Nani delle Montagne
I Dvergarn, conosciuti come i Nani delle Montagne, sono una razza di instancabili lavoratori forgiata dalla roccia e dal metallo, il cui popolo abita le montagne più alte e impervie del continente. Discendenti da schiavi, hanno vissuto secoli di oppressione sotto il giogo di un demone delle montagne, Cernabog, ma hanno saputo ribellarsi e riconquistare la loro libertà, cacciando il loro tiranno e stabilendo un nuovo ordine basato sull’onore, la fatica e il rispetto per l’indipendenza. Il loro impegno nel lavoro è leggendario, e trovano nella quotidiana fatica e nel miglioramento costante della propria arte la vera essenza della vita. Orgogliosi della loro libertà, i Dvergarn hanno giurato di non ricorrere mai più alla schiavitù, diventando una delle razze più libere e determinate del continente. Pur conservando una visione dura della vita, caratterizzata da uno stoicismo intransigente, sono anche profondamente legati ai valori della famiglia, della comunità e del clan. Rispetto per gli altri, lealtà e onore sono il cuore pulsante di questa popolazione, che non ha mai dimenticato la brutalità della schiavitù e combatte ogni giorno per mantenere la propria autonomia e il proprio onore intatti.
Nomi
Nomi Familiari
Grimnarsson ("Figli del Feroce"), Steinbjorn ("Orso di Pietra"), Hrimthund ("Lupo del Gelo"), Kazmorsson ("Figli della Pietra Insanguinata"), Stormvakt ("Guardiani della Tempesta"), Drakkenshuld ("Giuramento del Drago"), Thorgald ("Martello di Tuono"), Fjellbrand ("Fiamma della Montagna"), Ironvein ("Vena di Ferro"), Runebjorn ("Orso delle Rune")
Nomi Femminili
Sifrid, Bryndis, Hedrunn, Ylfrida, Skalda, Thora, Astrid, Ingrun Freydis, Gunhild
Nomi Maschili
Baldrek, Gundvar, Hrothgar, Thrain, Durnik, Stenvar, Rurik, Orek, Vargan, Drakkis
Caratteristiche Fisiche
I Dvergarn, i Nani delle Montagne, sono la quintessenza della resistenza nanica, forgiati dalla roccia stessa delle montagne e temprati dal gelo implacabile dell'alta quota. Il loro fisico è massiccio e compatto, con muscoli duri come il granito e una costituzione che sfida il tempo e le avversità. La pelle varia da tonalità terrose, come il bronzo o il granito, fino a sfumature più chiare, simili al marmo, spesso segnata da cicatrici e crepe lasciate dal duro lavoro nelle forge e nei campi di battaglia. I capelli e le barbe, sempre folti e imponenti, spaziano dal biondo cenere al rosso fuoco fino al nero dell'ossidiana, intrecciati con rune incise su anelli di metallo o decorati con gemme incastonate, simbolo di lignaggio e orgoglio. Gli occhi dei Dvergarn sono come pietre preziose incastonate nei loro volti severi: profondi blu come zaffiri, verdi come smeraldi o dorati come ambra, brillano nell'oscurità delle caverne grazie alla loro vista acuta, affinata dai secoli trascorsi sottoterra. Le mani di un Nano delle Montagne sono larghe e callose, abituate a stringere con la stessa maestria il martello da fabbro e l’ascia da guerra. La loro resistenza fisica è leggendaria: possono sopportare freddi glaciali, sopravvivere con poco nutrimento per lunghi periodi e percorrere distanze enormi senza mostrare segni di affaticamento. Più l’età avanza, più i loro corpi sembrano fondersi con la roccia stessa, diventando veri e propri monumenti viventi della loro stirpe.
Valori e Tradizioni
I Dvergarn, i Nani delle Montagne, sono una razza forgiata dal duro lavoro, dal sacrificio e dall’autosufficienza. La loro morale si basa su valori antichi, tramandati di generazione in generazione. Una delle caratteristiche principali di questa popolazione è il loro rispetto per la libertà e l'autonomia, un principio che ha preso forma proprio dopo la ribellione contro Cernabog. Abolendo la schiavitù, i Dvergarn hanno giurato solennemente di non ricorrere mai più alla schiavitù in alcuna forma, facendo della libertà una delle pietre miliari della loro cultura. La schiavitù, per loro, è sinonimo di debolezza e di corruzione dell’animo, e la loro indipendenza è da considerarsi il più alto valore.
Tuttavia, questo non significa che i Dvergarn siano diventati meno determinati nel loro lavoro e nella loro arte. Al contrario, hanno canalizzato la loro energia nella fatica quotidiana, impegnandosi in un instancabile lavoro che non conosce sosta. La loro esistenza è guidata da una forma di stoicismo, dove ogni minuzioso dettaglio di ogni compito è considerato sacro. Non vi è nulla di più nobile che mettere mano alla forgiatura di una spada, al restauro di una cittadella, o alla costruzione di un tunnel che sfidi il tempo. Ogni lavoro è un atto di resistenza contro le difficoltà del mondo, ed è attraverso di esso che i Dvergarn cercano di dare significato alla propria vita.
Oltre al lavoro, l’onore è un valore fondamentale. Ogni Dvergarn è responsabile per il proprio onore e per quello della propria famiglia e clan. Il rispetto per gli altri, la fedeltà e la lealtà sono qualità imprescindibili, e il tradimento è considerato uno dei peccati più gravi che un Dvergarn possa commettere. Un altro principio fondamentale dei Nani delle Montagne è l'autosufficienza: mai dipendere dagli altri, ma essere in grado di vivere in modo indipendente, lavorando duramente per guadagnarsi il proprio cibo, le proprie risorse e la propria posizione.
Il valore della comunità è altrettanto cruciale. Sebbene ogni Dvergarn sia un individuo forte e indipendente, il bene della comunità viene sempre prima di tutto. La protezione dei propri compagni e il rispetto per le tradizioni del clan sono valori che guidano le loro azioni. La cooperazione e l’aiuto reciproco sono ritenuti essenziali per la sopravvivenza e prosperità del loro popolo, ma sempre con l’idea che ogni individuo deve essere in grado di contribuire con il proprio lavoro alla causa comune.
Infine, i Dvergarn mantengono una forte avversione per i Nani Abissali, che vedono come traditori che hanno ceduto alla corruzione di Cernabog. Per i Dvergarn, la libertà conquistata con fatica è il più grande traguardo, e ogni ritorno alla schiavitù è visto come un disonore imperdonabile. La loro battaglia contro gli Abissali è anche una battaglia per l’onore, un atto di resistenza contro la tentazione della facile corruzione.
Abbigliamento
I Dvergarn, i Nani delle Montagne, vestono con la stessa praticità e robustezza che caratterizza la loro gente, privilegiando materiali resistenti e duraturi. Il loro abbigliamento è progettato per affrontare il clima rigido delle vette e l’ambiente ostile delle profondità montane, con pesanti tuniche di lana spessa, pellami trattati e resistenti corazze di maglia metallica. I colori tendono alle sfumature della terra e della pietra: grigi ardesia, marroni profondi, ocra calda e il blu scuro delle ombre sotterranee, talvolta arricchiti da dettagli dorati o argentati che riflettono la loro maestria artigiana.
I capi d’abbigliamento spesso presentano bordature ricamate con motivi geometrici o rune ancestrali, simboli di protezione, lignaggio e orgoglio familiare. Le pellicce di animali di montagna, come capre selvatiche o lupi delle nevi, sono comuni per scaldarsi nelle regioni più fredde, mentre i mantelli pesanti, fermati da fibbie d’oro o bronzo, proteggono dalle intemperie. Le calzature sono robuste e rinforzate con punte metalliche, adatte a scalare pareti rocciose e camminare per giorni senza sosta.
Gli artigiani e i guerrieri spesso adornano i loro abiti con placche di metallo inciso, cinturoni lavorati e bracciali decorati, testimonianza della loro discendenza e della loro abilità nella forgia. Per i Dvergarn, il vestiario non è solo un’esigenza pratica, ma anche una dichiarazione d’identità: ogni capo racconta una storia, ogni ornamento parla del loro onore e della loro appartenenza a un clan secolare.
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