Foresta di Tel’Aran
La Foresta di Tel’Aran si distende a sud della grande Foresta di Larethil come una distesa primordiale di verde impenetrabile e respiro antico, occupando oltre ottocentocinquantamila chilometri quadrati di territorio nell’estremo meridione di Elvandar. Separata dalla sua sorella settentrionale dal corso sinuoso del fiume Naesala, e delimitata a est dal possente Nerulon, questa foresta costituisce uno degli ecosistemi più umidi, arcani e poco esplorati dell’intero subcontinente. A sud, le sue radici si aggrappano con forza alle pendici e ai burroni dei Monti Briar, catena montuosa che segna l’inizio del Vestibolo, la grande cintura di terre a protezione del Vuoto.
Tel’Aran non presenta l’aspetto regale e maestoso delle sequoie luminose di Larethil, ma sprofonda in una dimensione di vegetazione aggrovigliata e opprimente, fatta di foreste pluviali temperate, felci alte quanto un cavallo, stagni coperti da nebbie color giada e rampicanti che si muovono lentamente, come se respirassero al ritmo stesso della foresta. L’umidità costante impregna ogni cosa: la corteccia degli alberi si copre di muschi luminescenti, mentre le chiome formano un tetto così fitto da far filtrare la luce solare in filamenti dorati e tremolanti. L’aria è satura di aromi resinosi, sentori metallici e zaffate di decomposizione, un continuo ciclo di vita e morte in equilibrio instabile.
La fauna è più schiva e predatoria rispetto ad altre regioni di Elvandar. Qui vivono animali silvani poco studiati: felini notturni a sei zampe che si muovono silenziosi tra le fronde, serpenti piumati, ragni della nebbia e uccelli che imitano le voci umane per attirare le prede. Tra le creature più temute ci sono i Crovirax, enormi rettili arboricoli in grado di spiccare salti prodigiosi tra un albero e l’altro, e gli Uomini-corteccia, entità semi-senzienti nate da simbiosi vegetale e umanoide, che appaiono nei racconti dei cacciatori perduti.
Ma ciò che rende Tel’Aran un luogo di ossessione per studiosi, veggenti e avventurieri è la presenza delle rovine Nexuriane, le cui tracce giacciono sepolte nel cuore più fitto e inaccessibile della foresta. Queste antiche strutture sono avvolte da incantesimi ancora attivi, talvolta invisibili alla vista, altre volte manifesti in illusioni, campi di distorsione temporale o barriere di pura energia arcana. Le piante e gli animali attorno a questi luoghi sembrano mutati, come se il tempo si comportasse diversamente in quei pressi. Molti sostengono che vi siano custodi antichi, spiriti artificiali o costrutti magici dotati di una coscienza rudimentale, che difendono ciò che resta di quegli archivi del sapere perduto.
Pochi si spingono oltre i margini della foresta, e ancor meno riescono a tornare con prove concrete di ciò che hanno trovato. Alcuni raccontano di interi villaggi scomparsi, inghiottiti dalle piante in una sola notte, o di luci che danzano nell’aria e sussurrano nomi dimenticati. Nonostante ciò, la Foresta di Tel’Aran continua a chiamare a sé gli spiriti più irrequieti, coloro che cercano risposte, potere, o semplicemente la verità su ciò che è stato perduto. Ed è così che la sua leggenda cresce, viva e oscura, insieme ai suoi alberi.
Commenti