Dei di Theros

Un pantheon di quindici dèi guida la vita religiosa su Theros. Dal sole, all'agricoltura, fino alla morte e al passaggio nell'Ade, gli dèi sovrintendono alle forze della natura e agli aspetti più importanti della vita mortale. Questi dèi sono molto reali per il popolo di Theros, che li vede muoversi nel cielo di notte e talvolta li incontra faccia a faccia. Così, la maggior parte delle persone offre rituali e preghiere che onorano vari dèi, sperando di guadagnarsi il loro favore e di allontanare la loro ira. Storie delle gesta degli dèi vengono continuamente raccontate e tramandate, anche mentre guardano quelle storie continuare a svolgersi nell'immensità del cielo notturno.

Tuttavia, non tutti i mortali servono o riconoscono gli dèi. Alcuni filosofi nelle scuole di Meletis insegnano che gli dèi del pantheon sono subordinati a una realtà superiore, forse Nyx stessa. E altre persone, in particolare i leonid, credono che gli dèi non meritino il rispetto mortale.

Gli dèi di Theros sono molto più attivi rispetto alle divinità della maggior parte dei mondi di D&D. Ma questo non significa che siano creature ordinarie: non sono semplici mortali, né mostri che possono essere combattuti. Inoltre, gli dèi di Theros non sono onnipotenti. Anche se sono fisicamente e magicamente potenti, immortali e praticamente indistruttibili, le loro azioni sono vincolate dai decreti di Klothys. Possono intrecciare i fili del destino fino a un certo punto, ma è loro vietato andare oltre il loro ruolo assegnato nel pantheon. Il dio Krufix può confinarli a Nyx, impedendo qualsiasi interazione diretta tra gli dèi e il mondo mortale. Allo stesso modo, gli dèi non sono onniscienti, anche se vedono e sentono tutto ciò che avviene all'interno dei loro templi e davanti ai loro altari. Hanno una memoria perfetta di tutto ciò di cui hanno esperienza. Alcuni spazi liminali - entrate di caverne, linee costiere, incroci, limiti di foreste, e così via - consentono anche alle voci mortali di raggiungere gli dèi, anche se la maggior parte degli dèi ha poco motivo di prestare attenzione a ciò che vi viene detto. Gli dèi possono parlare direttamente con i loro oracoli. Possono apparire nei sogni dei mortali o manipolare fenomeni naturali per creare presagi. Possono anche creare creature nyxiane che fungano da messaggeri o emissari. Gli dèi concedono ai loro chierici la capacità di lanciare incantesimi e possono duplicare senza sforzo l'effetto di qualsiasi incantesimo che potrebbero concedere. Hanno anche una vasta influenza sugli aspetti del mondo associati ai loro domini, oltre a ciò che può essere definito dagli effetti degli incantesimi. Ad esempio, Purforos può far eruttare un vulcano, e Thassa può evocare un'onda anomala. Gli dèi possono conferire benedizioni sovrannaturali ai mortali e possono scagliare terribili maledizioni (come quando Mogis trasformò un branco di bovini in catoblepasi). Gli dèi possono assumere qualsiasi forma scelgano. Apparentemente, appaiono più comunemente come umanoidi - la forma in cui il popolo di Theros riesce a immaginarli più facilmente - ma in scala enorme. Spesso sembrano camminare attraverso la cupola del cielo, con i piedi che scompaiono appena sotto l'orizzonte. Qualsiasi parte del corpo di un dio che non è direttamente illuminata assume l'aspetto del cielo stellato di Nyx. Gli dèi a volte appaiono anche come animali o creature magiche, oppure si manifestano in forme insustanziali come la luce solare o il vento. Quando fisicamente presente nel mondo mortale, un dio è in grado di infliggere devastanti attacchi fisici. La lancia di Eliod che colpì la polis di Olantin la fece affondare per sempre nel mare, e un colpo errante dal martello di Purforos plasmò le montagne. Il potere degli dèi supera quello di qualsiasi essere mortale. Di conseguenza, un dio che uccide un altro dio - per non parlare di un mortale che tenta il compito - è semplicemente inconcepibile. Qualsiasi tipo di confronto diretto contro un dio da parte dei mortali richiederebbe l'assistenza di almeno un altro dio, e idealmente più di uno, per avere una possibilità di successo. Un gruppo di mortali potrebbe cercare di convincere un gruppo di dèi a prestare la loro assistenza contro un dio che è diventato una minaccia per il mondo mortale, sperando di far riunire gli dèi per trattenere o punire l'offensore. Krufix o Klothys potrebbero essere in grado di costringere un dio in una forma fisica che non riempie il cielo, il che potrebbe consentire ai mortali di combattere il dio, specialmente se hanno accesso a un'arma divina. Ma sconfiggere il dio in quella forma indebolirebbe solo la divinità, consentendo ad altri membri del pantheon di catturarlo, legarlo o punirlo.

Il pantheon di Theros è una famiglia — una grande famiglia, spesso disfunzionale, lacerata da gelosie e rivalità meschine, ma anche unita da affetto genuino, ammirazione e cooperazione. È più facile, dopo tutto, per i mortali concepire dèi che siano molto simili a loro stessi, e gli dèi di Theros sono molto umani nelle loro debolezze e nelle loro imprese. Il pantheon di Theros si è espanso attraverso quattro generazioni di evoluzione divina. Alcuni racconti descrivono queste come vere e proprie generazioni, suggerendo (ad esempio) che il dio della tempesta, Keranos, sia il figlio letterale di Thassa, dio del mare, e Purforos, dio della forgia. Altri raccontano le generazioni in termini metaforici, suggerendo che Keranos rappresenti la combinazione dell'energia creativa di Purforos e della profonda conoscenza di Thassa, risultando in lampi di ispirazione simili a fulmini (così come nella furia di una tempesta fisica). Tuttavia, in tutte le loro varie forme, i miti concordano sulla struttura di base dello sviluppo del pantheon.

Il tempo della prima generazione precede la presenza di ciò che è comunemente inteso come "dio." Prima che i mortali sognassero gli dèi, prima ancora che potessero immaginare esseri così nobili, la materia sognante e malleabile di Nyx plasmò le loro paure nella forma dei titani. I titani erano esseri di completo caos, che rappresentavano tutto ciò che si oppone all'ordine nel mondo mortale, mai adorati, ma a volte placati. I miti raccontano di come gli dèi combattessero e imprigionassero i titani, sigillandoli in una prigione sotto l'Ade. Oggi i titani sono quasi del tutto dimenticati nell'immaginario mortale. Poche menzioni dei loro nomi ed epiteti appaiono nei racconti più antichi, suggerendo gli incubi che li hanno generati. Kroxa, il Titano della Fame Mortale, incarnava il terrore della morte — e la sua insaziabile ingordigia per nuove creature da consumare. Uyro, il Titano dell’ Ira della Natura, potrebbe essere visto come un diretto predecessore di Keranos e Thassa, ma era l'incarnazione del disastro naturale, privo della creatività e della riflessività di quegli dèi. Flage, il Titano della Furia del Fuoco, era un vortice di fiamme che consumava qualsiasi cosa, e Skotha, il Titano dell'Oscurità Eterna, rappresentava l'oscurità totale della notte senza stelle.

Gli dèi più antichi, spesso immaginati come fratelli o come un qualche tipo di derivazione dei titani, sono Krufix e Klothys. L'origine di questa seconda generazione divina è misteriosa. Forse Klothys è emersa da un senso di inevitabilità, un'idea che il mondo si stesse svolgendo come doveva, e quindi le azioni dei mortali avessero poca importanza. Krufix potrebbe essere nato da un senso di mistero, supportando l'idea che i meccanismi dell'universo siano semplicemente incomprensibili per le menti mortali. È anche possibile che Krufix e Klothys siano un ordine diverso di esseri, rispetto sia ai titani che agli altri dèi, e almeno Klothys esiste da tempo immemore, nonostante sia stata quasi dimenticata tra i mortali.

Una volta che i mortali hanno potuto immaginare un mondo oltre l'orizzonte e un destino che lasciava alle spalle le difficoltà della vita, hanno potuto formulare le nozioni di “principio”, “ordine” e “legge naturale”. Da queste idee è nata la terza generazione di divinità: Eliod dalla Corona Solare, Thassa Abitante degli Abissi, Erebos dal Cuore Tetro, Purforos dal Sangue di Bronzo, e Nylea dagli Occhi Acuti. Questi dèi sono noti per riferirsi l'uno all'altro come "fratello" e "sorella", anche se non parlano mai di genitori e quasi certamente non immaginano Krufix e Klothys in quel ruolo.

Gli altri otto dèi, la quarta generazione, rappresentano l'applicazione di principi astratti alla realtà della vita mortale. Ad esempio, mentre Eliod simboleggia i precetti morali universali, Efara è la dea delle leggi, delle regole e delle strutture che governano le società mortali. Nylea è la dea della natura selvaggia, degli animali predatori e del cambiamento delle stagioni, e allo stesso tempo Karametra è la dea della natura addomesticata per l'uso umano —agricoltura e allevamento— e dei cicli naturali coinvolti nella vita umana, in particolare nella nascita. Questi dèi riconoscono la generazione precedente come i loro anziani, ma solo occasionalmente come genitori. Iroas e Mogis sono ampiamente considerati come fratelli, ma pochi miti descrivono la loro parentela, e quelli che lo fanno si contraddicono a vicenda — coerentemente con la natura di questi dèi eternamente in guerra.

Miti e Fatti Innumerevoli racconti narrano la storia, le gesta e la natura degli dèi. A volte, queste storie si svolgono tra le costellazioni nel cielo notturno. Vengono intonate in inni durante le festività degli dèi, incise sulle pareti dei templi, raccontate attorno ai falò e ai focolari, e raccolte su pergamene. Alcuni sono semplici favole destinate a illustrare un singolo aspetto del carattere di un dio o del comportamento morale. Altri sono epiche monumentali, in particolare La Cosmogonia, una poesia di un saggio meletiano anonimo che include diversi racconti (a volte conflittuali) sulla creazione del mondo e oltre. La gente di Theros non si oppone ai miti contraddittori. Keranos è letteralmente il figlio di Thassa e Purforos? È nato senza preavviso dal cuore di Thassa quando la sua rabbia è diventata troppo grande per essere controllata? O è venuto alla luce quando Purforos ha cercato di rubare i segreti di Krufix? Per il popolo di Theros, non importa se queste storie descrivono fatti storici; ognuna di esse è vera a modo suo. Ogni racconto su Keranos esprime una verità sul dio, sull'ispirazione, sulle tempeste e sui segreti. Studiare ciascuno di essi può portare i devoti di Keranos a una comprensione più profonda e a una relazione più stretta con il loro dio.

Vari scritti, solitamente organizzati attorno a un tema centrale, raccolgono i miti sugli dèi. “L'Origine dei Mostri” è una di queste raccolte, nota per il suo tentativo di trovare comunanza in diverse storie sulla nascita dei draghi. Descrive anche come Farika nascondesse segreti nel sangue dei basilischi, come gli spiriti di grandi guerrieri siano reincarnati nella forma di manticore e dozzine di altre storie.

“La Teriade” è un'altra raccolta di questo tipo. Descrive le gesta di vari campioni di Eliod, tutti semplicemente chiamati "il Campione," come se fossero un unico individuo. Poiché le identità degli eroi non vengono menzionate, i racconti dicono di più sul carattere di Eliod che sulle azioni mortali di qualsiasi campione.

In contrapposizione, la “Callafeia” narra le gesta di un singolo eroe mortale, Callafe la Marinara, che si infiltrò nel Monte Velus e rubò le lacrime di Purforos, si nascose dietro Fenax e trascrisse i suoi segreti, e gareggiò con Thassa per raggiungere i confini del mondo, prima di salpare in Nyx. Racconti di questo tipo evidenziano la meschinità e la vanità degli dèi e promuovono la nozione quasi blasfema che un semplice mortale possa ingannare il divino. La Callafeia funge anche da sorta di atlante di Theros, descrivendo le varie terre e i loro abitanti, almeno per come esistevano alcuni secoli fa. Infine, le gesta degli dèi vengono cantate in lodi durante i festeggiamenti in loro onore. Naturalmente, questi inni ritraggono gli dèi nella luce più favorevole, come benevoli (o almeno indifferenti) e onnipotenti.

L'idea dell'esistenza degli dèi, mentre cresceva in popolarità tra i mortali di Theros, non portò di per sé alla loro creazione. La riverenza e il culto mortale trasformarono delle idee universali in divinità. Gli dèi non presero forma dalla sostanza onirica di Nyx finché i mortali non iniziarono a chiedere agli dèi di agire per loro conto, in risposta a sacrifici e preghiere. La venerazione rimane cruciale per il potere degli dèi, anche se i mortali generalmente non sono consapevoli della loro influenza. Se un dio dovesse smettere di essere adorato, la sua potenza diminuirebbe. La forma più diffusa di esprimere riverenza è la pratica della libagione, versando un po' di vino o acqua in onore degli dèi. Le persone pie eseguono un semplice rito di preghiera e libagione ogni mattina e sera presso un altare domestico o il focolare, mentre i meno devoti potrebbero comunque versare un po' di vino prima di bere il resto. La caratteristica distintiva di un tempio therano è la statua di un dio, che il dio stesso può occupare e animare in qualsiasi momento. I fedeli si inginocchiano davanti ad essa, la toccano e la baciano, la adornano con ghirlande e tessuti pregiati, e lasciano offerte ai suoi piedi. Questi atti sono talvolta sfoghi spontanei di amore o gratitudine, e altre volte petizioni, implorando il dio di curare una malattia, inviare pioggia per i raccolti, garantire un viaggio sicuro, o compiere qualsiasi altra grazia legata alla sfera d'influenza del dio. La maggior parte delle persone non è devota a un solo dio, anche se molti preferiscono alcuni dèi rispetto ad altri. Qualcuno potrebbe chiedere a Farika di risparmiare un proprio caro da una malattia e poi offrire preghiere a Karametra per un raccolto abbondante o a Thassa per sicurezza durante un viaggio in mare.

Risulta molto più comune che sia un eroe a votarsi ad un dio specifico piuttosto che un mortale ordinario. Gli eroi spesso decidono di dedicarsi a particolari dèi per motivi di devozione o interesse personale. Tuttavia, ci sono casi in cui gli dèi scelgono campioni che potrebbero non essere del tutto disposti. Eliod, ad esempio, si vanta di selezionare solo i migliori mortali per essere i suoi campioni, senza preoccuparsi di come questi si sentano riguardo alla sua scelta, e le sue richieste non possono essere rifiutate.