Tempio dell’Equilibrio
Il Tempio dell’Equilibrio si staglia tra le arterie principali di Vhar-Kazet come un monumento di serena maestà. Costruito con pietra chiara e marmo scolpito, la sua forma circolare e il colonnato che lo circonda evocano un senso di armonia e centralità. Sorge nel distretto delle Cime Occluse, a due passi dal Crocevia della Soglia, là dove le tensioni della città sembrano attenuarsi nel silenzio misurato della pietra sacra. Questo tempio è consacrato a Nex, divinità cardine dell’intera cultura nexiana, la cui dottrina promuove il bilanciamento tra forze opposte: luce e ombra, ordine e caos, materia e spirito.
L’interno del Tempio è un unico vasto spazio, privo di divisioni o altari minori, con al centro una colossale statua in pietra levigata che raffigura Nex in forma androgina, con un volto diviso a metà da un delicato gioco di ombre scolpite. Attorno alla statua si sviluppa un altare circolare in marmo bianco, luogo di meditazione e offerta, dove si bruciano incensi e vengono lasciati simboli di dualità: pietre e piume, frammenti di metallo e ramoscelli, tazze d’acqua accanto a ceneri fredde.
La guida del Tempio è Xanleath Lorafen, mezzelfo dal portamento calmo ma dallo sguardo inquieto, come se scrutasse costantemente i confini invisibili che separano il reale dall’inconoscibile. È una figura amata e rispettata, non solo per la sua saggezza, ma per la compostezza con cui affronta anche i casi più delicati, in particolare quelli legati alla corruzione del Vuoto, i cui effetti mentali sono spesso difficili da spiegare e ancor più da curare. Xanleath non esita ad accogliere coloro che si sentono contaminati o turbati, offrendo riti silenziosi e lunghe veglie rituali nella quiete del tempio.
Un aspetto peculiare e unico del Tempio dell’Equilibrio è il forum mattutino che si tiene ogni giorno all’alba. Non si tratta di una funzione religiosa nel senso stretto, ma di un confronto aperto tra cittadini, chierici, filosofi, artigiani e perfino nobili, in cui si discute liberamente di politica, dogmi, etica e misteri del cosmo. Non esiste un oratore fisso né una struttura rigida: ogni parola è pesata in funzione dell’equilibrio tra visioni, ed è questo dialogo a essere ritenuto, di per sé, un atto di devozione. Lord Bernard Hottenbraw, benché presente a molte di queste sedute, vi prende raramente la parola, limitandosi a osservare con il suo solito sguardo altezzoso e distante, forse a valutare, forse solo a controllare.
Il tempio non è solo luogo di culto, ma anche baricentro morale e sociale della città. I suoi silenzi parlano più di mille sermoni, e tra le sue colonne circolano, come brezze leggere, speranze, dubbi, visioni e timori, incarnando appieno il fragile equilibrio che Vhar-Kazet cerca di mantenere ogni giorno.
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