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Ultimo Porto

Un tempo la seconda città dell'Isola di Umbal, Ultimo Porto è l’unico grande centro ad essere sopravvissuto alla Notte del Buio, la catastrofica tempesta che in una sola notte distrusse metà dell'isola di Umbal e gli arcipelaghi del Nord, e ai successivi anni di innalzamento delle acque e di carestia e siccità. E' una città stato che si vanta di essere l'erede dell'antico Regno di Umbal, e cerca in ogni modo di riottenere la supremazia sui mari che aveva l'antico regno (o quella che la propaganda di Ultimo Porto descrive come tale) e di porsi come erede e continuatrice delle antiche tradizioni. Nonostante la maggior parte della popolazione di Ultimo Porto creda al sogno proposto dalle Antiche Nove , sempre più persone si chiedono se questo sogno non sia solo un ostacolo alla sopravvivenza a breve e a lungo termine e, iniziando a mettere in dubbio questo sogno hanno iniziato a mettere in dubbio l'autorità del governo e il suo potere sulla vita cittadina. La maggior parte dell'opposizione al governo cittadino si concentra nel porto e nelle zone limitrofe, dove la popolazione locale è in contatto quotidiano con le popolazioni degli arcipelaghi, degli insediamenti e dei regni subacquei, e vede con più chiarezza la differenza tra la vita a Ultimo Porto e il resto di Umbal è evidente: nella città secondo gli standard della maggior parte della popolazione la vita è più ordinata e civilizzata, ma la natura rimane estremamente ostile e aggrava tutti quei problemi quotidiani (approvvigionamento alimentare, riscaldamento, accesso alle risorse, eccetera) che altrove vengono gestiti più facilmente. Molti si limitano ad esprimere il proprio dissenso in privato o con i propri compagni di bevute, altri però si sono organizzati in gruppi che, con varie tecniche e agende, si oppongono al governo. Più di metà dell’isola di Umbal è ormai sommersa da più di due secoli e, nonostante molto del patrimonio passato sia andato distrutto, il fondo marino è ancora costellato di ricchezze inenarrabili e, ancora più importante, di antichi artefatti e conoscenze ormai perduti. Il mare sopra le rovine pullula di navi di esploratori, archeologi e avventurieri, che cercano sul fondo materie prime, reperti e oggetti magici; l’insediamento galleggiante fisso di Cima Bianca funge da punto di raccolta e smistamento delle navi e ospita una guarnigione fissa di avventurieri e cacciatori di mostri, che provano a proteggere le missioni verso le rovine sommerse dai mille rischi dell’oceano e delle rovine stesse.   La cultura cittadina ruota attorno al tentativo di riprodurre i fasti (veri o percepiti) dell’antico regno e di mantenere il più possibile intatta la sua cultura, oltre che di ottenere l’effettivo controllo dei mari circostanti (potendo così rendere reale la propaganda del governo cittadino). Questo obiettivo è però ostacolato sia dall’effettiva geografia della regione e dalla natura ostile ed estrema del paesaggio naturale, sia dall'afflusso di navi e persone dagli arcipelaghi e dalle città galleggianti nel porto cittadino, e dallo scambio di pratiche tra i marinai della città e gli altri, che stanno portando inevitabilmente a un cambio culturale. La cultura degli abitanti di Ultimo Porto è definita, in un modo o nell’altro, dal loro rapporto con il passato dell’isola: da un lato il continuo tentativo di ricostruire le tradizioni, i valori e le abitudini del vecchio regno sulla base delle memorie orali, dei canti, dei rarissimi testi scritti e rappresentazioni visuali; dall’altro la spinta a superare quel passato responsabile della Decimazione per costruire una nuova vita in grado di fiorire in un ambiente attivamente attivo. A questa visione si affianca una visione contraddittoria riguardo la mescolanza tra Ultimo Porto e il resto di Umbal: si tratta di una necessità e, in fin dei conti di un’evenienza inevitabile che una parte sempre crescente della popolazione celebra, però le élite e la parte più tradizionalista della città pensano che i contatti con gli esterni vadano limitati agli scambi commerciali o collaborazioni utilitaristiche per evitare “inquinamenti” delle loro amate tradizioni.

Governo

La politica cittadina è governata da una manciata di famiglie, dette le Antiche Nove, riunite nel cosiddetto Consiglio Reale, che sceglie i membri del governo cittadino, ufficialmente tra i “cittadini più meritevoli” (di solito invece tra le Antiche Nove, le famiglie a esse connesse o tra i loro protetti). Anche se in teoria dovrebbe essere il governo a decidere le politiche cittadine con la guida del Consiglio Reale, nella pratica sono le famiglie nobili a controllare il governo. Il Consiglio elegge un re tra le Antiche Nove, tramite un lungo e complesso rituale segreto. Negli ultimi 50 anni la famiglia Ghavaliant è riuscita ad assicurare il trono a tre dei suoi membri. L’ultima è la regina Godiva Ghavaliant I, salita al trono da pochi anni ma che, secondo le voci di corridoio del Palazzo Reale, sembra più che intenzionata a trovare un modo per mantenere il potere saldamente nelle mani della sua famiglia.   I due gruppi di oppositori più importanti alle Antiche Nove sono: i Realisti; l’Onda Nera .
Luogo sotto
Organizzazione Proprietaria

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