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Una terra affascinante e misteriosa ma anche oscura, meschina e maledetta. Un luogo pieno di sogni e di incubi, di speranze e di rassegnazione, di possibilità e di barriere invalicabili. Un' "affascinante e terribile contraddizione" l'ha definita qualcuno. Non potrebbe essere descritta meglio di così...

Sessione 68 - Nella tana del bianconiglio

I Protagonisti mettono a punto il piano per il ballo...

General Summary

Mentre Raina si prende qualche minuto per cambiarsi e prepararsi in vista della giornata ritirandosi nella sua camera, il gruppo fa altrettanto nella propria, iniziando già a ragionare su come compiere i suoi prossimi passi. Così, seppur ancora influenzati da diversi dubbi e pensieri, al termine di un lungo confronto che si rivela comunque più sereno, razionale e produttivo di quelli della notte precedente proprio come da loro auspicato, essi riescono a stabilire una linea d'azione che ritengono valida. "Quindi siamo tutti d'accordo?", chiede alla fine ad alta voce Lucien proprio mentre anche la cantastorie si riunisce a loro dopo aver attraversato il corridoio un pò affollato del primo piano, "Andremo al ballo in due modi. Tiresio accompagnerà Raina, spacciandosi da suo amico menestrello intenzionato ad esibirsi con lei. Così potrà proteggerla in modo più efficace. Noi tre, invece, andremo insieme a Lord Janowitz. Goldrick e Karak si spacceranno per due guardie del corpo come fatto a Villa Anchev mentre io avrò il compito di fingere di essere Lady Vera Janowtiz. In questo modo potrò passare meglio inosservato e sorvegliare Vladimir più da vicino. Gli Janowitz mi erano già sembrati dubbiosi sul presentarsi al ballo e non dovrebbero avere intenzione di far partecipare nessun altro della famiglia oltre ai due capostipiti, perciò non dovremmo avere l'ulteriore difficoltà di sorvegliare anche Sonya, o magari Magda. Sarà più semplice proteggere soltanto uno di loro. Inoltre, confido che accettino questa nostra idea anche perché Vera non sembrava stare bene ieri e sarebbe inutile e deleterio sottoporla ad ulteriori rischi, almeno finché non si sarà ripresa completamente. Spero anche che gli Janowitz ci possano far usare le maschere dello scorso ballo, o comunque altre simili. Sarebbe una cosa sicuramente favorevole per noi vista la situazione". "Quindi la vostra intenzione è quella di rispondere agli inviti dei Golofkin e vedere cosa succede?", chiede a quel punto Raina sedendosi su un letto, curiosa. "Banalmente si", replica subito il warlock, "e ovviamente loro potrebbero già annusare la possibilità dell'esistenza di un nostro piano, a maggior ragione scorgendo Karak e Goldrick e notando inoltre te in compagnia di qualcuno che non hanno mai visto. Ma è anche vero che non dovrebbero aspettarsi me mascherato magicamente da Vera Janowitz. Questo ci darà un vantaggio". "Comunque, come abbiamo già detto più volte, fino a quando non saremo lì non potremo sapere esattamente come andranno le cose", interviene Tiresio, incrociando le braccia sul petto, "C'è troppa imprevedibilità nei piani del doppelganger e in tutta questa situazione, anche se sappiamo che potrebbe avere un tic piuttosto riconoscibile e che potrebbe tentare di avvelenare i suoi bersagli. In parole povere, dovremo vedere come evolvono le cose prima di agire, o meglio, reagire. Alla fine, dopo tutti i nostri ragionamenti, dovremo semplicemente improvvisare...". "E se invece passassimo all'offensiva?", domanda a quel punto il ladro dall'angolo un pò buio della stanza nel quale si è rintanato, "Se facessimo qualcosa in modo da obbligare il mutaforma a reagire? Magari, colto alla sprovvista, si tradirà o commetterà un errore. Non devo dirvi quanto sono ansioso di prenderlo a calci...". "Non è una linea d'azione da scartare", aggiunge Goldrick, "ma cosa fare potremo deciderlo solo una volta che saremo sul posto. In base alla situazione. Adesso non ne abbiamo modo, soprattutto nei dettagli. E questo ci porta alla conclusione di prima...". "...in un modo o nell'altro dovremo improvvisare", chiude la frase Tiresio. "In fondo...non ci riesce poi così male!", aggiunge il lucertoloide con un tono divertito che suscita anche il sorriso di Raina. "Ho capito!", esclama subito dopo la ragazza alzandosi di nuovo in piedi e continuando poi con un'espressione quasi rassegnata, "In pratica farò da esca! Ma non temete, qualunque cosa accada venderò cara la pelle. E poi, ho un violino da riprendermi e una vendetta da compiere su quel bastardo!". Dettò ciò, dicendo di aver fame e di aver già mal di testa per averli sentiti parlare fin troppo, la giovane lascia la camera dirigendosi nella sala comune per fare colazione, permettendo così al gruppo di organizzarsi con gli ultimi dettagli. Pochi minuti più tardi, quest'ultimo, sentendosi finalmente pronto, abbandona a sua volta la propria stanza raggiungendo la cantastorie al piano di sotto. Lì, in una sala rumoreggiante e gremita per quasi la totalità dove come al solito Anya ed Eike fanno fatica a destreggiarsi, confermano a Raina la loro intenzione di recarsi a Villa Janowitz per i preparativi del ballo aggiungendo che, qualora non dovessero tornare a prenderla nel tardo pomeriggio, lei dovrà recarsi da sola a Villa Golofkin. "Finchè rimarrai in pubblico, qui seduta a questo tavolo e per le vie della città, non dovresti correre rischi", le dice Lucien. "Non dovrei? E' un pò poco come rassicurazione. Grazie dell'ottimismo, Lucien...", replica la cantastorie con un mezzo sorriso tra il divertito e il contrariato. "Bè, finora non ci sono stati problemi quando ti abbiamo lasciata da sola", interviene Tiresio cercando di rassicurarla. "Si, è vero. Però...vagare da sola per le strade cittadine...", aggiunge la giovane, pensierosa, "In fin dei conti non ha senso dubitare di quanto dite. Come ho già detto, se sono viva e lo sono rimasta fino ad adesso è per merito vostro. Mi fiderò di voi, come ho fatto finora. Non dovessi vedervi per le sei di questo pomeriggio andrò alla villa da sola e vi aspetterò lì", conclude con sguardo determinato. Annuendo a loro volta convinti, i quattro quindi la salutano, facendo poi lo stesso con Eike ed Anya, ed uscendo infine da "L'Ultimo Braciere". Una volta all'esterno, essi si ritrovano in una Sturben insolitamente soleggiata e quasi del tutto sgombra da nubi. In una giornata di fine autunno, fresca e umida ma anche limpida e serena. Per quanto, comunque, il sole sia pallido e i suoi raggi freddi, per nulla in grado di rivaleggiare con il piacevole tepore dell'interno della locanda nè tantomeno con i suoi invitanti profumi. Dopo essersi guardati brevemente intorno notando le strade un pò più trafficate del solito, i quattro si avviano verso nord, verso Villa Janowitz, muovendosi tra le molte pozzanghere della sconnessa pavimentazione cittadina, uniche testimoni ormai del diluvio della notte precedente. La parte del Quartiere delle Gilde che così attraversano si rivela essere alquanto caotica, in un crescente via vai, soprattutto di carri intenti a caricare e scaricare merci dai vari magazzini sotto i porticati a lato delle vie. Il brusio e il vociare delle persone li accompagnano fino al centro della città dove, al Grande Mercato, hanno il loro culmine. Una calca di genti, carrozze e carri di ogni dimensione, infatti, occupa ogni centimetro della piazza circostante il mercato e il mercato stesso, ricordando loro come esso sia senza dubbio il luogo più frequentato e chiassoso di Sturben. Seppur a fatica, tra i suoni e i profumi contrastanti del luogo, alla fine il gruppo supera anche quella marea di persone, lasciandosi alle spalle la zona. Al confine settentrionale di questa, però, prima di entrare propriamente nel Quartiere Ricco, Goldrick chiede agli altri di fermarsi. Avendo infatti notato una stazione di posta e diligenza sul lato opposto della via come ben ricordava, infatti, il paladino manifesta la necessità di andare a consegnare e spedire una lettera che ha avuto modo di scrivere poco prima, mentre gli altri finivano di cambiarsi. Una lettera a cui Tiresio, Karak e Lucien avevano dato in quel momento poca importanza, credendo che in realtà fossero memorie o preghiere dell'uomo. Non volendo tuttavia fare domande in proposito a Goldrick notando come la cosa sembri molto personale, i tre si limitano a rispettare la sua richiesta e ad aspettarlo mentre il paladino si reca nell'edificio e ne torna pochi minuti più tardi dopo aver spedito la lettera. A quel punto, quindi, senza approfondire l'argomento, il gruppo riprende la propria marcia verso il Quartiere Ricco. Questo, benchè sia un pò più frequentato del solito a causa del bel tempo, è comunque estremamente silenzioso e placido, consentendo loro di raggiungere la villa con tranquillità, seguiti sempre dallo sguardo vigile di Dawnarn che li accompagna dall'alto. Arrivati al cancello d'ingresso della proprietà Janowitz, però, i quattro notano del movimento a ridosso del portone della villa, diverse decine di passi davanti a loro. Incuriositi, essi percorrono dunque il viale ciottolato che attraversa il giardino e che li conduce in prossimità dell'entrata dell'edificio. In questo modo, avvicinatisi, hanno la possibilità di realizzare che una carrozza elegante e di bell'aspetto, dalle tinte verdeggianti e la linea arcuata, è parcheggiata nello spiazzo antistante l'ingresso e che sei uomini armati le sostano intorno, come a volervi fare la guardia. Uomini dai capelli e le barbe corte e ben tenute, che fin da subito non appaiono come miliziani ma membri comunque di un qualche tipo di gruppo o ordine. Ciò poichè, pur non possedendo uno stemma o blasone su di sè, tutti loro esibiscono delle vesti simili. Cappe scure che ricoprono abiti invernali di stoffa e cuoio, anch'essi scuri, da avventurieri più che da viaggiatori. Abiti da sotto i quali spuntano else e punte di spade, custodite in robusti foderi agganciati a cinture e fibbie. Seppur i sei uomini si limitano semplicemente ad osservarli mentre passano loro davanti, Karak, Tiresio, Goldrick e Lucien notano come lo facciano con sguardi molto attenti e, almeno un paio di essi, con una mano poggiata minacciosamente sul pomolo dell'elsa della loro spada. Tuttavia, quel breve attimo di tensione si interrompe immediatamente nel momento in cui, dopo aver bussato alla porta, i quattro vengono ricevuti dal maggiordomo degli Janowitz e fatti entrare nell'edificio mentre il warlock da ordine a Dawnarn di rimanere all'esterno. L'uomo li informa subito che il Lord è impegnato e che dovranno attendere qualche minuto prima di poter parlare con lui. Poi, assicuratosi che Vladimir, nel salone della villa, sappia della loro presenza, il maggiordomo si congeda lasciandoli da soli nel grande, deserto e poco illuminato atrio. L'attesa preannunciata dura comunque soltanto una decina di minuti poichè è lo stesso Lord Janowitz ad uscire nel corridoio per chiamare a sè il gruppo. Gruppo che, a quel punto, lo raggiunge nel salone. Una volta entrati nella stanza e salutato il nobiluomo come si conviene per un individuo di tale status sociale, tuttavia, i quattro notano che insieme a lui vi è un'altra figura. Una figura femminile che però non riconoscono in quanto non si rivela essere nessuna delle donne della famiglia. Una giovane ragazza di bell'aspetto di meno di 25 anni, infatti, esile, snella e di bassa statura, è in piedi di fianco a lui. Capelli neri raccolti in un'elegante e non troppo elaborata capigliatura intrecciata e fissata con un nastro bianco dietro alla testa, vivaci occhi scuri, pelle candida ricoperta sulle gance e sulle labbra da un lieve accenno di trucco. Un abito scuro e non troppo pesante da viaggiatrice le copre il corpo, assicurato da cinture, fibbie e fiocchi sul davanti. La parte superiore, bianca, è di stoffa imbottita come quella nera inferiore e una cappa scura, elegante e finemente ricamata sui bordi, la avvolge ulteriormente. Un paio di stivali neri, semplici e leggeri, completano il quadro dandole però complessivamente un aspetto ambiguo e contradditorio. L'aura graziosa, dolce e delicata che emana, infatti, propria di una giovane nobile in tutto e per tutto, contrasta con gli abiti indossati, all'apparenza quelli, appunto, non solo di una viaggiatrice ma di una spadaccina. Ciò soprattutto perchè, ben evidente e fissata sulla sua schiena, vi è una lunga e possente spada, riposta in un fodero nero. Il gruppo, inizialmente interdetto da quell'incontro, rimembra però subito le precedenti parole e l'avviso di Lord Janowitz non appena questo comincia a parlare. "Signori", esordisce presentando la donna con un ampio movimento della mano, "Costei è la Signorina Lagarde, Sophie Lagarde. Comandante delle Cappe Nere, la compagnia di guardie private di cui vi ho parlato e che abbiamo deciso di assoldare per la nostra sicurezza. Come previsto e come già vi avevo avvertito sono giunte in città nel primo pomeriggio e si metteranno subito all'opera. Le ho parlato di voi e del motivo per cui siete qui. Mi premeva farvi incontrare e conoscere poichè dovrete inevitabilmente lavorare a stretto contatto nel prossimo periodo". La ragazza, a quel punto, esibendo un caldo e dolce sorriso, saluta i quattro con un leggero inchino. Un inchino, per modi e stile, proprio di una vera nobildonna. Un gesto che contribuisce a rendere ancor più contrastanti le sue apparenze, le quali però, se possibile, lo diventano ancora di più un attimo dopo, quando ella rivolge loro per la prima volta la parola. "Molto piaceve di conoscevvi. Il mio nome è Sophie Lagavde. Noi Cappe Neve siamo giunti qui a Stuvben per occupavci della sicuvezza della nobile famiglia Janowitz. Mi auguvo di potev collabovave con voi diligentemente e nel vecipvoco vispetto", annuncia la ragazza, parlando lentamente, posatamente e con un raffinato accento che essi non hanno mai sentito. Un accento che pare totalmente estraneo alla Valle, dal tono molto particolare, per quanto a suo modo elegante, ed enfatizzato da una certa difficoltà e, di fatto, incapacità nel pronunciare la lettera "r", sostituendola con un suono a tratti quasi buffo. Mentre a quel punto Vladimir invita tutti i suoi ospiti a sedersi sul divano e sulle poltrone di fronte allo scoppiettante caminetto acceso del salone, il gruppo, ricambiando saluto, presentazioni e accomodandosi, non può fare a meno di iniziare a riflettere sulla particolare donna che si è trovato di fronte. Lucien e Goldrick soprattutto, tra gli altri, riescono a ricordare qualcosa che hanno sentito dire sulle Cappe Nere e sulla loro comandante. Voci popolari di una compagnia mercenaria preparata, ben addestrata e quindi costosa, autrice di svariate imprese a Borca negli ultimi anni. Quasi tutte risolte con successo, garantendo una certa fama alla compagnia stessa. Un'organizzazione che alcuni indicavano proveniente da qualche parte oltre i confini della Valle. Dalle famigerate e temute Terre delle Nebbie. Un'organizzazione, infine, guidata da un leader talmente abile da essere rappresentato come un vero e proprio demone inarrestabile in battaglia, dotato di capacità che qualcuno descriveva come quasi soprannaturali. Mentre il gruppo nota come la ragazza lo squadri con estrema attenzione pur senza soffermarsi troppo a lungo nè troppo intensamente con lo sguardo, Lord Janowitz, sedutosi a sua volta, ricomincia a parlare. "Abbiamo discusso a lungo con la signorina Lagarde prima del vostro arrivo", afferma l'uomo con la sua consueta espressione seria e impassibile, "L'ho informata delle vostre indagini, o meglio, delle vostre scoperte, mettendola al corrente dell'esistenza di un mutaforma che minaccia la mia famiglia. Non ho dato ulteriori dettagli che non siano quelli strettamente necessari poiché, pur sollecitando il vostro lavoro fianco a fianco, i due vostri gruppi hanno due incarichi differenti e mi sembra giusto, anche in virtù delle capacità del nostro nemico, di fare in modo che nessuno di voi sappia i particolari dell'incarico dell'altro. In questo modo dovremmo garantire una maggiore sicurezza". "Ovviamente", prende di nuovo la parola la ragazza, "Abbiamo già pvovveduto a condivideve con i nobili Janowitz un metodo di viconoscimento intevno tva lovo e i membvi delle Cappe Neve oltve che tva le Cappe Neve stesse, in modo da riduvve l'eventuale possibilità d'infiltvazione del mutafovma. Confido che anche voi abbiate fatto lo stesso, pevciò da questo punto di vista non occovve fave altvo. Lovd Janowitz mi ha detto di avev fiducia in voi e lo favò. Io e alcuni dei miei uomini abbiamo in passato avuto a che fave con essevi del geneve e sappiamo come compovtavci e quali contvomisuve adottave. Istvuivò pevsonalmente i vestanti miei sottoposti a fave altvettanto", conclude, sempre con frasi brevi e un incedere lento, come a voler scegliere accuratamente le parole da pronunciare. E come se non fosse del tutto a suo agio con quella lingua. Tuttavia, ella non pareva in difficoltà nel parlare nè cercava di nascondere la sua particolarissima inflessione. Cosa che invece cercava di fare nel non farsi vedere troppo intenta a scrutare i membri del gruppo. Eppure, per essi era evidente come ella stesse chiaramente tentando di capire non solo con chi aveva a che fare, un pò come aveva fatto anche Agata la notte precedente al Mercato Nero, ma anche quanto essi fossero potenti. "Signorina Lagarde, ha parlato di contromisure. Potremmo sapere in cosa consistono?", domanda a quel punto Goldrick entrando nella discussione ed interrompendo quel gioco di sguardi. "Il sangue", replica Sophie, mantenendo un gentile sorriso di circostanza, "Quelle cveatuve hanno il sangue colov avgento, con delle stviatuve blu-viola. Con una piccola puntuva possiamo capive chi abbiamo davanti". Lo sguardo che i quattro si lanciano a quelle parole è uno sguardo d'intesa. Una delle loro scoperte dopo la fuga del doppelganger dal ballo degli Anchev, che riguardava il sangue probabilmente appartenuto alla creatura e caratterizzato da una colorazione blu-violacea, riaffiora immediatamente nelle loro menti dando credito alle parole della donna. Presumibilmente, la colorazione del sangue del mutaforma, originariamente argentata, scuriva assumendo la tinta delle sue sfumature e riflessi dopo l'esposizione all'aria. Una notizia che fornisce quindi loro un ulteriore indizio di cui erano all'oscuro, rafforzandone uno già in loro possesso, oltretutto condito da un particolare aggiuntivo. L'odore di quel sangue, un odore che Karak aveva affermato di essere in grado di riconoscere qualora lo avesse in futuro rincontrato. "Bene, abbiamo concluso la nostra chiacchierata signorina Lagarde. Se non le dispiace adesso vorrei interloquire in privato con gli altri miei ospiti", interviene bruscamente Vladimir, alzandosi come per invitare la donna a fare altrettanto. Quest'ultima, comprendendo di essere di troppo, coglie prontamente l'invito e, con una raffinatezza degna di una nobile rampolla, si alza a sua volta, compie un ultimo lieve inchino rivolto a tutti i presenti e in particolare a Lord Janowitz e poi, sorridendo, lascia la stanza. Nel vederla scomparire dietro la porta del salone che si richiude dietro di lei, il gruppo, salutandola a sua volta, torna a riflettere su quel senso di discordanza trasmessogli dalla ragazza. Un senso che, in quel momento, alla luce di quel loro breve incontro, assume anche dei connotati misteriosi ed enigmatici riguardo all'identità e alle capacità di Sophie. Notando però l'atteggiamento bendisposto di Vladimir verso di lei, essi decidono di fidarsi del giudizio del nobiluomo almeno per quanto riguarda le doti sul lavoro e l'affidabilità in generale della comandante delle Cappe Nere. "Allora, presumo che siate qui per discutere del ballo di stasera", inizia di nuovo Lord Janowitz senza indugio, riportandoli con i pensieri al motivo della loro visita. Così, con decisione e fermezza, i quattro espongono subito all'uomo il loro piano, piano che egli, pur ascoltando in rigoroso silenzio ma con apparente perplessità, alla fine comunque approva. "Come vi avevo già accennato", spiega il capofamiglia degli Janowitz, serio, "ero e sono molto dubbioso sul partecipare o meno, e come partecipare, al ballo dei Golofkin. Le circostanze, per forza di cose, lo impongono. Ma quello che proponete mi sembra appropriato e sensato. Oltretutto Vera non sta ancora bene dopo quello che è accaduto ieri. Sta meglio, ma non sarebbe ancora in grado di prendere parte ad un evento pubblico come quello. Se glielo chiedessi sono certo che accetterebbe e farebbe di tutto per presenziare ma la vostra soluzione mette al riparo anche lei. Sarò più tranquillo nel sapere che rimarrà qui alla villa con il resto della mia famiglia, protetta dalle Cappe Nere. Sapete, nell'ultimo periodo ho dovuto affrontare cose che non avrei mai immaginato. Ho dovuto prendere decisioni e mi sono dovuto piegare a situazioni che in passato non mi avrebbero mai nemmeno scalfito. Ho voluto mantenere per quanto ho potuto la linea di condotta che mi ero dato, quella che mio padre e i miei antenati mi avevano dato, una linea di condotta dettata anche dalle leggi nobiliari non scritte di Borca. Ma giunti a questo punto", si interrompe per un attimo serrando la mascella come chi fa fatica a mandare giù l'ultimo degli amari bocconi, "devo adeguarmi definitivamente agli ultimi eventi, per la salvaguardia e la sopravvivenza dell'intero mio casato. Farò quello che chiedete e, se servirà a risolvere questa situazione e a liberarci dei nostri nemici una volta per tutte, farò ben altro". A tali parole, determinate e sincere, i quattro annuiscono con rispetto. Vedere l'enorme fatica fatta dal nobiluomo nel prendere decisioni e compiere azioni per lui insensate e inconciliabili con quanto gli è stato insegnato, per quanto comunque giuste e razionali, mettendo oltretutto da parte l'orgoglio, provocano per la prima volta in loro una certa empatia nei confronti di Vladimir. Oltre che sollievo nel veder completamente accettato il loro piano, come da loro auspicato. "Darò l'ordine di farvi portare tutto quello che vi occorre, abiti e maschere come la volta scorsa, in una delle camere che avete usato qui in passato. Ci vorranno pochi minuti. Adesso, se volete scusarmi, ho altro da fare. Ci vedremo più tardi al momento della partenza per Villa Golofkin", conclude senza giri di parole l'uomo, alzandosi dal divano per accompagnarli verso la porta. Tiresio, Lucien, Goldrick e Karak, non avendo null'altro di cui discutere con lui e non volendo contraddirlo, seguono Vladimir verso l'uscita venendo poi subito intercettati dal maggiordomo che provvede a condurli verso la stanza indicatagli dal padrone. Così, il gruppo si dirige al piano superiore guadagnando l'accesso della camera nella quale, immediatamente dopo e nel giro di qualche minuto, entrano a più riprese lo stesso maggiordomo e due serve, portando gli abiti e le maschere promesse da Vladimir. Sono infatti necessari più viaggi per i tre per trasportare nella stanza tutto il vestiario messo a disposizione dei quattro. E quando finalmente i servitori lasciano soli quest'ultimi, essi possono dare un'occhiata più attenta a cosa hanno davanti. Oltre a svariati indumenti per la maggior parte maschili, completi di camicie, pantaloni, soprabiti, giacche, scarpe e cappe prevalentemente di colori tendenti allo scuro, vi sono tre abiti da sera da donna, molto eleganti e costosi, presumibilmente appartenenti a Vera. Uno blu scuro, uno verde ed uno rosso amaranto, rispettivamente di seta, cotone e pregiato raso, finemente decorati da ricami d'oro e d'argento. Abiti ampi, dalle lunghe maniche e dalle gonne a strascico, seppur non eccessivamente arzigogolati e pomposi. Il tutto, accompagnato da una sottoveste intima e varie calzature con alti tacchi, sempre femminili. Scorgendo tale vestiario, Lucien, in particolare, è un pò esitante nell'indossare quello di Lady Janowitz, temendo di non essere in grado di farlo e soprattutto di apparire ridicolo, in particolare nel camminare sui tacchi. Sensazione che non viene certo attutita dalla smorfia divertita che Karak gli rivolge in attesa di vedere il warlock con quegli abiti indosso. Tuttavia, l'importanza del travestimento nel piano da loro formulato, da al mezzelfo la spinta decisiva nel cambiarsi senza pensarci troppo. E così, mentre Lucien impiega svariati minuti per portare a termine una lunga ed elaborata vestizione, gli altri hanno modo di scegliere quali abiti vestire e, soprattutto, quali maschere. I servi, infatti, oltre al vestiario, hanno portato anche svariate maschere per il ballo, come preannunciato da Vladimir. E in aggiunta a quelle della volta precedente, ce ne sono altre, sempre caratterizzate dallo stesso stile. Quella di un lupo grigio, una volpe arancio, un orso nero e un coniglio bianco. Dopo un breve consulto, alla fine i tre indossano le maschere scelte. Così, Karak opta per la maschera da corvo usata da Lucien al ballo degli Anchev, convinto che le sue piume possano coprirne meglio il volto, Tiresio sceglie quella della volpe arancio mentre Goldrick, inizialmente dubbioso e più orientato per la maschera del coniglio, indossa infine quella del lupo. Cambiatisi e pronti a partire, i tre osservano quindi Lucien utilizzare su di sè l'incanto in grado di fargli assumere l'esatto aspetto di Vera Janowitz, con tanto di trucco e capigliatura, e completare poi a sua volta i preparativi per il ballo. Poi, tra i sorrisi a stento trattenuti dal lucertoloide nel seguire con lo sguardo il giovane compagno tentare di destreggiarsi a fatica sui tacchi, i quattro, definitivamente preparati quando sono ormai le 6 e mezzo del pomeriggio, lasciano finalmente la camera portandosi verso la scalinata dell'atrio. Nel tragitto, scorgono nel corridoio dall'altra parte del piano alcune figure intente a parlare di fronte ad una porta, riconoscendole immediatamente per essere Vladimir, Sonya e Magda. Il primo, vestito elegantemente e di tutto punto con un completo frac nero, sembra teso ma tuttosommato impassibile come di consueto, impegnato, a prima vista, a rassicurare le due donne prendendo per mano la sorella e accarezzando la spalla della figlia. Le ultime due, invece, con indosso gli abiti informali ma comunque pregiati di solito usati nella vita di tutti i giorni, paiono al contrario preoccupate e inquiete. Pur trovandosi sulla porta della camera di Vladimir e Vera, il gruppo comprende come l'oggetto di tale preoccupazione non sia la capofamiglia ma l'imminente viaggio del capofamiglia verso Villa Golofkin. Ciò poiché, come se volessero trattenerlo sul posto con gesti e parole, le due non sembrano affatto convinte di lasciar andare da solo Lord Janowitz, pur con la presenza di Lucien, Goldrick, Karak e Tiresio. Una preoccupazione effettivamente lecita, pensano i quattro, eppure necessaria da provare in quella circostanza. Una preoccupazione che in parte aumenta, venendo inoltre affiancata da qualcos'altro, quando il gruppo raggiunge la cima delle scale, manifestandosi ai tre nobili. Turbamento e timore. Proprio nel momento in cui, evidente come il sole davanti a loro, Lucien si presenta con le sembianze di Vera. Sembianze identiche in tutto e per tutto a quelle della capofamiglia, seppur tradito da movenze non propriamente femminili. A quella vista, per quanto probabilmente ne fossero già state informate da Vladimir, Sonya e Magda hanno un chiaro sussulto, rimanendo quasi a bocca aperta, senza parole. Incapaci anche di muoversi e avvicinarsi ai quattro, probabilmente anche per un certo e malcelato disagio. Vladimir stesso, invece, reagisce in modo pratico e quasi immediato. Rivolgendo loro qualche ultima parola di rassicurazione, il nobiluomo si allontana dalle due, percorrendo il corridoio e portandosi verso il gruppo. Ed una volta raggiunto sulla sommità della scalinata, pur salutandolo come al solito, Lord Janowitz non può fare a meno di fermarsi per un istante a fissare Lucien. Con stupore e tensione. Poi, con sguardo determinato e la mascella serrata, si rivolge comunque al warlock porgendogli il braccio, così come un cavaliere fa con la propria dama. "Iniziamo la recita e chiudiamo questa storia una volta per tutte", esclama, scrollandosi visibilmente di dosso il disagio per avere al fianco una finta Vera e voltandosi verso la scala per prepararsi a discenderla. Lucien, annuendo e sforzandosi di imitare la nobildonna di cui ha assunto le apparenze, prende il braccio dell'uomo, lasciandosi guidare verso l'ingresso della villa al piano terra. I due, quindi, iniziano a scendere la scalinata sotto lo sguardo sempre sbalordito delle immobili Sonya e Magda mentre Tiresio, Karak e Goldrick li seguono a ruota. Giungendo in prossimità del portone dell'atrio, i cinque passano in mezzo all'intera servitù della famiglia, distribuita ai loro lati in due ali riverenti e cerimoniose. Poi, dopo aver varcato lentamente l'entrata, Vladimir e Lucien vengono accompagnati dal maggiordomo e fatti salire, con grande deferenza, sulla prima carrozza parcheggiata nel piazzale immediatamente all'esterno, mentre gli altri tre salgono invece sulla seconda, seguendo lo stesso "protocollo" del ballo precedente. Nel farlo, il gruppo nota come le Cappe Nere, con Sophie Lagarde in testa, siano dispiegate in forze nel giardino della villa. Sparpagliate tutt'intorno l'edificio e il piazzale anteriore, controllando attentamente che tutto si svolga senza problemi. Una vista che rassicura Vladimir e il gruppo, ancor di più dopo ciò che quest'ultimo ha scoperto un paio d'ore prima. Mentre erano intenti a cambiarsi e prepararsi per il ballo, infatti, Lucien, con l'obiettivo di avere più informazioni, aveva inviato Dawnarn nel seguire gli spostamenti della carrozza della comandante dei mercenari. In questo modo, il corvo aveva visto e poi riferito al warlock di come la donna, dopo aver lasciato Villa Janowitz al termine del colloquio con Vladimir, era giunta con alcuni suoi uomini in un vecchio ma ben tenuto edificio a più piani che si affacciava sul lato settentrionale della piazza del Grande Mercato, a non molti minuti di tragitto dalla villa. Prendendo possesso della struttura come una sorta di base operativa delle Cappe Nere, con tanto di dormitori e mensa. La cosa aveva appunto ulteriormente tranquillizzato i quattro sull'identità e le intenzioni dei mercenari, contribuendo a farli focalizzare unicamente sul ballo, ben sapendo che il resto della famiglia Janowitz sarebbe stato ben protetto. Così, adesso, scorgendo l'attento schieramento di una dozzina di guardie private guidate da Lagarde in persona, il gruppo può lasciare la villa e i suoi occupanti senza troppi pensieri. Dopo che i cinque hanno quindi preso posto nelle rispettive carrozze, i cocchieri le fanno partire, e tra i nitriti e gli zoccoli dei cavalli che calpestano il ciottolato, esse si muovono lungo il viale, uscendo lentamente e in fila indiana dalla proprietà Janowitz. Immergendosi per la strade cittadine, i due mezzi si trovano però ben presto incanalati in un modesto traffico. La distanza con Villa Golofkin, in fin dei conti, è poca e già dalle vicinanze della dimora degli Janowitz, visto l'imminente inizio del ballo, inizia ad esserci un certo ingorgo per lo spostamento dei mezzi diretti all'evento che costringe i cocchieri a rallentare visibilmente. Ciò, da tempo e modo al gruppo di riflettere una volta di più su ciò che li aspetta mentre, tutt'intorno a loro, i profili degli imponenti edifici del Quartiere Ricco si susseguono uno dopo l'altro, scorrendo a lato della strada. Profili che, con l'arrivo della sera, si stanno facendo via via più grandi e cupi, e le cui ombre, proiettate da un sole ormai sul punto di scomparire all'orizzonte oltre i tetti delle case, si allungano minacciose. Tali pensieri, però, portano con sè più preoccupazione che razionalità, facendo sprofondare i quattro in un teso silenzio. Così, mentre Karak assapora con anticipazione un ultimo e decisivo incontro con il doppelganger, Tiresio si chiede dove potrà trovarsi Raina visto che, a quanto hanno concordato in precedenza, dovrebbe giungere alla villa dei Golofkin da sola e Goldrick, infine, riflette su come forse, alla fine, la maschera del coniglio potesse essere più appropriata di quella che ha scelto. In fin dei conti, essi adesso, dopo tanta attesa, stanno proprio per entrare nella tana del bianconiglio. Un luogo misterioso e imprevedibile, "nascondiglio" del loro nemico, in cui non sanno cosa aspettarsi. Contemporaneamente, anche nell'altra carrozza la tensione del momento ha prodotto un silenzio che nè Lucien nè Vladimir intendono spezzare. Un silenzio che però Dawnarn, che fino a quel momento ha seguito le carrozze dall'alto nell'aria fredda, improvvisamente lacera. Il corvo, infatti, disattendendo gli ordini del warlock, plana sullo stretto davanzale all'esterno del finestrino della carrozza che trasporta il padrone, appollaiandovisi. Poi, zampettando e avvicinandosi ulteriormente al vetro, inclina la testa di scatto, fissando il mezzelfo intensamente. Questo, già attirato dal movimento dell'uccello, lo squadra a sua volta ben prima che il solito e puntuale buciore intorpidisca la sua mano. La sua smorfia di dolore è presto accompagnata da parole minacciose che riecheggiano nella sua testa. Parole pronunciate dalla voce enigmatica ed indecifrabile che ha oramai imparato a conoscere. E temere. "Avevi detto che avresti obbedito. Avevi detto che avresti tenuto fede al nostro accordo. Fare quello per cui sei qui. E invece, guardati...vestito come un giullare...agghindato per un altro ballo...". "Le mie parole era veritiere", replica subito Lucien nella propria mente, mantenendo la calma e stando bene attento a non far accorgere il nobile accanto a lui di cosa sta avvenendo, "Mi dedicherò a quanto stabilito. Appena possibile. Prima però devo risolvere questa faccenda. Potrei averne dei vantaggi per portare a termine il nostro patto, avendo l'appoggio di un'influente famiglia nobile". Il corvo, inclinando nuovamente la testa, squadra il warlock per un ultima volta. "Spera che le tue supposizioni siano corrette. Questo è stato il mio ultimo avvertimento...", conclude l'ambigua voce, terminando con un sibilo glaciale che scatena in Lucien l'ennesimo brivido. Poi, come un alito di vento improvviso, l'uccello apre le ali e, sbattendole, vola via riprendendo quota, scomparendo sopra le carrozze e lasciando dietro di sè qualche nera piuma cadente. Il giovane, notando a quel punto con sollievo il contemporaneo dissolversi del dolore alla mano, osserva istintivamente fuori dal finestrino per provare a seguire Dawnarn con lo sguardo, realizzando però in quel momento che, mentre le piume si disperdono proprio davanti al vetro, la carrozza ha finalmente raggiunto il grande cancello d'ingresso di Villa Golofkin.

Personaggi con cui si ha interagito

Raina, Eike, Anya, Vladimir Janowitz e Sophie Lagarde

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Campaign
La Valle delle Foglie Cadute
Protagonists
Goldrick Olzanik
Karak
Tiresio
Data Rapporto
07 Dec 2025
Luogo Primario
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