Dragonoidi
I Dragonoidi sono una delle razze più antiche e misteriose di Kalendor, custodi viventi di un retaggio che affonda le radici nell’era dei miti, o forse persino prima. Discendenti diretti — o reincarnazioni frammentate — degli Aspetti dei Draghi Originali, esseri immortali che un tempo dominavano il continente, i Dragonoidi portano nelle vene il potere e la memoria del tempo dei draghi. La loro società è frammentata in clan e famiglie, ciascuno legato all’anima di un drago progenitore, e da sempre vivono in luoghi remoti e difficilmente accessibili: vette ventose, paludi oscure, deserti bruciati dal sole o giungle pulsanti di vita. Isolati per scelta e per tradizione, i Dragonoidi hanno sviluppato culture profondamente diverse tra loro, tanto nei costumi quanto nelle strutture politiche, ma uniti da valori comuni incrollabili come l’onore, la fedeltà al sangue e il rispetto per il retaggio ancestrale. Parlano una lingua antica e arcana, intrisa di potere, e trattano con le altre razze solo quando necessario, giudicando ogni individuo dal cuore più che dalla stirpe. Orgogliosi, fieri e a volte temuti come incarnazioni leggendarie, i Dragonoidi camminano ai margini della storia, pronti a bruciare chi profana ciò che è sacro… ma anche ad accogliere come fratelli coloro che condividono la loro visione del mondo.
Storia
Nell’era dei miti, in un tempo così remoto da confondersi con il sogno e la leggenda, i draghi regnavano sovrani sul continente di Calendor. Dominavano i cieli, le montagne, le foreste e gli abissi, guidati da un conclave primordiale noto come lo Stormo Originale. Esso era formato dagli Aspetti dei Draghi: creature immortali, incarnazioni pure degli elementi cromatici e metallici, padroni assoluti della magia, del tempo e del destino.. Poi, un giorno, il tempo dei draghi finì. Nessuno sa perché. Alcuni parlano di una guerra celeste, altri di un patto spezzato, altri ancora di una scelta volontaria. Ma gli Aspetti scomparvero. E poiché non potevano morire, le loro anime si frantumarono come gemme troppo antiche per restare intere. Dai frammenti nacquero i Dragonoidi: non semplici progenie, ma incarnazioni parziali degli antichi signori, che ereditarono non solo il sangue, ma l’essenza stessa dei draghi originari. Così ogni tribù Dragonoide si insediò nei domini dei propri antenati, e ne porta tuttora i tratti — l’orgoglio del rosso, la saggezza dell’oro, la freddezza dell’argento, l’astuzia del nero — come un destino inciso nella carne e nello spirito. Fin dalla loro comparsa nel mondo mortale, i Dragonoidi hanno custodito con orgoglio la propria eredità, temendo che il passare delle ere potesse spegnere la memoria del loro glorioso retaggio. Per preservarlo, molte tribù hanno scelto l’isolamento, ritirandosi in terre remote, inaccessibili o dimenticate, dove vivere secondo le antiche vie. Questo li ha resi enigmatici e rari: non tutti possono dire di averne visto uno con i propri occhi. Quando un Dragonoide si presenta nei territori delle altre razze, lo fa come un’eco vivente di un potere dimenticato, suscitando timore, rispetto… e a volte, timida venerazione.
Caratteristiche Fisiche e Biologiche
I dragonidi somigliano molto ai draghi in piedi in forma umanoide, anche se sono privi di ali e non sempre hanno la coda. Questi individui mostrano spesso scaglie che assomigliano ancora di più a quelle dei loro antenati draconici: rosso brillante, verde, blu o bianco, nero lucente o metallizzato scintillante come oro, argento, ottone, rame o bronzo. Sono alti e di corporatura robusta, spesso superano i due metri e pesano più di 130 kg. Le loro mani e i loro piedi terminano in artigli simili ad artigli di rapace, con tre dita e un pollice per mano. Il sangue di un particolare tipo di drago scorre con forza in alcuni clan dragonidi.
Età
I giovani dragonidi crescono rapidamente. Camminano poche ore dopo la schiusa, raggiungono lo sviluppo fisico di un bambino umano di 10 anni a soli 3 anni, e sono considerati adulti a 15 anni. Vivono fino a circa 80 anni.
Caratteristiche Psicologiche e di Comportamento
Per ogni dragonide, il clan è più importante della stessa vita. I dragonidi devono devozione e rispetto al proprio clan sopra ogni altra cosa, anche sopra agli dèi. Il comportamento di ciascun dragonide riflette l’onore del clan, e portare disonore può comportare l’espulsione e l’esilio. Ogni dragonide conosce il proprio ruolo e i propri doveri all’interno del clan, e l’onore richiede che mantenga i limiti di quella posizione. Una continua spinta verso l’auto-miglioramento riflette l’autosufficienza della razza nel suo insieme. I dragonidi valorizzano l’abilità e l’eccellenza in ogni impresa. Odiano fallire e si spingono al limite prima di rinunciare a qualcosa. Il padroneggiare una determinata abilità è spesso un obiettivo di vita per un dragonide. I membri di altre razze che dimostrano lo stesso impegno riescono facilmente a guadagnarsi il rispetto di un dragonide. Anche se tutti i dragonidi aspirano all’autosufficienza, riconoscono che talvolta è necessario chiedere aiuto. Tuttavia, la miglior fonte d’aiuto resta il clan, e quando un dragonide è in difficoltà, si rivolge prima a un altro clan dragonide prima di cercare aiuto da altre razze o persino dagli dèi.
Abbigliamento
L’abbigliamento dei Dragonoidi è tanto variegato quanto i territori che abitano. Poiché ogni tribù si è insediata in ambienti profondamente diversi — dalle vette innevate alle paludi umide e infestate, dalle praterie ventose fino ai deserti roventi — i loro vestiti riflettono una stretta simbiosi con la natura circostante e il grado di sviluppo raggiunto. Nelle regioni montane, ad esempio, i Dragonoidi indossano pesanti mantelli foderati con pellicce di bestie alpine e armature forgiate con leghe di metallo locale, spesso intarsiate con motivi che richiamano le scaglie draconiche. Nelle paludi, invece, l’abbigliamento è più funzionale: tuniche di tessuti resistenti all’umidità, spesso intrecciate con fibre vegetali impermeabili e arricchite da amuleti totemici, utili tanto nella caccia quanto nei riti spirituali. Alcune tribù desertiche indossano ampie vesti leggere dai colori sabbiosi, copricapi per proteggersi dal sole e gioielli di rame o pietre dure raccolte dalle rocce aride del loro territorio. Le tribù più avanzate, che hanno sviluppato una raffinata arte metallurgica, portano armature cerimoniali in oro, bronzo o acciaio nero, talvolta incise con rune draconiche o raffigurazioni degli Aspetti, mentre quelle che vivono in condizioni più primitive si adornano di ossa, piume e corna, privilegiando la funzionalità e l’eredità totemica sull’estetica. Ogni capo, sia esso rustico o elaborato, è comunque intriso di significato culturale: per un Dragonoide, l’abito è simbolo d’identità, lignaggio e connessione ancestrale.
Distribuzione Geografica
I Dragonoidi sono diffusi su tutto il continente di Calendor e sulle sue isole, ma la loro presenza è tutt’altro che comune o visibile. Vivono in luoghi remoti, spesso inaccessibili, scelti non solo per la protezione naturale che offrono, ma anche per l’affinità mistica con gli antichi draghi da cui discendono. Ogni tribù o clan si stabilisce in ambienti che riflettono la natura del proprio progenitore: i Dragonoidi rossi abitano catene montuose vulcaniche, i neri si celano tra le nebbie delle paludi, i verdi vivono in fitte giungle intrise di magia antica, mentre i dorati scelgono alture luminose, aperte al cielo e isolate dal mondo. Quelli legati ai draghi metallici tendono a insediarsi in luoghi più elevati, simbolicamente e fisicamente, come cime montuose o altopiani sacri, mentre le tribù cromatiche preferiscono territori più selvaggi, inospitali o avvolti da un’aura di pericolo. La bassa densità della loro popolazione li aiuta a mantenere il riserbo e a sfuggire alle mire delle altre razze. Viaggiare tra le loro comunità è difficile e spesso pericoloso, e per questo molti considerano i Dragonoidi poco più che leggende — spiriti draconici che abitano le frange dimenticate del mondo.
Organizzazione Politica
L’organizzazione politica dei Dragonoidi riflette la loro natura frammentata ma profondamente radicata nelle tradizioni. La loro società si fonda su clan e famiglie, considerati i pilastri fondamentali della cultura dragonoide. Ogni clan custodisce con orgoglio il proprio lignaggio, la propria storia e i propri riti, ed è attorno a questi nuclei che si articola ogni forma di governo. Sebbene esistano tratti comuni — come il rispetto per gli anziani, l’importanza dell'onore e della memoria ancestrale — l’evoluzione di ogni gruppo ha portato a una notevole diversificazione politica. Alcuni clan si sono strutturati come monarchie ereditarie, guidate da un singolo sovrano che si dice discenda direttamente dall’anima draconica originaria; altri adottano forme oligarchiche, rette da consigli di saggi o guerrieri anziani; altri ancora vivono in società tribali, nomadi, dove il comando è fluido e spesso guadagnato con il merito o la visione spirituale. Non esistono due società dragonoidi identiche, e questa varietà è sia la loro forza che la loro fragilità. Se da un lato il riconoscimento dei valori condivisi — come l’onore del sangue, il rispetto per il retaggio e il culto della discendenza draconica — ha permesso alle tribù di cooperare nei momenti critici della storia, dall’altro proprio queste stesse convinzioni, interpretate in modo diverso da clan a clan, hanno spesso acceso antiche rivalità e guerre fratricide. Così, la politica dei Dragonoidi resta un delicato equilibrio tra coesione culturale e orgoglio identitario.
Lingua
La lingua draconica è tra le più antiche del mondo conosciuto, se non la più antica in assoluto. I Dragonoidi la considerano una lingua primordiale, quasi sacra, capace non solo di comunicare, ma di imprimere nel mondo significati profondi, verità antiche e talvolta persino volontà arcane. Ogni parola in draconico è un intreccio di suono, intenzione e memoria: pronunciarla è come evocare un’eco del tempo dei miti. Non a caso, molti incantatori temono — o rispettano — le formule arcane pronunciate in questa lingua, poiché si dice che alcune parole non vadano mai dette invano. Il suo suono è gutturale, vibrante e scandito da ritmi intensi, con consonanti forti, accenti marcati e sequenze vocaliche dense e profonde. Frasi come Tlazko’nath urmexal (“la fiamma conosce la verità”) o Ixchel vak’toruum (“la notte ascolta il sangue”) non sono solo proverbi, ma invocazioni vive, radicate nel potere che ancora scorre nel retaggio dei Draghi. Ogni clan mantiene le proprie varianti dialettali, ma la lingua draconica pura — chiamata Zha’Kaatl dai più anziani — è preservata con cura in rituali, canzoni e iscrizioni sacre. Alcuni sostengono che chi padroneggia davvero il draconico possa piegare la realtà, e forse, risvegliare l’anima dormiente dello Stormo Originale.
Rapporti con le altre razze
I Dragonoidi non intrattengono relazioni formali con le altre razze del continente. Non esistono ambasciatori, alleanze scritte, né rotte commerciali stabili tra i clan dragonoidi e i popoli di Calendor. Troppo ritirati, troppo legati alle proprie terre sacre e alle proprie tradizioni per lasciarsi coinvolgere nei giochi politici del mondo esterno. La loro diffidenza non nasce dall’odio, ma dalla memoria: ricordano un tempo in cui la parola aveva peso e l’onore era più forte di qualsiasi patto scritto. Per questo, i Dragonoidi giudicano gli individui, non i popoli. Un elfo, un umano o un nano che dimostri onore, rispetto per il retaggio e una visione del mondo affine sarà accolto come un fratello, senza bisogno di trattati o promesse. Ma la stessa intensità si applica all’opposto: chi manca di rispetto, chi mente o tradisce, può scatenare l’ira di un intero clan. E in quel caso, anche il viaggiatore più ardito scoprirà che affrontare un gruppo di discendenti draconici non è come affrontare dei semplici mortali — è come risvegliare un frammento del potere dei draghi antichi, con fiamme, gelo, veleno o tuoni pronti a spezzare ogni presunzione. Così, tra rispetto e timore, i Dragonoidi continuano a camminare al margine della storia, scegliendo da sé chi chiamare alleato e chi marchiare come nemico.
Ascendenza Draconica: i Dragonoidi sono di discendenza draconica. Scegli un tipo di drago dalla tabella dell’Ascendenza Draconica. Il soffio e la resistenza al danno sono determinati da questo tipo.
| Drago | Tipo di Danno | Arma a Soffio |
|---|---|---|
| Nero | Acido | Linea di 1,5 x 9 m (salvezza su Destrezza) |
| Blu | Fulmine | Linea di 1,5 x 9 m (salvezza su Destrezza) |
| Ottone | Fuoco | Linea di 1,5 x 9 m (salvezza su Destrezza) |
| Bronzo | Fulmine | Linea di 1,5 x 9 m (salvezza su Destrezza) |
| Rame | Acido | Linea di 1,5 x 9 m (salvezza su Destrezza) |
| Oro | Fuoco | Cono di 4,5 m (salvezza su Destrezza) |
| Verde | Veleno | Cono di 4,5 m (salvezza su Costituzione) |
| Rosso | Fuoco | Cono di 4,5 m (salvezza su Destrezza) |
| Argento | Freddo | Cono di 4,5 m (salvezza su Costituzione) |
| Bianco | Freddo | Cono di 4,5 m (salvezza su Costituzione) |
Soffio Draconico: i Dragonoidi possono usare un’azione per esalare energia distruttiva. L'ascendenza draconica determina forma, area ed effetto dell’esalazione. Ogni creatura nell’area del soffio deve effettuare un tiro salvezza, il cui tipo è indicato nella tabella sopra. La CD di questo tiro salvezza è 8 + il modificatore di Costituzione del Dragonoide + il bonus di competenza del Dragonoide. Una creatura subisce 2d6 danni in caso di fallimento, e la metà in caso di successo. I danni aumentano a 3d6 al 6° livello, 4d6 all’11° livello e 5d6 al 16° livello. Una volta usato il soffio, non puoi riutilizzarlo finché non completi un riposo breve o lungo.
Resistenza al Danno: i Dragonoidi hanno resistenza al tipo di danno associato all'ascendenza draconica.
Linguaggi: i Dragonoidi possono parlare, leggere e scrivere Comune e Draconico. Il Draconico è considerato una delle lingue più antiche e viene spesso utilizzato nello studio della magia. Ai più, suona aspro e duro, ricco di consonanti marcate e sibilanti.


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