Elenath-Liriel

Elenath-Liriel è una visione vivente di armonia tra civiltà e natura, un gioiello di legno e luce sospeso tra le fronde delle maestose sequoie parlanti che dominano le antiche foreste del regno elfico di Elvenath Edhil-uth Luriell. Questa capitale arboricola si estende su livelli intrecciati in un equilibrio perfetto: le fronde elevate, i tronchi monumentali e le profondità radicanti. Ogni livello non è solo un piano urbano, ma un’espressione sociale e spirituale del popolo che vi abita.

Costruita tra alberi secolari che raggiungono altezze impressionanti e larghezze tali da ospitare interi edifici al loro interno, Elenath-Liriel ospita circa trentamila anime. La maggior parte sono elfi — circa il sessanta percento — ma la capitale non è chiusa agli esterni: umani, mezzelfi, halfling, gnomi, nani e individui di molte altre razze vivono qui, spesso in ruoli di servizio, scambio o pellegrinaggio. La città è viva, non solo per l’energia delle sue genti, ma letteralmente viva: le sequoie parlanti, antiche e dotate di coscienza arborea, sono parte attiva dell’ecosistema urbano. Parlano solo nelle notti in cui Nexiartis, la luna imprevedibile di Nexia, brilla piena nel cielo. In quelle rare occasioni, la città si riempie di druidi, sapienti e incantatori che si raccolgono in preghiera o meditazione, in silenzio assoluto, tentando di cogliere i sussurri profetici degli alberi.

I livelli della città riflettono una stratificazione sociale ben radicata, naturale quanto la linfa che scorre nei rami. In cima, tra i rami più alti, si ergono eleganti dimore scolpite in legno vivo e incantato, rifinite con foglie lucenti e fiori che sbocciano solo alla luce lunare. Qui vivono la nobiltà, gli alti sacerdoti e le famiglie connessi da secoli alla guida del regno. Più in basso, a metà altezza, si trovano i commercianti, gli artigiani, i maestri dell’arte e della parola: ponti sospesi intrecciano le sequoie in una rete sicura e bellissima, illuminata da lanterne fatte di cristallo fotosensibile e custodita da guardie silvestri. Al livello del terreno, nascosti tra radure sacre e sentieri coperti da muschio, vivono i contadini, i raccoglitori, i costruttori, e coloro che conducono una vita più semplice. Le case sono costruite con rispetto per il suolo sacro, in simbiosi con le radici degli alberi.

Sotto la terra, invece, tra le radici massicce e le cavità naturali che esse scavano col tempo, si trovano santuari sotterranei, sale druidiche e archivi viventi dove le conoscenze più antiche sono conservate in forma di muschi cangianti, cristalli sinaptici e rune scritte su corteccia immortale. Alcune comunità gnomiche e clan di nani forestali risiedono stabilmente in questi ambienti, coltivando rapporti profondi con le radici vive delle sequoie.

Elenath-Liriel è il cuore pulsante di Elvenath Edhil-uth Luriell, un regno vastissimo che si estende su oltre tre milioni di chilometri quadrati, confinando a nord con le gelide Valli del Gelo, a est con le acque sacre del Nerulon, a sud con l’inquietante Vestibolo e a ovest con le alture rocciose delle Dorsali di Larethil. Un regno vasto, sì, ma governato con delicatezza e saggezza dalla sua regina, Elathraen della Casa di Myrthalas, Monarca Spirituale scelta non per sangue ma per connessione profonda con il flusso della natura e la capacità di interpretare le visioni che essa offre. La regina non parla quasi mai in pubblico, ma le sue rare apparizioni, sempre durante i pleniluni, sono eventi sacri. Ella dimora in una cupola vivente creata dall’intreccio spontaneo delle fronde di cinque sequoie, che si dice si siano piegate a formarne la casa dopo averla riconosciuta come custode del mondo vivente.

A sostenerla nel governo vi è il Concilio dei Sussurri, un circolo di arcidruidi, filosofi, veggenti e storici che si riuniscono in una struttura aerea nota come il Teatro del Fruscio, sospeso tra tre alberi gemelli. Le loro decisioni vengono trasmesse tramite foglie incantate che cambiano colore a seconda del consenso raggiunto: verde per l’accordo, argento per la sospensione, rosso per la divisione.

Elenath-Liriel non è solo capitale politica e spirituale del regno elfico, ma anche simbolo eterno di ciò che l’armonia con la natura può costruire: un luogo dove ogni ramo è un sentiero, ogni radice un santuario, e ogni respiro parte di un equilibrio più grande, custodito e ascoltato attraverso la voce lenta e profonda delle sequoie immortali.

Demografia

La popolazione di Elenath-Liriel, capitale del regno elfico di Elvenath Edhil-uth Luriell, riflette un mosaico armonioso ma stratificato di culture, specie e ruoli sociali che si intrecciano come i rami delle sequoie che la sorreggono. I suoi circa trentamila abitanti non vivono distribuiti in maniera casuale: ogni livello della città — dalla chioma delle fronde sacre fino alle radici più profonde — corrisponde a una specifica configurazione demografica, etnica e professionale, che si è consolidata nei secoli secondo il delicato equilibrio sociale della cultura elfica.

Gli elfi, che costituiscono circa il 60% della popolazione, occupano tutti e tre i livelli della città, ma la loro presenza è particolarmente concentrata nella fascia superiore, tra i ponti sospesi e le dimore arboree incastonate tra le fronde. Qui risiedono le casate nobiliari, i clan sacerdotali, e le famiglie degli arcanisti, poeti, vegliardi e sussurratori della luna. Molti di questi elfi appartengono a linee di sangue antichissime e hanno una longevità che consente loro di occupare ruoli di influenza per secoli, garantendo continuità nella guida culturale e spirituale della città.

Tra gli elfi, si distinguono varie etnie e lignaggi: gli Alti Elfi delle Fronde, dalla pelle dorata e i capelli d’argento, dominano la nobiltà; gli Elfi del Muschio, con tratti più scuri e un forte legame con le radici e le caverne sacre, si concentrano invece nei livelli inferiori e nelle profondità; infine, un buon numero di Elfi Silvani, abituati a vivere a stretto contatto con la natura selvaggia, sono spesso presenti come pattugliatori, guardie forestali o esploratori della Guardia dei Sentieri.

Gli umani, che rappresentano circa il 15%, si distribuiscono prevalentemente nei livelli intermedi e bassi. Molti sono artigiani, allevatori di cervi alati, mercanti, tessitori di seta arborea, oppure scribi al servizio delle biblioteche vive scolpite nelle cortecce. Una parte della popolazione umana è composta da pellegrini o emissari provenienti da altri regni, attratti dall’aura spirituale della capitale o dalla possibilità di apprendere l’arte druidica sotto la guida degli anziani elfi. Rari ma non assenti sono gli umani nobili di altre regioni che hanno ottenuto, tramite alleanze diplomatiche o religiose, il permesso di risiedere nei livelli alti.

I mezzelfi, circa il 10%, rappresentano un ponte tra le culture e le classi. Molti di loro sono funzionari, mediatori, linguisti o membri del corpo diplomatico. Spesso si trovano a vivere nei livelli intermedi, dove possono operare in contatto sia con le sfere alte del potere che con la popolazione lavoratrice. La loro posizione sociale è ambigua: rispettati per la loro versatilità, ma mai pienamente accettati dalla nobiltà elfica più conservatrice.

Gli halfling e gli gnomi, insieme, costituiscono circa il 7% della popolazione. Gli halfling sono particolarmente presenti tra i cuochi, allevatori, erbaioli, e tavernieri, e molti vivono al livello del terreno o nei primi livelli delle radici. Gli gnomi, invece, sono spesso legati a ruoli più tecnici: tessitori di incanti, incantatori di luce, creatori di strumenti armonici, oppure studiosi delle onde lunari. Alcuni gnomi, in particolare della stirpe dei Gnomi delle Gemme, occupano piccole enclave nelle cavità delle sequoie stesse, in simbiosi con la linfa degli alberi.

I nani, che compongono un esiguo ma presente 5%, si trovano quasi esclusivamente nei livelli sotterranei. Essi mantengono e difendono le cripte delle radici, le sale delle acque sotterranee, e custodiscono le fucine sacre dove si realizzano strumenti e amuleti con materiali che solo le profondità elenathiane possono offrire. I nani di Elenath-Liriel non sono guerrieri rudi come quelli delle montagne, ma mistici delle pietre, incantatori delle venature e maestri del suono sepolto.

Il restante 3% della popolazione è composto da una moltitudine eterogenea di razze: aasimar, tiefling, dragonidi, tabaxi, firbolg e persino qualche raro aarakocra che ha scelto di vivere tra le fronde più alte. In alcuni casi, sono ambasciatori temporanei, in altri veri e propri cittadini integrati, spesso coinvolti in mestieri specializzati o incarichi esoterici. La loro presenza è ben tollerata purché rispettino le regole di armonia e non contaminino l'equilibrio sacro che regna nella capitale.

Dal punto di vista economico e professionale, Elenath-Liriel si fonda su tre pilastri: la magia naturale, l'artigianato spirituale e la conoscenza scritta e orale. Le classi alte comprendono non solo la nobiltà politica, ma anche i grandi saggi, i maestri cantori, e gli archidruidi, che governano i flussi di sapere e conducono i rituali pubblici. Le classi medie includono gli artigiani incantatori, gli scribi delle fronde, i tessitori di luce, e gli esploratori, mentre le classi basse sono costituite da lavoratori della terra, portatori di linfa, curatori di bestiame, e guardiani delle radici. Tuttavia, nonostante la divisione, la società elenathiana non è rigidamente oppressiva: l’accesso ai livelli superiori avviene ancora, in rari casi, per merito spirituale o eccellenza culturale, secondo i precetti lasciati dagli antichi fondatori del regno.

In sintesi, la demografia di Elenath-Liriel è una sinfonia organica di specie, ruoli e ceti, orchestrata secondo un disegno antichissimo che non impone un dominio, ma richiede equilibrio. E come accade tra i rami di una sequoia, anche i popoli della città si piegano, si adattano e si sostengono — perché la città viva deve sempre ascoltare il battito della foresta.

Governo

Il governo di Elenath-Liriel, capitale del regno elfico di Elvenath Edhil-uth Luriell, non si fonda sulla burocrazia rigida né sulla codificazione legale nel senso umano del termine. Piuttosto, è retto da un sistema rituale, consuetudinario e spirituale, plasmato secondo la volontà armonica della natura e le visioni di coloro che sanno ascoltarla. La capitale non è semplicemente amministrata: viene curata, interpretata, accompagnata nel suo respiro vivente, in modo molto simile a come un giardiniere guida la crescita di un bonsai millenario.

Al vertice si trova la Regina Spirituale Elathraen della Casa di Myrthalas, figura mistica più che politica, scelta non per sangue ma per la sua connessione profonda con le forze naturali. La sua parola è considerata legge non per imposizione, ma per risonanza spirituale: ciò che ella pronuncia è ritenuto parte dell’equilibrio cosmico e difficilmente viene messo in discussione. Governa con gesti minimi, parole rare e sguardi che, si dice, colgano le menzogne prima ancora che vengano pensate.

Ad affiancarla è il Concilio dei Sussurri, un organo collettivo che non delibera tramite votazioni, ma attraverso consenso meditativo. Composto da arcidruidi, filosofi, veggenti e storici, il concilio si riunisce ciclicamente nella Sala del Fruscio, una cupola arborea dove i membri parlano uno per volta, sussurrando, in modo che il tono delle loro parole non sovrasti il rumore del vento e delle foglie: se la voce copre la natura, non è una voce che merita ascolto. Le leggi emanate dal Concilio non sono imposte con la forza, ma raccolte e disseminate attraverso cantori, simboli scolpiti nella corteccia, o tramite le foglie del verdetto, pergamene viventi che cambiano colore per indicare lo stato di approvazione collettiva.

Il sistema legale si basa su tre principi fondamentali: equilibrio, responsabilità, e memoria. Ogni infrazione viene valutata non secondo una pena fissa, ma in base a quanto ha alterato l’armonia tra individuo, comunità e ambiente. I tribunali non sono sale giudiziarie, ma spazi di riflessione condivisa, dove saggi e rappresentanti della comunità si riuniscono per giudicare attraverso il racconto, la confessione, e l’introspezione. Le punizioni sono spesso simboliche o riparatorie: chi danneggia un albero può essere incaricato di curarne cento, chi ruba viene coinvolto nella protezione di ciò che altri possiedono.

La tassazione non avviene sotto forma di prelievo monetario, ma secondo un sistema chiamato "Fioritura Condivisa". Ogni cittadino, a seconda della propria posizione sociale e funzione, è tenuto a contribuire alla vita collettiva con ciò che produce, coltiva o conosce. I nobili offrono accesso alle loro biblioteche e fondano spazi pubblici per l'arte o la meditazione. Gli artigiani mettono da parte una parte della loro produzione per i magazzini comuni. I raccoglitori delle fronde consegnano essenze e semi che vengono distribuiti ai meno abbienti. Chi non può offrire nulla di materiale, dona il proprio tempo al servizio delle radici, aiutando nella cura dei sentieri, nella manutenzione delle cupole arboree, o nell’ascolto dei sussurri lunari.

Il meccanismo di mantenimento vitale della città è interamente basato su una simbiosi tra architettura magica e bio-ritualità. La città non consuma energia nel senso industriale: essa respira con la foresta. L’illuminazione notturna è generata da licheni luminosi nutriti da melodie armoniche. Le cupole vengono nutrite con acqua di rugiada distillata in rituali mattutini. Le strutture arboree sono plasmi vegetali incantati che crescono seguendo geometrie sacre, guidate da druidi-architetti che ne dirigono l'evoluzione con canti e gesti. Persino le vie aeree vengono mantenute da intrecci viventi di rampicanti, che si rafforzano quando attraversati da chi vive in equilibrio con loro.

Il mantenimento della sicurezza è affidato alla Guardia delle Fronde, un ordine silenzioso di pattugliatori che si muove tra i livelli della città come il vento tra i rami. Sono invisibili più che autoritari, addestrati a prevenire piuttosto che punire. Accanto a loro operano i Sussurratori del Silenzio, individui dotati di poteri empatici e chiaroveggenti, il cui compito è intercettare tensioni sociali prima che sfocino in conflitto.

Elenath-Liriel non è governata nel senso comune del termine: è custodita. La legge non è statica, la tassazione non è esatta, il mantenimento non è meccanico. Ogni aspetto della vita pubblica è filtrato attraverso il principio dell’armonia vivente, dove anche il più piccolo gesto può avere risonanza profonda. Nulla è scritto su pietra — ma tutto è inciso nelle foglie, nei silenzi e nei rami.

Difese

Le difese di Elenath-Liriel non sono concepite come una muraglia di pietra o un bastione fortificato nel senso umano del termine. La città non si chiude in sé, non erige bastioni rigidi contro il mondo esterno: essa si fonde con la foresta, si camuffa, si espande e si protegge tramite strati viventi, rituali e invisibili. Le sue difese sono tanto organiche quanto arcane, fondate su una comprensione profonda del territorio, della magia naturale e della connessione spirituale tra abitanti, piante e spiriti custodi. Esse non si limitano a respingere l’aggressore: lo disorientano, lo isolano, lo spengono, come un incendio soffocato nel sottobosco.

Il primo strato difensivo si estende ben oltre i confini della città visibile, e prende forma nella Foresta di Larethil, un ambiente tanto magnifico quanto insidioso. Essa è viva, e non solo in senso metaforico: guidata dalle volontà druidiche e dagli spiriti arborei, la foresta stessa si riorganizza, si chiude, si piega per deviare gli estranei. Sentieri che ieri esistevano oggi scompaiono; alberi si spostano lentamente durante la notte, guidati da canti arcani; interi tratti di sottobosco diventano labirinti viventi, intrappolando eserciti o mercanti troppo arroganti. Questo meccanismo è supervisionato dalla Guardia delle Fronde Vaganti, pattuglie silenziose di esploratori elfi e druidi che sorvegliano i perimetri invisibili del territorio e mantengono attivi i sigilli naturali disseminati tra i fiumi, i crinali e le chiome.

Il secondo strato è costituito da un sistema di allerta diffuso, fatto di creature addestrate, rune mimetiche, funghi sensori e rampicanti intelligenti. Insetti cantori rilasciano feromoni che viaggiano nella rete della foresta fino ai sentinelli elfi. Radici runiche scolpite intorno ai grandi alberi vibrano quando un corpo estraneo attraversa il loro spazio protetto. I corvi gemelli, uccelli legati da un legame empatico con i guardiani della città, sono in grado di comunicare eventi pericolosi attraverso visioni notturne.

Il terzo strato difensivo è costituito da una rete di piattaforme e ponti mobili, costruiti in modo da poter essere ritratti, distrutti o trasformati in trappole in caso d’attacco. Le connessioni tra le sequoie possono essere recise magicamente in pochi secondi, facendo cadere gli assalitori in burroni o trappole vegetali. Alcuni tratti delle vie aeree contengono rampicanti reattivi che, al segnale convenuto, si trasformano in barriere di spine, o si avvolgono come serpenti attorno agli intrusi. Gli abitanti più esperti conoscono percorsi segreti che permettono di sfuggire o accerchiare nemici spaesati.

A protezione della città alta, tra le fronde sacre dove abitano la nobiltà e la Regina Spirituale, si ergono le Cupole Custodi, biosfere semi-senzienti coltivate per secoli con rituali lunari. Esse non solo forniscono difesa passiva — con pareti viventi resistenti agli incantesimi e al fuoco — ma possono rilasciare essenze soporifere o nebbie illusorie, rendendo l’intera cima della città invisibile o letalmente inaccessibile. I passaggi verso queste zone sono controllati da guardiani silvani, elfi che hanno rinunciato a qualsiasi legame sociale per dedicarsi alla protezione della Regina e del cuore spirituale di Elenath-Liriel.

A livello del suolo, le Sale Radicanti funzionano da punti di concentrazione militare e logistica. Sebbene non siano caserme nel senso tradizionale, qui operano le Compagnie del Canto di Corteccia, gruppi armati che combinano arte marziale, evocazione naturale e incantamento silvano. Questi guerrieri non indossano armature, ma simbiosi viventi che li proteggono, rinforzano i loro sensi e li collegano alle reti magiche della foresta.

Infine, sotto terra, tra le radici stesse delle sequoie, è custodito il cuore arcano della città: il Nodo Silvano di Elenath, un crogiolo di energia naturale e antichi vincoli spirituali che lega la capitale all’anima stessa della foresta. Protetto da sigilli indecifrabili e presidiato da antichi spiriti vegetali, questo luogo è inaccessibile a chi non sia stato riconosciuto dalla Regina o dal Concilio dei Sussurri. In caso di catastrofe, può essere attivato per sigillare intere sezioni della città, o, secondo alcune leggende, per trasferire Elenath-Liriel in un altro piano della realtà, al sicuro.

In sintesi, le difese di Elenath-Liriel non si affidano alla forza bruta, ma a un ecosistema armato che vede nella foresta stessa la più potente alleata. È un sistema che non si può espugnare, ma solo attraversare se si viene accettati, e che punisce ogni invasore non con violenza immediata, ma con smarrimento, isolamento e lento annientamento. In questa città, attaccare significa dichiarare guerra non a un popolo, ma a un essere vivente millenario, vigile, e profondamente cosciente di sé.

Infrastrutture

Le infrastrutture di Elenath-Liriel non si impongono sulla natura: vi danzano assieme. Ogni costruzione, ogni ponte sospeso, ogni padiglione o piattaforma, nasce dall’interazione sapiente tra arte druidica, magia arboriforme e iniziativa imprenditoriale. Gli spiriti d’iniziativa della capitale — elfi, mezzelfi, gnomi, e persino alcuni umani — non hanno edificato con pietra e metallo, ma con linfa, corteccia, luce e intelligenza rituale. La città vive grazie a un’economia elegante, radicata nei cicli naturali, ma tutt’altro che primitiva. Chi sa osservare, nota subito che Elenath-Liriel non è solo un centro spirituale: è anche un cuore pulsante di commercio, servizi e creatività produttiva.

Tra le fronde superiori si ergono le Cupole di Vetraluce, spazi multifunzionali incantati dove si svolgono mercati specializzati, fiere d’arte e simposi druidici. Queste strutture sono create intrecciando foglie di vetro lunare e filamenti di radice essiccata, sospese su piattaforme viventi che si espandono o si restringono a seconda delle necessità. Qui operano botteghe di alta artigianalità: liutai che costruiscono strumenti dai rami armonici, gioiellieri che lavorano gemme incastonate nelle gemme vive della foresta, e calligrafi che scrivono su pergamene fatte di foglia fossile, vendute come oggetti di culto in tutto il regno.

Nel cuore della città, tra i livelli intermedi, si trova il Centro di Scambio di Linfa e Seme, un grande spazio a spirale dove si barattano prodotti agricoli, essenze rare, resine incantate e animali addomesticati, ma anche saperi e servizi. È qui che si incontrano i mercanti erranti, i druidi mercenari in cerca di incarichi, e gli alchimisti forestali che vendono rimedi e sostanze pericolosamente potenti. Non esiste una valuta universale a Elenath-Liriel: la maggior parte delle transazioni avviene tramite scambio ritualizzato, dove il valore è misurato in equilibrio, rarità e necessità — non in oro.

Le Case dell’Acqua Parlante, disposte tra le radici basse delle sequoie, sono invece luoghi dove si concentrano le imprese di manutenzione ecologica, vere e proprie cooperative che gestiscono la salute degli alberi sacri, delle cupole di fotosintesi, e del sistema di drenaggio armonico che nutre l’intera capitale. Gli imprenditori che operano in questi ambiti sono detti giardinieri sovrani e godono di uno status particolare: possono accedere a zone vietate alla popolazione comune e sono spesso chiamati a collaborare con il Concilio dei Sussurri per interventi di “cura infrastrutturale a lungo respiro”.

Gli archivi viventi sono un altro esempio di impresa intellettuale raffinata. Vi si trovano torri di corteccia senziente, al cui interno si custodiscono conoscenze registrate in cristalli di linfa, muschi narranti e codici simbolici incisi su farfalle fossilizzate. Studiosi e ricercatori affittano spazi o commissionano ricerche a famiglie di archivisti vegetali, spesso gnomi o elfi silvani, che si tramandano il sapere come un’eredità genetica e spirituale.

In ambito ricettivo e culturale, le Locande delle Canzoni Profumate offrono ristoro a viandanti, pellegrini e studiosi. Non sono taverne nel senso classico, ma giardini narranti dove si può dormire in nidi sospesi, sorseggiare infusi aromatici capaci di alterare i sogni, o assistere a spettacoli silvestri guidati da illusionisti naturali e cantori arborei. Alcune di queste locande sono anche sedi permanenti per consorzi commerciali, dove imprenditori forestali si incontrano per siglare accordi non scritti, ma ritualmente sanciti tramite offerte alla sequoia ospite.

Non mancano gli spazi dedicati alle invenzioni e alle sinergie magico-tecnologiche. Nelle zone medie più illuminate si trovano i Laboratori della Resina Dinamica, gestiti principalmente da gnomi e mezzelfi, dove si studiano nuovi utilizzi della linfa intelligente, della fibra arborea, o dell’energia lunare canalizzata. Qui si producono strumenti druidici di precisione, meccanismi arcani di allarme silenzioso, lenti viventi per l’osservazione del ciclo stellare.

Infine, nella parte più bassa della città, si concentrano le Imprese delle Radici, un vasto ecosistema di microattività che gestisce l’approvvigionamento alimentare, la fermentazione dei vini silvestri, la tessitura di fibre vegetali per vestiario, e la produzione di beni essenziali. Qui, piccoli clan familiari di elfi del muschio, halfling e umani gestiscono serre, allevamenti di piccoli animali della foresta e officine rituali che offrono servizi di purificazione, guarigione o incantamento temporaneo di oggetti d’uso quotidiano.

Tutto ciò si muove e respira senza bisogno di una burocrazia invasiva. Gli accordi sono tracciati su foglie incantate che mutano colore in caso di violazione, le transazioni vengono registrate in semi-memoria che germogliano solo quando evocati dal patto, e le reti logistiche si fondano su un sistema di corvi artificiali, rampicanti messaggeri e sussurri armonici tra fronde.

In Elenath-Liriel, l’imprenditorialità non è una corsa all’accumulo, ma un rituale continuo di scambio e connessione, dove il valore di ciò che si offre è misurato non solo in utilità, ma nella capacità di risuonare con il ciclo vivente del mondo.

Climate

Il clima di Elenath-Liriel, culla arborea del regno di Elvenath Edhil-uth Luriell, è il prodotto di un equilibrio millenario tra natura e magia. Protetta dall’imponente cintura della Foresta di Larethil e nutrita dalle correnti umide provenienti dal Golfo della Mezzaluna, la capitale vive in un perenne stato di primavera estesa, una condizione climatica che sfuma dolcemente tra stagioni, senza mai indulgere negli estremi.

Le temperature medie si mantengono miti durante tutto l’arco dell’anno: tra i 16 e i 24 gradi durante i mesi più caldi, e raramente sotto gli 8-10 nei periodi più freschi. La differenza tra giorno e notte è moderata, e non esiste una vera e propria stagione invernale. Nelle fronde più alte, dove la brezza si mescola al canto degli uccelli silvestri, l’aria è sempre fresca e profumata di resina e pollini dorati. A livello del suolo, dove il sole filtra tra le chiome come una luce liquida, si crea un microclima umido, caldo e brulicante di vita, ideale per la coltivazione di funghi arcani, felci medicinali e piante esotiche.

Le piogge sono regolari ma gentili: leggere pioggerelle che durano ore, scrosci serali che lasciano brillanti gocce sulle foglie, e talvolta nebbie leggere che si arrampicano silenziose tra i rami. Non esistono tempeste violente, né uragani o siccità. Questo è dovuto non solo alla posizione geografica protetta della città, ma anche all’intervento costante dei druidi della Corte delle Radici, che, in modo quasi impercettibile, modulano l’equilibrio atmosferico attraverso rituali ciclici tramandati da generazioni.

Nelle notti di Nexiartis piena, quando la luna si mostra in tutta la sua instabilità luminosa, la temperatura tende ad abbassarsi leggermente, e dalle profondità del sottobosco si sollevano miasmi floreali e correnti fresche. È in queste notti che spesso si osservano fenomeni meteorologici particolari, come piogge argentate, aurore arboree — luminescenze naturali che scorrono lungo le chiome — o vortici di foglie sospinte da brezze senza direzione.

In certi rari periodi dell’anno, noti agli elfi come “i Giorni Sospesi”, la pioggia sembra non toccare il suolo: cade, ma evapora a mezz’aria, creando nuvole che si aggirano come animali vivi tra i ponti sospesi. È in quei momenti che molti credono la città stessa stia sognando, protetta dalla voce muta delle sequoie e da un cielo che riflette, più che illuminare.

In conclusione, il clima di Elenath-Liriel è tanto stabile quanto arcano: temperato, umido, avvolgente, modulato da un patto ancestrale con la natura. È un clima che culla, che custodisce la vita in tutte le sue forme, e che avverte l’intruso non con fulmini o gelo, ma con una sensazione di silenziosa estraneità, come se l’aria stessa sapesse chi appartiene alla foresta e chi no.

Data di Fondazione
105 CN
Nomi Alternativi
Liriel o Capitale Elfica
Tipo
Capital
Popolazione
30.000
Nome Abitanti
Elenathiani o Lirieliani
Luogo sotto
Proprietario/Sovrano


Cover image: by Chris Cold

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