Sessione 67 - Tossine
I Protagonisti proseguono le indagini e sorvegliano Raina...
General Summary
Mentre Goldrick vigila su Raina a "L'Ultimo Braciere", il resto del gruppo si inoltra nel Mercato Nero sotterraneo cercando di venire a capo della seconda pista da loro individuata. Quella cioè della misteriosa sostanza soporifera usata dal doppelganger in varie circostanze. Dopo aver vagato per un pò tra le botteghe e le bancarelle in cerca di indicazioni su dove e a chi potersi rivolgere per venire in possesso di informazioni importanti al riguardo, Tiresio, Lucien e Karak vengono indirizzati verso un individuo che gestisce un negozio di oli e profumi. Così, facendosi strada nella semi-oscurità del luogo avvolta nel tenue brusio e nella tesa diffidenza dei suoi anonimi visitatori, i tre scendono di due livelli sul lato dell'enorme sala nel quale si trovano per poi raggiungere il lato opposto attraverso un ponte sospeso di legno e corde. Superando un lungo porticato poco frequentato con una balconata che si affaccia sull'intero mercato che si sviluppa una dozzina di passi più in basso, essi raggiungono quindi l'ingresso di una bottega. Priva di insegna, essa appare piuttosto piccola dall'esterno e la porta di legno socchiusa non permette di scorgere molto al suo interno ad eccezione della presenza di un paio di clienti intenti a mercanteggiare con il gestore, un piccolo halfling. Una creatura umanoide per nulla comune ma nemmeno troppo rara nella Valle, appartenente ad una razza identica agli umani ma di dimensioni e stazza paragonabili a quelle di un bambino di 8-10 anni. Una razza che hanno già avuto modo di osservare alcune volte per le strade di Sturben. Accanto all'entrata, tuttavia, una piccola vetrina debolmente illuminata da una lanterna permette di capire a cosa è adibito quel luogo. Una serie di boccette e fiale dai vari e diversi colori, infatti, sono esposte in bella mostra su alcuni ripiani a favore di chi percorre il porticato, in modo da incuriosire ed attirare gli interessati. Ogni contenitore riporta un'etichetta con una scritta e, grazie a ciò, è piuttosto semplice, anche per dei profani, comprendere la natura del loro contenuto. Oli e profumi, appunto. I tre, sfruttando la presenza dei clienti che distraggono l'halfling, sostano per qualche attimo di fronte alla vetrina pianificando come comportarsi con lui. Concordando sullo sbottonarsi il meno possibile riguardo alla loro indentità e alla loro indagine cercando invece dall'altro lato di apprendere, pur con cautela, tutte le informazioni che riusciranno ad acquisire, essi pianificano una condotta che, a meno di necessità, non implica l'uso delle loro capacità magiche. "Non vogliamo dare nell'occhio...", conclude Lucien, preparandosi ad entrare. Così, non appena poco dopo i due clienti, una donna dai capelli corvini ed un uomo armato che pare scortarla, lasciano il negozio con una certa fretta, i tre vi fanno il loro ingresso. L'interno del locale, effettivamente piuttosto angusto, è costituito da un piccolo spazio per i visitatori completamente circondato su ogni lato da scaffali e librerie stracolmi di fiale, boccette e ampolle di svariate forme e dimensioni, contenenti liquidi multicolori. Come quelli esposti nella vetrina, essi hanno etichette riportanti i loro nomi. Rugiada dei Boschi, Fragranza dei Sogni, Fioritura Ancestrale, Olio del Sanctum, Incenso del Velo, Profumo di Rosa di Sangue, Olio di Loto Cinereo, sono solo alcuni della miriade di sostanze presenti. Poco più in là, dietro ad un basso bancone di legno nero che si estende sul lato opposto rispetto al minuto ingresso, un halfling anziano dai disordinati capelli grigi e un elegante corpetto rosso, inforca dei piccoli occhiali per scrutare meglio i suoi nuovi clienti. Accogliendoli con un saluto e un sorriso mentre chiude e ripone a lato quello che pare un vecchio registro, egli li squadra da capo a piedi, attirando la loro attenzione. Come da loro deciso, i tre iniziano quindi a parlare e a fare domande al gestore provando a raccogliere le informazioni che cercano prendendo alla larga l'argomento. Così, affermando di aver visto all'opera una certa sostanza in grado di addormentare le vittime che la inalano e di renderle poi al risveglio confuse e smemorate nei particolari degli ultimi eventi, essi insistono sul volerne sapere di più. L'halfling, pretendendo e ricevendo da loro un piccolo pagamento per quella consulenza, dopo aver riflettuto, mette al corrente i tre di ciò che sa al riguardo. "Mmmh, è difficile da dire", esordisce grattandosi pensieroso il curato pizzetto, "ma non credo di avere nessun prodotto che assomigli a quello di cui parlate. Qui ci sono oli e profumi molto...particolari, per così dire. Illegali, per ingredienti, natura ed effetti. Può sembrare strano ma ne ve sono molti e dagli usi più disparati, come per esempio per assoggettare la mente di una persona o per la conservazione e l'imbalsamazione di cadaveri. Tuttavia nessuno di quelli che conosco e di cui dispongo rispecchia le qualità che avete citato. Forse alcuni possono farlo ma solo di una parte di quelle qualità, non tutte. E se si cerca di combinare quelle sostanze per crearne una in grado di possedere contemporaneamente tutte quelle qualità, il risultato è scadente. Tali qualità sono uniche e miscelando le sostanze tendono a diluirsi e a perdere intensità, talvolta scompaiono completamente. Come per esempio accade con questo...", continua l'halfling afferrando su uno scaffale posto dietro al bancone una fialetta sigillata con un liquido rossastro e denso all'interno. "Questo è uno dei cosiddetti 'Filtri di perdita della memoria' più efficaci, il Sargalis", spiega mostrando la boccetta che stringe tra le dita ai suoi tre interlocutori, "E' sufficiente spalmarlo sulla pelle del collo, come un profumo. Ma se viene contaminato prima dell'applicazione, anche solo con una goccia d'acqua, perde gran parte delle sue proprietà. Come vi ho detto", conclude poi riponendo la fiala sullo scaffale, "non c'è modo di creare la sostanza a cui accennate e so per certo che non esiste in natura. Almeno per quanto riguarda le mie competenze...". A tali parole, la delusione dei tre si fa intensa e palpabile. Nemmeno l'inaspettata informazione relativa ad un olio in grado di conservare perfettamente i cadaveri, cosa che li fa pensare immediatamente alla risposta ad uno degli interrogativi rimasti irrisolti della passata faccenda del necromante e che, almeno in parte, li appaga per qualche istante, riesce a distoglierli dal rimuginare su come procedere a quel punto. Tuttavia, altrettanto inaspettatamente, l'halfling aggiunge subito dopo una frase che torna a farli sperare. "Considerando invece il tutto con una visione più ampia", afferma riposizionandosi gli occhiali sul naso, "forse la sostanza che cercate potrebbe essere di altra natura piuttosto che un olio o un profumo. E se c'è qualcuno che a Sturben può saperlo, quella è senz'altro lei... Si chiama Agata, la sua bottega è un livello più sotto. E' un alchimista, così si fa chiamare, molto abile. Si occupa di sostanze naturali e artificali di ogni sorta. Lei può esservi di aiuto ma, badate bene, è un tipo piuttosto...complicato con cui avere a che fare. Non ha una bella reputazione. Diciamo che non mi sta particolarmente simpatica ma devo riconoscere che la sua professionalità e le sue abilità sono indiscutibili. Dovreste provare a chiedere a lei...". Accogliendo quel suggerimento con rinnovata fiducia, i tre decidono di seguirlo, ringraziando e salutando quindi l'halfling e lasciando il suo negozio senza indugiare oltre. Percorrendo poi la strada da questo indicatagli, si muovono verso il livello inferiore di quel lato del mercato, scendendo una scala a chiocciola interna scavata rozzamente nella pietra. Nel giro di un paio di minuti, alla fine, raggiungono la bottega in una zona se possibile ancora più buia e meno frequentata delle altre. Alla flebile luce di una lanterna vecchia e sporca, un'insegna di legno con inciso "Agata" campeggia sopra l'ingresso. Un ingresso semplice, privo anche di una vetrina al contrario del negozio precedente e caratterizzato soltanto da una normale porta di legno rinforzato. Dopo aver sostato sul posto per qualche attimo per ribadire tra loro la stessa linea di condotta usata con l'halfling e se possibile ancor più cauta viste le premesse, i tre aprono la porta entrando nella bottega. Questa, poco più grande dell'altra, appare in realtà piuttosto simile. Interamente in legno, il pavimento di vecchie assi scricchiolanti e il soffitto con travi scure racchiudono quattro pareti arredate con grandi librerie sulle quali si trovano una moltitudine di ampolle, caraffe e contenitori di varie forme e dimensioni. Soltanto pochi di essi, contrariamente al negozio di oli e profumi, sono dotati di etichette visibili e almeno la metà sono tali da non permettere la visione del loro contenuto dall'esterno. Vicino alla libreria sulla sinistra rispetto all'ingresso, una figura è in piedi, apparentemente intenta a riordinare uno scaffale. Illuminata dalla soffusa luce di alcuni candelabri accesi agli angoli della stanza, una donna si volta verso il gruppo. Un'affascinante donna sulla 30ina, alta e snella, dai lunghi e lisci capelli rossi scuri, i grandi occhi verdi e le labbra pronunciate. I suoi bei lineamenti, accentuati da un perfetto trucco scuro leggero e non invadente, contribuiscono a darle un'aria elegante e altolocata insieme al suo portamento, alle sue movenze e al suo abito, una lunga e pregiata tunica nera che le copre completamente il corpo, sormontata da un basso bavero di pelle marrone intorno al collo, sul petto e sulle spalle. Notati i tre, la figura li accoglie con modi garbati portandosi con calma dietro un lungo bancone, anch'esso di legno finemente intagliato, che si trova sul lato opposto all'entrata. Ancora una volta, come in precedenza con l'halfling, i tre si avvicinano al bancone ed esordiscono con cautela e attenzione, ponderando bene le proprie parole e cercando di interpretare l'atteggiamento dell'alchimista. "State chiedendo una consulenza", risponde Agata con un'espressione seria e impassibile alle loro parole, scrutandoli da capo a piedi, "vi costerà qualche pezzo d'oro. Tuttavia, vista la natura dell'argomento, se non vi dispiace parlerei del mio compenso alla fine della nostra chiacchierata, quando avremo un'idea precisa della portata della consulenza stessa". Al cenno di assenso del gruppo, ella li invita quindi a presentarle la questione e i tre lo fanno con prontezza e precisione. Un'attenzione ai dettagli che la donna sembra apprezzare, nonostante l'apparente illeggibilità del suo volto e dei suoi pensieri. Un atteggiamento che rende dubbiosi Lucien, Karak e Tiresio sulle intenzioni di Agata e, di conseguenza, ancor più guardinghi. Dopo che i tre hanno esposto le caratteristiche della sostanza che stanno cercando, la donna sembra intuirne immediatamente la natura. Con sguardo deciso e sicuro, infatti, accennando al fatto di averne un'idea, chiede ai suoi interlocutori di attendere qualche minuto mentre ella si porta dietro ad una tenda chiusa alle spalle del bancone. I tre accettano, desiderosi di sapere cosa l'alchimista abbia da dire e mentre aspettano odono leggeri rumori di oggetti spostati in quello che pare essere il retrobottega. Poi, pochi attimi più tardi, la donna ritorna da loro con un piccolo ma raffinato portaboccette in legno scuro, nel quale, tra gli otto scomparti, ve ne sono solo due occupati con delle fialette. "Ecco qui", afferma poggiandolo sul bancone ed estraendone una boccetta sigillata con un liquido semi-trasparente all'interno, "Prego, dovrebbe trattarsi di ciò che state cercando", aggiunge, porgendo loro la fialetta. E' Karak ad afferarla, aprirla e sentirne l'odore come riprova delle parole di Agata. E quando lo fa, le sue perplessità che possa trattarsi di ciò che vanno cercando diventano certezze. L'inconfondibile profumo che aveva già sentito sulla veste di Slavko e del quale sia Alexandra che Magda avevano fatto riferimento, infatti, pervade le sue narici. Un odore floreale, seguito da un latente e tradivo zaffo metallico. Il suo annuire convinto è la conferma che gli altri stavano aspettando. "E' chiamata Nebbia Mentale", comincia la donna facendosi restituire la boccetta e reinserendola nel contenitore, "E' una droga piuttosto costosa e in voga presso la nobiltà. Causa un leggero torpore e una lieve perdita di memoria che aiuta chi la assume a lasciarsi alle spalle i propri problemi e...godersi il momento, diciamo. Una singola dose, che deve essere inalata nonostante si tratti di un liquido, agisce molto velocemente e proprio per questo non esiste un antidoto nè una contromisura, durando poi per circa mezz'ora. Tuttavia, ad alte dosi questa droga diventa un veleno. I suoi effetti in quel caso, ai quali si aggiunge anche un'azione sonnifera ed una certa confusione al risveglio, sono amplificati e più duraturi e, in caso di dosi massiccie, possono portare anche alla morte. Ciascuna di queste piccole fialette rappresenta una dose". Quelle parole, semplici e chiare, raggiungono i pensieri di Tiresio, Karak e Lucien provocando in loro un sentimento di soddisfazione paradossalmente quasi insperato, per quanto desiderato. E una volta afferrato, i tre non hanno intenzione di lasciarselo scappare, volendo approfondire l'intero discorso. "Non possiamo fare a meno di notare come manchino alcune boccette dal contenitore", inizia Lucien, "magari qualche cliente le ha acquistate di recente? Sarebbe possibile avere qualche informazione a riguardo?". A quella domanda, benchè l'espressione di Agata rimanga la medesima, i tre percepiscono come l'atmosfera all'interno della bottega muti in una più tesa e sospettosa. "La consulenza sta diventando qualcosa di più, signori", risponde la donna, continuando a fissarli minuziosamente, "Qualcosa di diverso anche. Qualcosa di rischioso. Ho sempre fatto della professionalità, della serietà e della riservatezza le mie doti principali, oltre ovviamente delle capacità, delle competenze e delle conoscenze nel mio settore. Qualità che, comprenderete, sono molto importanti, specialmente in un luogo come questo. Non avrei raggiunto la mia fama senza di esse. Adesso mi state chiedendo di infrangerne una. La riservatezza. Il segreto professionale nel rapporto tra me e il cliente", continua, non smettendo di scrutarli uno ad uno come a cercare di capire con esattezza con chi ha a che fare, "E' anche vero che, in questo mondo, saper giudicare le persone è altrettanto importante, così da scegliere attentamente e con saggezza coloro con cui condividere le informazioni senza incorrere in...problematiche future. E avere anzi dei vantaggi rispetto al non condividere informazioni o a condividerle con le persone sbagliate. Pertanto", conclude Agata soppesando con attenzione le sue parole mentre fissa i tre con uno sguardo indecifrabile, "nel vostro caso posso fare un'eccezione, visto che credo di poterne beneficiare più che averne conseguenze negative. Vi dirò quello che so, a patto ovviamente che non facciate parola con nessuno del fatto che sia stata io ad informarvi e che il compenso sia proporzionato al rischio che ho deciso di prendermi. Come ho già detto, tuttavia, discuteremo del prezzo alla fine. Siamo d'accordo?". Intanto, a "L'Ultimo Braciere", Goldrick e Raina sono tornati nella sala comune, prendendo posto ad un tavolo ed ordinando qualche boccale di birra. Mentre la sempre sorridente Eike li serve con instancabilità e prontezza, i due hanno modo di parlare, conoscendosi un pò meglio. In questo modo, tra i timori e i dubbi della loro attuale complicata situazione e nell'attesa del ritorno degli altri, il loro dialogo inizia a vertere sul passato. Così, ribadendo come, desiderosa di seguire le orme del fratello Florian, ella sia in viaggio da diverso tempo nella Valle, Raina afferma di provenire da Lechberg. Una cittadina nella parte centro-settentrionale dell'ala est di Borca, nella quale non ha avuto una vita facile, circondata dalla povertà. Goldrick, dal canto suo, risponde alla curiosità della ragazza riguardo al suo cognome spiegando come egli in precedenza appartenesse al ramo principale di una casata nobiliare della parte meridionale dell'ala occidentale. Una casata ricca, potente e facoltosa, proprietaria di vasti terreni, una tenuta ed un villaggio, affacciati su un grande lago. "Ma adesso non più, me ne sono andato da tempo. Non ho più legami con la mia famiglia", aggiunge l'uomo con un'espressione triste e malinconica che fa optare Raina per non approfondire oltre la questione. Pur appartenendo a due estrazioni sociali così diverse ed essendo cresciuti in due zone praticamente opposte della Valle, però, il fatto di essersi incontrati a Sturben per caso e di ritrovarsi adesso nella medesima situazione, oltretutto inseguiti dalle ombre del proprio passato, fa sentire i due in qualche modo simili e legati. Così, tra un sorriso amaro e un sorso di idromele, essi decidono di scacciare i loro pensieri con un brindisi. "Al futuro!", esclama il paladino, ricevendo dalla giovane una convinta risposta mentre i loro boccali sbattono sordamente in aria con rinnovata speranza. "Al futuro!", replica Raina con un sorriso ora sereno. Nel frattempo, al Mercato Nero sotterraneo, Lucien, Tiresio e Karak, dando il proprio assenso alle condizioni poste da Agata, le consentono di metterli al corrente di quanto sa. "Più di due mesi e mezzo fa, un uomo tarchiato, stempiato e dai capelli grigi di circa 60 anni ha acquistato 6 boccette di Nebbia Mentale. Considerando il costo di ognuna, 50 pezzi d'oro, non è un esborso da poco anche se non è praticamente nulla per un nobile o una persona ricca. Si è presentato, ovviamente nel più completo anonimato, affermando di cercare una sostanza in grado di avere quegli effetti e io, dopo averlo informato anche sulle modalità di somministrazione, gli ho venduto il prodotto. Questo è quanto", conclude la donna facendo chiaramente intendere di non sapere altro. Le insistenze dei tre, a quel punto, scontate vista l'informazione ottenuta ma inutili, non portano a nulla sebbene una loro ulteriore domanda provochi un'ambigua risposta da parte dell'alchimista. "Altri clienti particolari nell'ultimo periodo? Con richieste particolari?", esclama la donna increspando leggermente le labbra in un sorriso accennato, "Qui siete tutti clienti particolari con richieste particolari...". Quell'espressione, quei modi, quel fare calmo e sicuro a dispetto della situazione complicata, insospettiscono ancor di più i tre e soprattutto Tiresio che decide a quel punto di verificare definitivamente l'identità e le reali intenzioni di Agata. Così, spostandosi di un passo alle spalle di Karak in modo da sfruttarne la mole per celare i propri movimenti e cogliendo l'opportunità fornita da Lucien mentre questo la distrae parlandole, il bardo ha il tempo per utilizzare l'incanto in grado di rivelare la presenza di magia sulla donna. Tuttavia, oltre ad individuare due auree incantate provenire da lei, poste rispettivamente intorno al collo e sulla sua persona, originate presumibilmente da un pendente non visibile poiché sotto il suo abito e dall'abito stesso, Tiresio non scopre altro riguardo Agata. Pur non costituendo una prova certa della sua non ostilità, la cosa fa tirare un sospiro di sollievo al bardo visti i suoi dubbi potesse trattarsi di una creatura magica pericolosa più che di un'umana. E, inoltre, lo fa optare per rivelarle alcuni dettagli che il gruppo aveva invece deciso di omettere sulla faccenda, sapendo di rischiare ma sperando che, con tali informazioni, la donna possa essere loro ancor più d'aiuto. "Stiamo cercando un doppelganger, un mutaforma", inizia deciso tra la perplessità di Karak e Lucien, "un essere in grado di assumere le sembianze altrui. Potrebbe essere stato quell'uomo...o qualcun altro che è giunto qui acquistando altri prodotti...". A tali parole, Agata fissa Tiresio con curiosità, allargando poi la vista anche agli altri. Con una reazione fin troppo composta e rilassata a quella rivelazione. Come chi non ne è affatto impressionato nè è all'oscuro dell'esistenza di tali esseri. "E che magari, con aspetto differente, si sia presentato più di una volta comprando ogni volta sostanze diverse ma avendo comportamenti identici...", esclama a sorpresa l'alchimista, esibendo di nuovo un sorriso appena percepibile mentre li squadra con occhi decisi, dalle palpebre leggermente calate come chi è imperturbabile, ha tutto sotto controllo e non è per nulla turbato. Comprendendo di partecipare a questo punto ad una vera e propria partita a scacchi con la donna, i tre decidono di non tirarsi indietro e di approfondire la faccenda nonostante i rischi del caso. La posta in gioco, in fondo, è alta e quella pare una pista molto promettente. Forse l'unica veramente rimastagli. "Cosa può dirci a riguardo?", le chiede quindi esplicitamente Lucien. "Prima di questo, discutiamo del mio compenso", replica lei, poggiando una mano sul bancone, "Qualcosa mi dice che da voi posso ottenere più che qualche semplice pezzo d'oro. Siete dei viaggiatori ed avete esperienza con situazioni...delicate. E' lampante. Pertanto, potrei sfruttare i vostri viaggi e le vostre capacità per qualcosa di vantaggioso. Sapete, il mio lavoro è piuttosto complicato. Non solo perchè è illegale. Anche procurarmi gli ingredienti delle mie creazioni è un'impresa, non soltanto vendere i miei prodotti. Quindi vi propongo di far combaciare i nostri reciproci interessi. Voi continuerete a viaggiare e quando lo farete mi interpellerete in modo che io possa usarvi come...corrieri, sia per la consegna delle mie creazioni che per portarmi gli ingredienti di cui ho bisogno. E se lo vorrete, potrete acquistare da me quello di cui necessiterete usufruendo di uno sconto ragionevole. Ovviamente, mi aspetto massima professionalità e riservatezza, così come vi saranno dalla mia parte. E' un accordo soddisfacente per voi?". Dopo essersi scambiati uno sguardo di approvazione, i tre danno il proprio definitivo assenso a quella proposta senza rimuginarci troppo, ritenendola sensata e tutto sommato favorevole visti gli incarichi di Pavlic che anche in futuro dovrebbero portarli a spostarsi e a viaggiare, per lo meno nei dintorni di Sturben. Così, dopo essersi stretti la mano in segno di accordo stipulato tra gentiluomini e gentildonna, Agata riprende a parlare. "Quindici giorni fa, una giovane ragazza dai corti capelli rossi e la bassa statura ha acquistato 5 dosi di veleno di Vipera Rossa e 4 fialette di acido. Per quanto riguardo l'acido non c'è nulla da aggiungere, a parte che quello che le ho venduto è particolarmente aggressivo e potente. Per il veleno, invece, si tratta di una tossina da ferimento. Viene di solito, cioè, applicata sulle lame e, benchè non vi rimanga a lungo, è in grado di causare pungenti dolori a chi ne viene ferito, anche solo superficialmente. E' una sostanza che colpisce i nervi, capace di provocare forti e dolorose contrazioni muscolari. Inoltre, la ragazza ha chiesto anche informazioni riguardo i veleni da ingestione, senza però acquistarli. Sei giorni fa, poi, si è presentato un ragazzo, alto e dai capelli castani, ben vestito a differenza della giovane, e lui ha acquistato proprio un veleno da ingestione, detto Bacio del Morto, in grado di provocare la morte per asfissia nel giro di un minuto a chi lo ingerisce. Ha comprato 10 dosi più una dose di antidoto. Ma a parte il comune interesse verso quel tipo di tossina, i due avevano qualcos'altro di simile. Entrambi compivano infatti un gesto identico, un movimento della mano. Una sorta di tic nervoso, probabilmente inconscio. Con la mano sinistra si portavano, in modo pressochè equivalente, una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro. Può sembrare poco, quasi nulla, ma per un occhio attento quel gesto è apparso come se fosse stato effettuato dalla medesima persona. Credo non ci sia bisogno che io aggiunga altro...", conclude l'alchimista, lanciando uno sguardo oltre i suoi interlocutori per controllare che alla porta non vi sia nessuno. Comprendendo come ella abbia adesso detto loro veramente tutto quello che sa e che pare impaziente di non prolungare oltre il loro incontro, i tre decidono di lasciare il negozio senza chiederle altro. Ringraziandola con la promessa di tornare quanto prima per accordarsi nello specifico sugli incarichi che ella affiderà loro alla luce della loro intesa, quindi, Tiresio, Lucien e Karak escono dalla bottega cercando di dare meno nell'occhio possibile. Mischiandosi tra la folla come fantasmi, percorrono perciò la stessa strada fatta all'andata e, in pochi minuti, raggiungono l'uscita del Mercato Nero, salendo la sua scalinata buia e varcando il passaggio segreto. Una volta ritrovatisi nel vicolo all'esterno, infine, cercando sempre di passare inosservati, essi si reimmergono tra le bancarelle del Grande Mercato, frequentato come al solito nonostante l'ora, e poi per le vie della cittadina. Una Sturben deserta, silenziosa e nebbiosa li accoglie per le sue strade buie nel cuore della notte, accompagnandoli con un freddo pungente e gonfi rivoli d'acqua sporca ai lati delle strade. Unici testimoni, insieme alle molte pozze sparpagliate sulla pavimentazione disconnessa, del temporale di qualche ora prima. Incrociando lungo la strada un paio di carrozze, un vagabondo solitario e probabilmente ubriaco ed una ronda della Milizia che si aggira per le vie del Quartiere delle Gilde con una lanterna che a mala pena rischiara le tenebre circostanti, i tre giungono alla fine a "L'Ultimo Braciere". Nella sala comune praticamente deserta ad eccezione di un paio di avventori seduti ad altrettanti tavoli, Lucien, Karak e Tiresio scorgono immediatamente quello al quale Raina e Goldrick sono ancora seduti, raggiungendoli. E così, quando ormai sono quasi le tre di notte, il gruppo si riunisce nuovamente. Dopo aver controllato reciprocamente le rispettive scaglie in loro possesso come concordato in precedenza ed essere quindi certi delle loro reali identità, il warlock, il bardo e il ladro ordinano a loro volta qualcosa da bere e, godendosi la bevuta portata da Anya e il tepore della locanda, ragguagliano gli altri su quanto hanno scoperto, dando vita ad una discussione che i tre hanno atteso di approfondire rimandandola proprio al momento nel quale il gruppo sarebbe stato al completo. Così, inevitabilmente, i quattro iniziano a riflettere su tali informazioni, informazioni che innescano in loro una miriade di nuovi ragionamenti e supposizioni. E con essi, immancabili dubbi. Pur avendo avuto, infatti, la conferma, a patto di credere alle parole ed alla ricostruzione dei fatti di Agata, dell'attività del doppelganger dietro l'acquisto della Nebbia Mentale la quale, tra l'altro, si è rivelata la sostanza che stavano cercando, le loro menti rivolgono inevitabilmente le proprie attenzioni agli altri acquisti del mutaforma. Acido, veleni da lama e da ingestione. Perchè si era procurato tali sostanze? A che scopo? Quali erano le prossime mosse del suo piano? Un'altra, l'ennesima, serie di domande alle quali non riescono a trovare risposte, o almeno non soddisfacenti o sufficienti per organizzare un piano efficace e delle contromisure. Perdendosi in quel vortice di incertezze, rischiano quasi di farsi avvelenare a loro volta da una tossina forse peggiore di quelle acquistate dal mutaforma. L'insicurezza. Qualcosa che, comprendono, non possono permettersi. "E' meglio se andiamo a riposare", esclama alla fine Lucien, "Abbiamo fatto qualche passo in avanti, sappiamo che il doppelganger ha probabilmente un tic nervoso e quindi potremmo addirittura riconoscerlo, nonostante i suoi travestimenti. Ma per servirci efficacemente di tutte queste ultime informazioni dobbiamo avere la mente lucida. Ed ora non l'abbiamo. Suggerisco di andare a dormire. Domani, ristorati nel corpo e nella mente, affronteremo la questione e ci organizzeremo per il ballo. Dovremmo riuscirci nel pomeriggio, subito prima di presentarci a Villa Golofkin". L'assenso di tutti gli altri, Raina compresa, decreta a quel punto i loro passi successivi. Così, desiderosi di rimuginare sull'intera situazione singolarmente e di dormire per qualche ora prima di un nuovo scambio di idee, essi si dirigono nella loro stanza al piano superiore. Prima però, mentre Anya finisce di pulire e riordinare la sala comune invitando anche i due ultimi avventori oltre a loro a lasciare la locanda, Karak ne approfitta per prendere un'ultima boccata d'aria fresca. Tornato quindi all'esterno da solo, sui pochi gradini che danno accesso all'edificio, il ladro assapora per un attimo il silenzio della notte urbana. Benchè infatti esso lo abbia inquietato fin dal loro arrivo nella cittadina, in questo momento gli offre un modo per dimenticare, anche se per poco, tutti i pensieri che gli stanno attraversando la mente. Un modo per fare tabula rasa e ripartire. Ma proprio quando il lucertoloide socchiude gli occhi e rilassa le membra calandosi nella piacevole sensazione di non pensare a nulla, un grido improvviso scuote la notte. E con essa, anche le sue scaglie. Un urlo lontano, distante, possente, che si leva dalle strade e dai vicoli, oltre i tetti delle case, verso nord. Un grido di qualcuno furibondo, un grido di battaglia. Scrutando istintivamente in quella direzione, però, Karak non nota nulla. Un istante dopo, infatti, la notte torna ad inghiottire ogni cosa in una quiete apparente. E dell'urlo solitario che l'ha squarciata non rimane che un debole eco. Come guidato da un'altra volontà, i suoi muscoli fanno per muoversi e scattare lungo la strada buia e deserta verso nord, spinto dalla sua curiosità. Ma poi egli nota come la sua ombra, proiettata sui gradini davanti a lui dalle flebili luci della sala comune de "L'Ultimo Braciere", di colpo, si getti ai suoi piedi e cerchi di nascondersi usandolo come scudo. Chiaramente impaurita e forse sopraffatta come da un'indole di autoconservazione. Ciò lo preoccupa e lo costringe a fermarsi, non dando seguito alla sua reazione iniziale. Poi, la sua mente riprende a ragionare. Non avrebbe potuto fare molto comunque, qualunque cosa fosse stato quel grido. Chissà quanto distante, chissà dove. Chissà originato da chi e perchè. Avrebbe perso tempo prezioso nel chiamare gli altri e, ammesso che poi essi lo avessero seguito dandogli credito su qualcosa che molto probabilmente non avrebbe dovuto riguardarli, non avrebbe nemmeno saputo come affrontare la cosa. Senza contare il fatto che la sua ombra ne pareva molto intimorita e, alla luce degli ultimi eventi, era portato ad avere fiducia delle sue reazioni. Così, seppur con una curiosità non del tutto sopita che continuerebbe invece a spingerlo nell'indagare in proposito, egli decide alla fine di rinunciare. Lanciando un ultimo sguardo oltre i profili bui dei tetti degli edifici davanti a lui, con uno sbuffo, Karak rientra quindi nella locanda. Riunendosi agli altri, senza dir loro nulla riguardo quell'episodio vista la sua natura trascurabile, il lucertoloide li segue nella loro camera dopo aver augurato la buona notte ad Anya. Ancora una volta, come in precedenza, per questioni di sicurezza, essi chiedono a Raina di dormire con loro per poterla sorvegliare meglio e la ragazza, d'accordo e tutto sommato già abituatasi alla cosa, accetta. Pertanto, guadagnando la stanza e assicurandosi di averne chiuso porta e finestra, i cinque si coricano stabilendo i turni di guardia per la notte. Poi, uno dopo l'altro, tra mille pensieri, si addormentano infine scivolando in un sonno carico di apprensione. Al termine di una notte senza imprevisti, circa otto ore più tardi, alle undici del mattino, i loro occhi si riaprono e le loro menti si ridestano, accolti da alcuni insolitamente brillanti e luminosi raggi di sole che filtrano dalle tende della camera. Nonostante quell'inaspettata e piacevole accoglienza, tuttavia, i loro pensieri, fin da subito pesanti e inquieti, già vagano al futuro. A ciò che verrà. Istintivamente, i quattro si cercano e trovano con lo sguardo, Raina compresa. Non hanno bisogno di aprir bocca per dirsi quello che già sanno. L'atteso giorno è finalmente arrivato.
Personaggi con cui si ha interagito
Agata, Raina, Eike e Anya
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Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
17 Nov 2025
Luogo Primario
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