Il Piano di Auryn non fu completamente devastato dalla Guerra degli Dei, ma ne uscì profondamente segnato. Alcune terre cambiarono aspetto per sempre: montagne spezzate, corsi d'acqua deviati, foreste morte e regioni disabitate. Le Gemme, un tempo frammenti sospesi nel Mare Astrale, adesso congiunte, formano i vari continenti del Piano mantenendo il loro antico nome per identificare le grandi regioni d’influenza ancestrale.
Le razze mortali si trovarono a dover ricostruire le proprie culture. Alcune furono costrette a migrare:
Gli orchi abbandonarono i ghiacci dell'entroterra di Jutiah, rifugiandosi verso le coste vulcaniche del nord.
I tiefling, temuti e accusati di aver servito Batoor durante la guerra, si nascosero, stabilendosi infine nell’enorme canyon che collega il Grande Deserto al Mare Piccolo. Qui, attorno alla fine del IV millennio, comparve per la prima volta la figura del Profeta, nucleo spirituale del futuro culto tiefling.
Nel frattempo, le comunità mortali si organizzavano in clan tribali, legati da culti locali e da un sincretismo religioso. Il Culto degli Astri, sebbene privato della presenza diretta delle divinità, sopravviveva ancora in forma diffusa, spesso intrecciandosi con l’onore e la venerazione dei Draghi stessi.
La Prima Età dei Metalli
Dalla
Gemma di Abdon, cuore fertile e montuoso, iniziò la diffusione dell’artigianato in rame, prima in forma rituale, poi funzionale. Entro la metà del V millennio, quest’arte si estese anche alle Gemme vicine, sebbene in modo limitato, segnando i primi timidi passi del commercio interregionale.
Nella zona meridionale del Mare Piccolo, l’oro fu il metallo prediletto, simbolo di potere e ricchezza mentre nella lontana Iazer, il rame fu adottato solo a scopo cerimoniale, soprattutto tra le tribù dei
Theóhímeriani, che ne facevano un simbolo di status.
In questa fase, l’età del rame rappresentava non solo progresso tecnologico, ma anche identità culturale.
La nascita dei primi individui in grado di incanalare la magia in modo incontrollato, spesso temuti e venerati allo stesso tempo e la comparsa dei dragonidi, una nuova razza nata forse dall’influenza dei Draghi Antichi: esseri dalla stazza mortale, privi d’ali ma dotati del soffio e del potere draconico.
L’Alba della Città Dorata
Sul finire del III millennio, con l’aumento della popolazione e in occasione del millenario dell’Ascesa di
Lualty Gurkhan, il
Concilio Opale commissionò la costruzione di Madinat Almaluk, la Città Dorata. Situata al centro del Grande Deserto, essa fu progettata come un’oasi magica e commerciale, luogo neutrale di incontro tra tutte le razze. Una meraviglia architettonica, simbolo della pace draconica e dell’ambizione mortale.
Età Recente – Il Risveglio delle Stirpi
Quando le ceneri dell’Età Antica si posarono sui campi ricostruiti del Piano di Auryn, le razze mortali iniziarono un lento ma inesorabile cammino verso la stabilità. Era il tempo della rinascita sociale, dell’ordine tra clan, delle prime città e dei primi strumenti in bronzo. I draghi, custodi della saggezza degli Ancestrali, continuavano a vegliare, ma lo facevano da lontano, lasciando che i popoli crescessero da soli, guidati dal ricordo della fiamma primordiale.
Questa fu l’Età Recente dell’Era dei Draghi: un’epoca di transizione tra il silenzio degli dei e la voce nascente dei mortali.
Il potere e il nuovo ordine
Dopo la scomparsa degli Astri, la guida spirituale e politica del Piano fu affidata al
Concilio Opale, un collegio di cinque draghi antichi: Belkno, Zenrion, Raagnir, Glivym e Malytara, compagni di Lualty Gurkhan nell’ultima guerra degli dei. A loro spettava il compito di proteggere e assistere le razze mortali. Il loro governo era tuttavia decentrato: per meglio raggiungere i popoli, furono creati dei rami locali del Concilio, noti come Custodi del Flusso, ciascuno associato a una Gemma o regione.
Sebbene il potere fosse ufficialmente nelle mani dei draghi, ogni popolo manteneva indipendenza culturale e autonomia interna, rievocando le antiche divisioni delle Gemme, ora non più isolate, ma ancora distinte per tradizione e identità.
Fede e culto
Il Culto degli Astri continuava ad essere venerato, specialmente dalle razze più antiche. Tuttavia, nuovi credi iniziarono a emergere. Il Culto del Dio Drago sorse tra le genti più vicine ai draghi, dove Lualty Gurkhan fu visto come simbolo di saggezza eterna, ma in altre regioni la sua figura fu interpretata come emblema di forza primordiale e protezione.
Allo stesso tempo, nuove figure religiose si affacciarono: tra gli
umani del Piccolo Mare, la divinità marina Maquahime divenne oggetto di venerazione. I suoi sacerdoti, riconoscibili dal nautilus al collo, compivano i riti su scogliere e spiagge scolpite a forma di conchiglia, rafforzando il legame tra le acque e la spiritualità.
L’età del Bronzo e lo splendore dei clan
L’avvento del bronzo mutò profondamente la struttura sociale. L’artigianato in rame, già emerso nella
Gemma di Abdon , si evolse con l’unione allo stagno, dando inizio a una nuova era tecnologica.
Gemma di Abdon divenne il fulcro economico del Piano, favorita dalla ricchezza mineraria delle sue catene montuose. I
Nani, primi a padroneggiare il bronzo, si affermarono come esportatori di utensili e armi, stabilendo rotte commerciali stabili con
Umani ed
Elfi. Da ciò, l’alfabeto numerico nanico iniziò a essere adottato anche dalle altre razze.
Sulle coste settentrionali delle Dune, nelle Terre di Lilac, Bleak e Silka, fiorì un’industria ceramica, con manufatti commerciati soprattutto con le comunità nomadi dei
Tiefling, che transitavano attraverso il Sentiero di Asbestòs, un vasto canyon arido ma sacro, considerato ancora oggi un crocevia di poteri antichi e silenzi dimenticati.
Nel Piccolo Mare, le popolazioni umane svilupparono una rete navale mercantile fitta e dinamica, portando scambi, linguaggi e alleanze da una sponda all’altra.
Società, urbanizzazione e magie
Con l’aumento delle ricchezze e delle relazioni, le comunità nomadi divennero stanziali. Nacquero le prime città fortificate: I
Nani iniziarono ad abitare le antiche camere minerarie, dando vita a roccaforti come Regigemma, Piediduri, Belgam e Rumnaheim, gli
Elfi fondarono insediamenti su alture strategiche, come Altatorre, Cirgonen dei Boschi Grigi e Feam delle Terre Autunnali, ma solo con la futura Taliendor riusciranno a concentrare l’intera popolazione dietro le mura. gli
Umani del Piccolo Mare fondarono Foglia Spinosa, Campid’oro, Silka, Bleak e Til.
La stratificazione sociale portò alla nascita di caste guerriere e élite culturali, ma anche di classi oppresse. La comparsa dei primi sensitivi del Flusso generò paure e tensioni. In alcune culture, questi individui venivano perseguitati o esiliati; in altre, come tra gli
Elfi, erano accolti come benedizioni degli Astri.
Per controllare questa nuova realtà, fu fondato il I° Circolo dell'Ascesa, un ordine magico e spirituale con sede fisica in una regione centrale e neutrale. Fondato dal drago Khal e da altri dotti, aveva il compito di trovare, istruire e proteggere i stregoni nascosti, evitando catastrofi e aiutando la crescita dei nuovi arcanisti.
I dragonidi e la questione dei tiefling
Nel corso del III millennio, iniziarono a nascere i dragonidi, esseri schiusi da uova di drago, simili ai mortali, ma portatori del soffio e del sangue antico. Sebbene visti inizialmente con sospetto, molti si guadagnarono onore e rispetto nei decenni successivi, dando origine a una propria cultura e storia.
Al contrario, i tiefling rimasero una razza temuta e segregata. Vietato loro l’accesso a Madinat Almaluk, la Città Dorata, furono costretti a vivere ai margini delle Dune e divenire nomadi. In loro emerse una figura enigmatica: il Profeta, un essere immortale (o apparentemente tale), che appariva tra le tribù del canyon di Asbestòs predicendo eventi futuri e guidando il suo popolo. Alcuni lo credevano il primo tiefling creato da Batoor, altri un generale sopravvissuto alla guerra. Non parlava mai con i draghi direttamente, ma sembrava conoscerne la natura più profonda.
Quando le fiamme dei padri si faranno cenere,
e le torri dorate cadranno una ad una,
non sarà più la saggezza a regnare,
ma la volontà d’un solo artiglio.
Allora l’alba si spezzerà in mille crepe,
e il tuono del potere antico risuonerà sul Piano.
Da fuoco e sabbia nascerà l’Imperatore,
e Auryn conoscerà un nuovo ordine.— II. L’Ascesa dell’Imperatore, Lucius Khadim Farid il Profeta
Età Finale – L’Alba dell’Impero Draconico
Con la scomparsa del Dio Drago Lualty Gurkhan, e l’indebolimento progressivo del Concilio Opale, i secoli di equilibrio che avevano retto il Piano di Auryn iniziarono a cedere sotto il peso delle ambizioni. Quella che un tempo era una guida, divenne nel tempo un’ombra. E in quell’ombra sorse Eldoran, figlio dorato del Primo Drago, che si fece fuoco, fiamma e tiranno.
L’Età Finale dell’Era dei Draghi prende inizio con lo scoppio della Guerra Cromatica, un conflitto che vide lacerarsi il cielo stesso per quasi un secolo, e si conclude nel -1000 O.P. con l’alba di un impero oscuro.
La Guerra Cromatica
Il nome di questa guerra deriva dalla fazione che la scatenò: i Draghi Cromatici, un tempo emarginati dai loro fratelli metallici, trovarono una guida carismatica in Eldoran, drago dorato dalla potenza straordinaria, figlio diretto di Lualty Gurkhan. Accusava il
Concilio Opale di essere ancorato a ideali superati, ciechi dinanzi all’inevitabile: che i draghi, in quanto custodi originari del Piano, dovevano governare, non guidare.
Al suo fianco si schierarono molti draghi cromatici, mentre i draghi metallici restarono fedeli al Concilio. Quando i Sensitivi del Flusso del
I° Circolo dell'Ascesa, guidati da Khal, fratello gemello di Eldoran, si opposero apertamente alla sua ideologia, il Circolo fu attaccato e raso al suolo. Fu la scintilla che diede inizio alla guerra.
Per quasi un secolo, le fiamme dei draghi devastarono le città vicine al Grande Deserto. Le valli furono ridotte in cenere, le biblioteche arse, le popolazioni decimate. Il conflitto culminò nel -1140 O.P., quando Madinat Almaluk, la Città Dorata, cadde nelle mani del
Nuovo Ordine, e il Concilio Opalefu distrutto.
Metà dei draghi antichi perì, e molti dei sopravvissuti, incapaci di accettare il dominio di Eldoran, si ritirarono in esilio volontario, o scomparvero tra i cieli remoti.
L’Impero Draconico
Con la fine della guerra, Eldoran fu incoronato Imperatore. Forte del suo sangue regale, e considerandosi erede legittimo di Lualty Gurkhan, impose un nuovo ordine: i mortali non avrebbero più avuto accesso alla magia. Ogni stregone, ogni sensitivo, ogni studioso dell’arcano fu perseguitato. Un terzo della popolazione mondiale fu sterminato. Interi clan furono cancellati dalla storia.
Solo le Gemme di Iazer e Juthia, lontane dal Grande Deserto e protette da distanze e confini naturali, sfuggirono al genocidio sistematico. Il resto del Piano fu piegato.
Durante questi secoli bui, Khal fu catturato. Essendo fratello di sangue di Eldoran, fu risparmiato, ma imprigionato in una località sconosciuta. Di lui si persero le tracce, ma il suo nome continuò a vivere nei canti dei sopravvissuti.
I mortali in fuga
Nel II millennio dell’Età Finale, Eldoran passò dalla purga magica alla conquista totale. Le prime città a cadere furono Silka, Bleak e Lilac, sulla costa meridionale del Mare Piccolo. I pochi superstiti si rifugiarono nelle Terre del Corno, mentre i villaggi delle Valli si svuotarono.
Le popolazioni di Campid’oro, Bassopiane, Sottobosco e Foglia Spinosa si trasformarono in carovane erranti. Così, nel lungo cammino dell’esilio, iniziò il lento processo che portò gli umani nomadi a evolversi negli halfling: più piccoli, più veloci, più difficili da notare. Creati dalla necessità di non essere visti, divennero maestri della fuga, del viaggio e della discrezione.
Gli spiriti antichi e la Resistenza
Durante il caos della guerra, le vecchie entità rimasero in silenzio, ma non inattive.
I Quattro Saggi misero in salvo i
Pikhainyani, nascondendoli nelle guglie delle
Isole Volanti. Lì, al riparo dalle fiamme e dall’occhio imperiale, si prepararono a custodire il sapere per le generazioni future. Nel frattempo, Atlas, araldo di
Theóhímera, rispose al richiamo del suo creatore. Viaggiò tra le Terre Selvagge, dove trovò un giovane
Theóhímeriano di nome
Tameon. Sotto la guida discreta di Atlas, il leonin fu condotto in un luogo nascosto, carico di sogni antichi e presagi, dove fondò quello che sarebbe diventato il primo
Circolo dei Sogni: un ordine dedicato all’equilibrio tra spirito e natura, custode dei reami invisibili.
Fýllo, invece, si ritirò nella Foresta Vivente, dove iniziò un’opera silenziosa ma grandiosa. Innalzò barriere magiche attorno ai territori elfi, proteggendoli dall'invasione dei draghi. Queste barriere non erano muri, ma confini di sogno e memoria, visibili solo a chi conosceva la via.
Nel mondo devastato, la resistenza al dominio draconico iniziò a germogliare: Nuclei di elfi si organizzarono tra le fronde dei boschi protetti, comunità di maghi esiliati trovarono rifugio nelle comunità più distanti dall'ira draconica e i nani, feriti ma non piegati, tornarono a scavare sotto le montagne, costruendo rifugi e santuari nei recessi più profondi del mondo.
Ma nessuna forza era ancora abbastanza forte da fronteggiare apertamente l’Impero. La resistenza era un sussurro… ma già il vento stava cambiando.
Quando anche la cenere sarà fredda,
e i venti porteranno i nomi spezzati,
dal ghiaccio e dalla luce nascerà il giudizio.
Due ali — spezzate e d’argento — torneranno,
e l’Impero che nacque dal fuoco
conoscerà la lama del sangue fratello.— III. Il Giudizio dei Fratelli, Lucius Khadim Farid il Profeta
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