insondabile e Protettori di Via . Alcuni sono operai, altri sacerdoti, incantatori, arcanisti e studiosi. Tutti però sanno che ogni blocco, ogni fenditura, ogni anomalia va trattata come un tumore latente. Nulla può essere lasciato al caso.
In alcune sezioni più antiche del Circolo, ora in disuso ma ancora visibili tra la vegetazione, si trovano i resti dei primi tentativi: ruderi di strade più strette, sezioni costruite con materiali inadatti, affreschi di una visione ingenua. Quei segmenti vengono evitati, come dimenticati o maledetti. Dicono che l’eco dei passi rimbalzi in modo innaturale, che le ombre non seguano la luce e che qualcosa, sotto il terreno, si muova in cerca di brecce.
Il Circolo Interno non ha un inizio né una fine. È un ciclo eterno, un sigillo incarnato nella terra viva. E come ogni cerchio tracciato attorno a qualcosa di proibito, non è solo difensivo: è anche un marchio. Una riga incisa nella pelle di Nexia per ricordare che il Vuoto non è stato domato, ma solo contenuto. Per ora.
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