Report Sessione 04: Le Streghe del Bosco II

I quattro protagonisti, Erevard, Aedan, Thalya e Zavic si lanciano all'interno della magione delle streghe, in cerca di Elvir, sperando sia ancora vivo. La fortuna si mostra dalla loro parte: il ragazzo è vivo e stabile, sebbene svenuto e tenuto in una gabbia. Insieme a lui, steso e immobile, c'è un cadavere: un essere dalla pelle rosso-violacea ed imponenti corna che spuntano dal cranio. Un demone, ad una prima occhiata, ma Zavic conferma subito trattarsi di un Tiefling: un essere la cui discendenza ha origine dall'unione di un demone o un diavolo con un essere umano.

Aedan si getta subito in soccorso del giovane ma con sollievo, si rende subito conto che è vivo: per un istante Elvir addirittura si riprende, gettandosi verso il Tiefling e recuperando, con sommo orrore dei presenti, una lingua mozzata dalla sua borsa, poco prima di svenire. Un ulteriore esame prova che al ragazzo è stata mozzata la lingua e che probabilmente quel moncone è il suo. Thalya controlla la borsa del messo e trova la lettere, constando che qualcuno deve averla già aperta e letta.

Dopo una rapida esplorazione della stanza, il gruppo si carica i due corpi in spalla e scatta verso l'uscita, dando un'occhiata nelle stanze lungo il percorso e recuperando alcuni oggetti lungo il cammino: un boccetta misteriosa, alcune pergamene, un sacchetto con varie pietre preziose all'interno e diverse monete d'oro; tutto ciò che resta di svariati avventurieri capitati sotto le grinfie delle streghe nel corso del tempo. Montati a cavallo, il gruppo decide di non riposare e di tornare a Glenholme il più rapidamente possibile.

Tornati in città, Elvir viene subito portato al Tempio di Genessia per tentare di curare la ferita alla lingua: Thalendra dispone di una pergamena di Ristorare Superiore ma ne lei ne Baldric possono usarla. La situazione sembra abbastanza tesa, ma non tanto per la situazione di salute del giovane che sembra stabile: la mezz'elfa, vedendo tentennare Erevard e Zavic lascia la stanza di malo modo dicendo che facciano quello che vogliono e non vuole saperne più nulla. Thalya segue la sua maestra per cercare di capire come mai sia così scossa e scopre che Oswin l'ha obbligata a separarsi dal fossile di Dracnide che custodiva il Tempio per poterlo dare ad Aedan come compenso per la missione. Come se non bastasse, in quell'episodio è emerso il razzismo latente che ancora emerge dal Balivo ed in generale dalle genti dell'Aethelmark sebbene lei sia nata e cresciuta a Glenholme e sua madre fosse un'elfa silvana. Per cercare di distrarla Thalya le mostra il cadavere del Tiefling ed effettivamente la maga riacquista parte del suo buon umore alla vista di un adulto di questa razza ed inizia subito a studiarlo.

Nel frattempo Erevard, Baldric e Zavic discutono sull'opportunità di utilizzare la pergamena per periodi di maggiore necessità ma il Guardiano del Presidio lascia intendere che, essendo la città molto piccola, tutti sono affezionati e conoscono Elvir e tutti sarebbero d'accordo ad utilizzare la pergamena su di lui. Erevard acconsente, sebbene non completamente convinto e la lingua di Elvir torna al suo posto.

Nel frattempo Aedan si era annoiato e decide di andarsene a riscuotere il suo premio: va dal Balivo, che sta aspettando fuori dalla stanza di Aedan, e insiste affinché gli venga data subito la sua ricompensa: Oswin è chiaramente contrariato ma non nega ciò che è giusto e lascia che il dragonoide reclami ciò che è suo. Nell'ufficio del Balivo, Aedan trova un bigliettino assieme alla sua ricompensa.

Usciti nel corridoio, Erevard e Zavic incontrano il Balivo e gli comunicano la buona notizia: Oswin si lascia finalmente andare dicendo che Elvir è suo figlio e sarà eternamente grato ad Erevard e Zavic per averlo salvato e per avergli ridato il dono della parola. Per festeggiare indice una festa per tutta la città.

Il gruppo decide quindi di andare a riposare: Thalya e Zavic vanno a dormire, Aedan studia il suo nuovo fossile mentre Erevard ancora non è convinto di aver agito per il meglio, utilizzando la pergamena su Elvir. Quindi inizia a fustigarsi fino a restare quasi in fin di vita per riportare l'equilibrio nel mondo. Con la schiena ancora lorda di sangue, si infila la tunica e si reca alla festa.

Tutta la città si è radunata nello spiazzo antistante la locanda La Tana del Tasso ed i fratelli Fiorelli sono già intenti a servire il cibo e ad intrattenere gli ospiti con la musica. Il gruppo si ritrova per un po' di festa e di meritato riposo. Aedan cerca di fare pace con Thalendra la quale però non sembra molto dell'idea, specie visto che il dragonoide non sembra essere intenzionato a restituire l'uovo. Interviene anche Zavic sottolineando che, in quanto mezz'elfa, quanto accaduto era non solo legittimo ma che dovrebbe sentirsi onorata di aver potuto aiutare il regno.

Erevard poi incalza Zavic per sapere per quale motivo si trovi a Glenholme ed il bardo si apre un po' raccontando la sua storia ovvero di quello che è stato il complotto ordito dal padre ai danni del regno, il suo ruolo nell'indagine e gli indizi sulle lingue mozzate.

Il giorno dopo il gruppo interroga Elvir il quale racconta loro quanto accaduto ovvero che i due Tiefling e la terza persona, un essere umano, sono emersi dal nulla, lo hanno aggredito, gli hanno aperto e letto la missiva reale e poi gli hanno tagliato la lingua. I tre parlavano Danaic fra di loro ed hanno fatto accenni alle "Voci del Cielo" il "Monolite" e "Kaldros". Ripresosi, Elvir ha recuperato la lettere ed è fuggito nel bosco.

Erevard decide quindi di iniziare a studiare il Danaic ed il Mito dei Túatha Dé Danann per capirci meglio, mentre Aedan prosegue lo studio del fossile. Thalya riceve la lettera di suo fratello, in risposta a quella ricevuta a fine estate. La notte stessa sogna il messo scoprendo che si trattava del dragon Sildrúin sotto forma umana. Infine Zavic inizia ad addestrarsi con la spada insieme a Leonhardt, il maestro inviato da Carven Blackwater.