Expedition
Il 15 agosto 1114 Balar era sferzata da un vento caldo ma piacevole. Physifos (o Sisifo), professore della torre, recentemente tornato alla torre dopo un viaggio di ricerca, accolse il gruppo radunato dall'arcimago Xainur per la missione: raggiungere il Tempio di Nixara
Lo stregone, infatti, era ormai in possesso di tutte le informazioni necessarie e aveva chiesto di convocare gli avventurieri più coraggiosi verso quella che rischiava di essere una missione suicida nel gelo del Nordenlander. Sisifo, convinto di poter parlare con la sua Dea per diventarne il sacerdote e portare il suo potere dalla sua parte, era intenzionato a raggiungere il tempio a qualunque costo.
Vennero quindi richiamati gli avventurieri che erano riusciti a tornare dal Caos, i più sapienti in fatto di Piani e i più impavidi e sprezzanti del pericolo: Gilthas, Shyli vein e Virea. Tornato dopo una terribile prigionia nella magione degli famiglia drow, dalla sua prospettiva durata mesi, decise di unirsi anche Tobias per conto dei Custodi del Silenzio e per comprendere meglio cosa stesse succedendo nel buio…
Il viaggio prevedeva una iniziale tappa alla Rocca di Marmo, la fortezza degli omonimi Custodi. Lì, accolti dal Gran Custode Guglielmo, il gruppo studiò il tragitto e godette l'ultimo calore prima della partenza. La marcia, un'estenuante traversata su un pavimento ghiacciato, sarebbe stata dolorosa e accompagnata da un sole che non avrebbe mai lasciato il suo zenith. Attraversate le pesanti porte di Marmo gli avventurieri lottarono contro un vento ghiacciato, accerchiati da feroci puma delle nevi detti Demoni Bianchi che aspettavano un attimo di cedimento per lanciarsi all'attacco. infreddoliti, malconci, in una settimana di cammino arrivarono vicino ai monti che definivano il confine con il mondo conosciuto. Lì, in un'insenatura tra le rocce, costruito dentro la montagna ghiacciata, sorgeva il Tempio di Nixara.
Il gruppo entrò immergendosi in quella tetra e fredda atmosfera notando immediatamente uno scheletro seduto su un trono di pietra in fondo a alla lunga sala. Sisifo, accompagnato dai suoi schiavi, si avvicinò al trono sentendo proiettata nella sua mente la voce dello scheletro. L'essere si presento come Finor, ultimo Re degli Elfi Oscuri e sacerdote di Nixara. Lo spirito fece piombare gli avventurieri in una trance in cui chiese cosa li portasse lì per poi sgretolarsi in una cascata di polvere. Risvegliati dall'inquietante incontro gli avventurieri notarono qualcosa di precedentemente ignorato: la sala continuava oltre il trono. L'Ombra si faceva sempre più opprimente ma un altare sembrava essere apparso più in profondità. Sisifo, guidato dagli schiavi mesmerizzati, avanzò seguito dal gruppo ma improvvisamente l'Ombra sembrò assaltare Gilthas e Shy scatenando una lotta mentale del quale l'elfo non si curò. Tobias, contorto da una forza oscura che cresceva in lui, venne dominato e portato all'altare accanto a Virea.
Una creatura dell'Ombra, chiamata il cerimoniere, apparve dietro l'altare chiedendo a Sisifo di iniziare il sacrificio per completare il rituale di evocazione di Nixara. Cosparso il suo sangue sull'altare il cerimoniere fece emergere la divinità dalla pozza scarlatta. La Dea, inchiodando l'elfo con lo sguardo, concesse solo quattro domande allo stragone. Una per ogni Schiavo sacrificato.
Sisifo chiese e implorò alla sua divinità di ritirare le sue forze, punire chi aveva usato il suo potere per muovere guerra per portare il Caos. Ma Nixara guardò con sdegno il suo servo, punendolo per l'arroganza di aver creduto che lei non fosse a conoscenza di ciò.
"Credi che io non sappia? Credi che io non sia compiacente? Credi che un qualsiasi essere mortale o immortale possa sottrarmi del potere senza il mio consenso? No Sisifo, questa è una guerra che dobbiamo vincere. Quindi: servirai o dovrò farti servire?"
Ma l'elfo si rifiutò di obbedire venendo quasi incenerito sul colpo dalla Dea.
Dietro lo stregone invece Gilthas, toccato dall'Ombra, sentì una scintilla sprigionarsi in lui. Toccato da quell'ultima polarità oscura l'avventuriero aveva sbloccato la capacità di camminare tra i piani. Sfruttando questo suo nuovo potere, Gilthas evocò l'energia di Titania spazzando via l'Ombra attorno a lui e dando il tempo a Tobias di riprendere il controllo su se stesso e salvare Sisifo. Nixara, presa forma di spirito dal sangue versato sull'altare, scese andando incontro a Gilthas ormai avvolto dalla luce di Titania. Lì Virea guardò l'emanazione della divinità concedendosi a lei e giurando fedeltà.
Nello scontro divino tra Titania e Nixara, Gilthas richiamò il gufo Robert dal Regno delle Fate. Il rapace, scagliandosi contro Nixara, riuscì a sfregiarne il volto. Nixara eruttò in un urlò terrificante che fece tremare il tempio iniziando a farlo crollare. In un ultima disperata fuga Gilthas aprì un portale per fuggire. Tobias provò a convincere Sisifo a scappare ma l'elfo, imbracciato il Tridente dell'Ombra, cercò di assorbire l'energia di Nixara per catturarne l'anima. Virea, cercando di dissuadere l'elfo, renderlo incosciente e portarlo via, gli lanciò un pugnale. Capito che l'elfo non si sarebbe mai ritirato, il gruppo si lanciò verso il portale. Sisifo, dando fondo a tutte le sue energie, resistette all'immensità del potere di Nixara ma sommerso dall'oscurità iniziò a cedere. Il Tridente si scompose in mille pezzi, la sua pelle a trasudare sangue e le forze ad abbandonarlo. Negli ultimi attimi di coscienza Sisifo ripensò a tutti gli amici che lo avevano accompagnato fino a quel punto e che non lo avrebbero visto tornare. Ma, allo stesso tempo, capì di essere entrato in contatto con il divino. Il suo corpo si spense ma la sua anima comprese cosa gli stava accadendo: la sua coscienza stava per diventare parte del cosmo, dell'universo e delle enrgie che governano il tutto.
Tobias, però, vide solo il corpo dello stregone accasciarsi e l'oscurità sparire dietro il portale che si stava richiudendo.