Oswin Redbrook

Veterano temprato dalla guerra e amministratore inflessibile, Oswin Redbrook è l’uomo a cui spetta il compito di mantenere l’ordine nel villaggio di Glenholme. Risponde direttamente al Conte Percival Ironwood, e la sua parola è legge all’interno della comunità. Un tempo soldato, ha combattuto durante la Guerra delle Due Corone, difendendo le coste di Aethelmark dai primi sbarchi dell'Impero Velanthyr. L’esperienza lo ha segnato profondamente, lasciandogli una mentalità diffidente verso gli stranieri e un atteggiamento pragmatico, ma anche un’ombra di amarezza che si riflette nel suo modo di governare.

A 52 anni, Oswin Redbrook è ancora un uomo robusto, ma il tempo e gli anni di battaglie non sono passati senza lasciare il segno. Sebbene non abbia riportato ferite invalidanti durante la guerra, il corpo di Oswin porta i segni di una vita di fatica e impegno. I muscoli, una volta scolpiti dalla guerra e dalle guardie cittadine, sono ora meno tonici, anche se la sua postura rimane eretta e autoritaria. Le sue mani, callose e segnate, raccontano di anni trascorsi a impugnare la spada e il martello, ma anche della durezza del suo lavoro quotidiano come Balivo. La sua pelle, segnata dal sole e dalle intemperie, rivela qualche ruga profonda, ma la sua forza non è mai venuta meno.

L'abbigliamento di Oswin riflette la sua posizione di Balivo, ma anche la sua natura pratica. Indossa una tunica di lino scuro sotto un mantello di pelle robusta, adatto a resistere ai rigori del clima di Aethelmark. Il mantello è bordato di pelliccia, semplice ma funzionale, e lascia intravedere una corazza di cuoio rinforzato che porta in modo discreto sotto il suo abbigliamento, segno di un uomo che non ha mai smesso di essere pronto a difendersi. La spada corta che porta al fianco è semplice ma ben mantenuta, senza fronzoli, segno del suo atteggiamento pratico. Un anello d’argento con lo stemma del Conte Ironwood segna il suo ruolo ufficiale e si nota mentre lo stringe in mano, a volte con una certa ritrosia, quasi come se ricordasse a se stesso il peso della sua autorità. Le scarpe robuste, fatte per resistere a lunghi tragitti, completano il suo aspetto, mai troppo elaborato ma sempre funzionale e degno della sua posizione.

Nato e cresciuto a Glenholme, Oswin Redbrook ha sempre conosciuto il valore della disciplina e del dovere. Figlio di un fabbro e di una guaritrice, trascorse la giovinezza imparando sia l’arte della spada che il peso della responsabilità. Entrò nella guardia cittadina da giovane, servendo con dedizione e distinguendosi per il suo senso pratico e il suo rigore. Ma il destino aveva in serbo per lui prove ben più dure: quando scoppiò la Guerra delle Due Corone, lasciò il villaggio per unirsi all’esercito e combattere lungo le coste di Aethelmark, contrastando gli sbarchi dell’Impero Velanthyr.

La guerra durò poco, ma le sue cicatrici rimasero. Tornato a Glenholme, Oswin trovò un regno in fermento e un’aria carica di tensione: la guerra sul continente poteva presto trasformarsi in un conflitto su larga scala. Fu in questo clima che venne scelto come Balivo, una nomina dettata meno dalla politica e più dalla necessità di avere un uomo capace, con esperienza militare e una mano ferma, pronto a difendere Glenholme da qualsiasi minaccia. Da allora, governa il villaggio con giustizia e severità, consapevole che la pace è spesso solo un attimo di respiro tra una tempesta e l’altra.

Oswin Redbrook è un uomo pragmatico, inflessibile e disciplinato, forgiato dalla guerra e dalla responsabilità di governare Glenholme. Crede nel dovere e nella giustizia, amministrando il villaggio con una mano ferma e senza spazio per debolezze o incertezze. Pur non essendo crudele, la sua visione della legge è rigida e severa, e chi sbaglia deve pagare senza eccezioni. La sua esperienza in guerra lo ha reso diffidente verso gli stranieri, in particolare nei confronti dei Velanthyr, e fatica a concedere fiducia a chi non l’ha guadagnata con i fatti.

Oswin è un leader rispettato, ma spesso solitario, convinto che il peso del comando sia suo da portare senza lamentarsi. Ha difficoltà a delegare, trattenendo troppo potere nelle proprie mani, e tende a soffocare eventuali dissensi con la sua autorità. Non dimentica facilmente i torti subiti e può diventare rancoroso e vendicativo, specialmente verso chi tradisce la sua fiducia. Tuttavia, non è cieco né ottuso: sebbene detesti farlo, sa che la realtà non sempre permette di applicare la giustizia in modo netto, e in più di un’occasione ha dovuto scendere a compromessi per il bene del villaggio. Ogni volta, però, la cosa gli è rimasta indigesta, alimentando il suo senso di frustrazione nei confronti di un mondo che raramente è come dovrebbe essere.