Gnomi di Cava Grande
Gli gnomi di Cavagrande sono un popolo antico, le cui vere origini si perdono nella nebbia del tempo. Secondo le leggende tramandate dagli anziani, essi proverrebbero dal Regno delle Fate, dove vivevano come sudditi della misteriosa Titania. Alcuni raccontano che furono esiliati da quel regno per motivi sconosciuti, altri che scelsero di lasciarlo, attratti dall’odore della pietra, dai metalli e dal silenzio sacro delle profondità. Ma nessuno conosce la verità.
Importantissimo evento storico per il popolo degli Gnomi fu la scoperta di un minerale rarissimo nelle profondità del sottosuolo. Questo minerale, privo di nome ufficiale ma descritto come capace di emanare lievi bagliori verdastri, venne trovato in cunicoli strettissimi dove solo gli gnomi possono passare. Si dice potenzi il potere delle pergamene magiche o possa maledire chi lo brandisce con intenzioni oscure, e che la maggior parte di esso sia ancora nascosta in gallerie dove solo i più piccoli e coraggiosi tra gli gnomi possono addentrarsi.
Aspetto
Fisicamente, sono bassi, robusti, con occhi scuri o color minerale che riflettono la luce come quarzo grezzo. Le loro orecchie sono leggermente appuntite e la pelle, rugosa o levigata a seconda dell’età, può assumere sfumature e consistenze simili alla roccia, caratteristica che li rende quasi indistinguibili dalla pietra, soprattutto nel sottosuolo.
Ritratto di uno gnomo menestrello
Cultura
Si identificano come Figli di Kharak-Dûn, nome arcaico che significa Nati dalla Pietra Profonda nel loro antico dialetto minerario, anche se tra loro si definiscono più semplicemente “gnomi di Cava Grande”. Non hanno un re, ma sono guidati dal Consiglio degli Anziani, formato dai più esperti e rispettati. Tra questi spiccano Durrin Martellopietra, un vecchio gnomo dalla pelle grigia screziata e barba intrecciata con fili di rame, famoso per aver ampliato i tunnel orientali senza mai provocare crolli, e Mara Scrutafunghi, anziana gnoma dalla pelle color terra bruna, esperta nella coltivazione sotterranea di funghi e muschi per nutrimento, nota per conoscere più leggende di qualsiasi altro gnomo vivente.
La loro religiosità è frammentata: molti pochi, soprattutto i più anziani venerano la Regina Fatata, considerandola l’origine divina del loro popolo; altri seguono divinità della terra e della roccia; altri ancora non credono in nulla, guidati solo dal realismo pratico e dal potere delle proprie mani e del proprio piccone.
Il loro livello tecnologico è pratico e robusto: usano picconi, scalpelli, trapani manuali o meccanici a percussione, carrucole, argani, martelli a pressione che sfruttano ingranaggi e pesi. Non possiedono tecnologie elettriche o magiche avanzate, ma sono maestri nell’incantare pergamene magiche, vendute raramente come bene prezioso. Con le altre razze hanno avuto contatti sporadici: ignorati o disprezzati dagli umani, hanno rapporti di scambio tecnico e minerario con i nani, grazie alla comune passione per pietre e metalli.
I tunnel scavati dai Figli di Kharak-Dûn si estendono in profondità sotto tutta la catena montuosa di Cava Grande, diramandosi verso le caverne più antiche e oscure. Molti tunnel, vecchi di secoli, sono ormai dismessi e pieni di leggende sui loro abitanti o sulle reliquie che custodiscono. Alcune storie narrano di tunnel scavati persino sotto il mare per chilometri e chilometri, collegando terre lontane, ma queste restano racconti tramandati al lume delle lampade minerarie.
Tra i loro valori più importanti vi sono la famiglia, l’obbedienza, la lealtà e il lavoro. L’arte e la musica hanno un ruolo limitato e sono utilizzate prevalentemente durante rituali sacri o feste stagionali, mai come scopo di vita o di carriera.
Tra le leggende più raccontate dagli anziani vi è quella della Regina dalle Radici Bianche .
Un’altra leggenda è quella della Luce del Primo Scavatore: si dice che il primo gnomo giunto dal Regno Fatato lasciò in dono una lanterna magica nascosta in un tunnel dimenticato, e che chi la troverà diventerà il nuovo “Occhio della Pietra”, guida di tutti i Figli di Kharak-Dûn nei tempi di oscurità.
Tra le zone leggendarie e tunnel più noti ricordati dai narratori del clan vi sono:
- Karzul-Dûn, il Tunnel Sepolto, che si dice contenga tombe antichissime e statue di pietra scolpite dai primi gnomi giunti su Cava Grande.
- Laghiener, la Galleria del Lago Nero, un tunnel sommerso che conduce a un lago sotterraneo privo di luce, dalle cui acque affiorano funghi giganti e stalagmiti di pietra nera.
- Norrak Zûl, la Bocca del Tuono, una caverna dove si dice si odano rombi e boati come tamburi, anche quando tutto è silenzio, e si narra sia la dimora di un antico spirito di roccia.
- Gurun-Khaz, il Sentiero della Regina, dove secondo le leggende la Regina Fatata camminò un tempo tra le pietre, lasciando fiori pietrificati come segno della sua benedizione.
Un nuovo mondo
Oggi, grazie all’apertura di nuovi tunnel e alle gesta di gnomi come Sindri Thummus, gli gnomi stanno lentamente aprendosi al mondo, tessendo i primi rapporti di pace e amicizia con gli umani e iniziando a dubitare che la loro vita debba sempre rimanere confinata nella pietra. Tuttavia, nelle viscere di CavaGrande, sotto strati di roccia antica e leggende dimenticate, riposano ancora verità che nessuno osa riportare alla luce
articolo a cura di Samuele "Malandro" Rizzo
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