Aethelman

Gli Aethlman sono un popolo fiero e resiliente, forgiato dai venti impetuosi e dalle terre selvagge di Aethelmark. Discendenti delle antiche tribù che per prime reclamarono queste terre, hanno sviluppato una cultura unica, radicata nell’onore, nelle tradizioni e in un profondo legame con la natura e gli spiriti degli antenati.

Vivono in comunità fondate sulla lealtà e sul rispetto reciproco, con villaggi costruiti tra colline nebbiose, foreste millenarie e coste battute dalle onde. L’agricoltura e l’allevamento sono alla base della loro sussistenza, ma molti tra loro sono anche abili marinai, cacciatori e guerrieri. La loro società è regolata da antiche leggi orali, tramandate dai capi-clan e dagli anziani, mentre druidi e sacerdoti fungono da custodi della conoscenza e da intermediari tra il mondo degli uomini e quello degli dei.

Gli Aethlman hanno una corporatura robusta e volti segnati dal vento e dal sole, con capelli che spaziano dal biondo al castano scuro, spesso portati lunghi e intrecciati. Le loro barbe sono simbolo di saggezza e maturità tra gli uomini, mentre le donne decorano i capelli con perline o nastri che rappresentano il loro lignaggio. Gli occhi, chiari o ambrati, riflettono la determinazione e la profondità della loro eredità.

Aldershade (Ombra degli ontani), Beornsson / Beornsdottir (Figlio/a di Beorn), Dunhelm (Elmo della fortezza), Eadwyn (Discendente di Eadric), Godsworn (Giurato agli dèi), Grimshaw (Bosco del lupo), Havengard (Guardiano del rifugio), Highmoor (Grande brughiera), Ironfist (Pugno di ferro), Ironvale (Valle del ferro), Oakenhart (Cuore di quercia), Ravenmark (Marchio del corvo), Ravenshadow (Ombra del corvo), Stormrider (Cavalcatempesta), Stormwatch (Guardiano della tempesta), Thornevald (Valle delle spine), Wolfbane (Morte del lupo)

Gli Aethlman nutrono un amore viscerale per la loro patria, disposti a combattere e morire per difenderla. Gli invasori trovano in loro avversari implacabili, ma chi guadagna il loro rispetto può contare su alleati fedeli e generosi. Sebbene diffidenti verso gli stranieri, sono noti per il loro senso dell'onore e per la loro ospitalità, accogliendo viandanti e mercanti nei loro focolari con racconti epici e corni di idromele.

I druidi e i sacerdoti sono figure rispettate, custodi del sapere antico e della connessione con gli spiriti della terra. Il loro pantheon è popolato da divinità legate alla natura, agli antenati e alla guerra, e i loro rituali si svolgono presso cerchi di pietre sacre o radure nascoste, dove il mondo mortale e quello spirituale si toccano.

Indossano tuniche di lana pesante, mantelli bordati di pelliccia e fibbie d’argento incise con antichi simboli. I guerrieri portano cotte di maglia o armature di cuoio rinforzato, armati di spade a una mano, asce e scudi decorati con i colori del proprio clan. Il loro stile di combattimento è feroce e disciplinato, basato sulla coordinazione tra fratelli d'arme piuttosto che sulla forza individuale.

Secondo le antiche leggende dell’Aethelmark, la Tribù dei Dana fu il primo popolo a giungere sull’isola, guidato da re e veggenti che seguivano la voce degli dèi e i segni del cielo. La leggenda narra che emersero dalle nebbie dell’orizzonte, spinti dal destino, e sbarcarono sulle rive sacre della Valla di Dana, che divenne la culla della loro civiltà. Qui, i loro saggi scolpirono i primi menhir, imprimendovi simboli arcani che ancora oggi risuonano con antiche magie.

Per generazioni, i Dana prosperarono, dominando la terra con la loro forza e saggezza. Si dice che avessero un legame unico con gli spiriti della natura, e che la loro lingua potesse risvegliare i venti e domare le acque. Ma il loro regno non era destinato a durare: quando nuovi popoli giunsero sull’isola, le loro stirpi si mescolarono e la tribù svanì, lasciando dietro di sé solo le loro rovine e il loro sangue nelle vene degli Aethlman.

Oggi, i discendenti degli Aethlman guardano alla Tribù dei Dana con riverenza, vedendo in loro i custodi di un’eredità perduta ma mai dimenticata. I cantori narrano ancora le loro gesta nei grandi saloni, e il Danaic – la lingua che un tempo risuonava tra i boschi e le colline – sopravvive nei motti delle casate e nei sussurri del vento.

Gli Aethlman parlano correntemente la Lingua Comune, utilizzata in tutto il continente per il commercio e la diplomazia. Tuttavia, molti di loro hanno mantenuto viva la loro lingua ancestrale, conosciuta come Danaic o Lingua dell’Aethelmark, una versione moderna dell’antico idioma parlato dalla leggendaria Tribu dei Dana, i primi abitanti dell’isola.

Il Danaic è una lingua fluida e musicale, caratterizzata da suoni morbidi alternati a consonanti forti e gutturali. Le parole spesso presentano prefissi e suffissi che indicano lignaggio, status sociale e legami con la terra, mentre la sintassi è più flessibile rispetto alla Lingua Comune. Alcuni studiosi ritengono che il Danaic abbia influenzato anche i dialetti parlati dai popoli vicini, sebbene la sua struttura sia rimasta unica nel tempo.

Nella vita quotidiana, la lingua è ancora utilizzata nelle cerimonie religiose, nei nomi di luoghi antichi e nei motti delle casate nobiliari. I druidi e i cantori della corte del re mantengono viva la tradizione orale, tramandando antichi poemi e cronache in Danaic. Alcuni Aethlman più conservatori usano ancora questa lingua tra loro, specialmente nelle zone rurali o in contesti di grande solennità.

Sebbene la maggior parte degli Aethlman sia bilingue, alcuni concetti del Danaic non trovano una traduzione diretta nella Lingua Comune. Termini legati al legame con la terra, al destino e agli antichi spiriti rimangono intraducibili, testimoniando un modo di pensare e di vivere profondamente radicato nella loro cultura.