Nedda Piedechiaro
Nedda Piedechiaro, halfling dal cuore granitico e dal sorriso che disarma anche i più incalliti dei criminali, è l’anima e il bastone del Barile Danzante. Di statura contenuta ma di presenza imponente, si muove tra i tavoli della sua taverna sotterranea come una matriarca che ha tutto sotto controllo, anche se nulla sembra davvero ordinato. Ha una chioma ramata spesso raccolta in trecce intricate e indossa sempre un grembiule scuro, logoro ma pulito, con un mazzo di chiavi e una fiala misteriosa che tiene legata alla cintura — e che nessuno ha mai visto usare.
Nedda ha superato da tempo la cinquantina, ma i suoi occhi nocciola sono ancora vivaci e acuti come quelli di una ventenne. È famosa in tutta Vhar-Kazet per la sua memoria enciclopedica: sa con precisione chi è entrato nella città, chi ne è uscito e con chi era. È capace di ricordare che vino ha ordinato un mercenario quattro inverni prima, o che soprannome usava un ladro in fuga sotto falso nome. Questo talento l’ha resa una delle figure più informate della città, e chi vuole sapere qualcosa… prima o poi bussa al suo bancone.
Dietro la cortesia e l’ospitalità si cela però un acume spietato e una mente da giocatrice di scacchi. Nedda sa come muovere i pezzi, e nessuno ottiene un’informazione da lei senza pagare un prezzo, che non è sempre in monete. Alcuni sostengono che abbia legami con la gilda dei Canalari, altri che sia stata un tempo affiliata alla Soglia dell’Insondabile, forse come informatrice. Quel che è certo è che nessuna autorità cittadina osa interferire troppo con il suo operato, nemmeno Lord Hottenbraw in persona.
Con le sue ragazze protegge e comanda con la stessa fermezza: Viconia Dalael, la drow, è per lei come una figlia adottiva, e guai a chi prova a metterle le mani addosso con cattive intenzioni. Nedda sa farsi rispettare anche nei peggiori angoli di Vhar-Kazet e, nonostante le dimensioni minute, è capace di far tremare più di un mezzorco armato con una sola occhiata.
Si dice che il suo passato sia avvolto nel mistero, che abbia viaggiato a lungo nel Vestibolo prima di stabilirsi nella città, e che una volta sia sopravvissuta a un assalto notturno dei Morvok uscendo viva da un nido… da sola. Nessuno l’ha mai sentita raccontare quella storia. Nedda sorride. Serve da bere. E osserva. Sempre.
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