Kosmophonia - Carica

All’interno dell’omonimo ordine segreto, la Kosmophonia non è solo un simbolo o un titolo: è una presenza reale, il nucleo vivente dell’organizzazione, la sorgente della sua volontà e il perno attorno a cui ruota ogni azione. Un tempo fu Danwulf, mitico re dei Tuathan de Danan e fratello di Gael Salmidan, ma rinunciò all’ascesa divina per legarsi all’Augure Cosmico e impedire che il suo potere si riversasse sul mondo. In quel momento nacque la carica della Kosmophonia, un patto eterno che trasformò un uomo in un baluardo contro l’Abisso.

Nel corso delle ere, la Kosmophonia ha perso ogni tratto umano. È divenuta una coscienza ancestrale, separata dal tempo e dalla carne, che comunica con il Coro attraverso visioni, sogni e ondate psichiche. Il suo compito è duplice: custodire l’Augure ad ogni costo, mantenendo l’equilibrio tra i semipiani in cui è nascosto, e vegliare sull’intera organizzazione, guidandola come mente centrale attraverso una rete spirituale che unisce ogni Voce.

Nei Menhir sacri dell’Aethelmark dimorano avatar frammentari della Kosmophonia: echo viventi del suo spirito originario, ciascuno incaricato di sorvegliare i sigilli dimensionali. Ogni nuova Voce, attraverso un rito brutale, si fonde parzialmente con la Kosmophonia stessa, sostituendo la propria lingua con quella di un caduto e ricevendo un riflesso del giuramento che la sostiene.

In questo modo, la carica della Kosmophonia perdura come coscienza condivisa, sacrificio eterno e comando supremo, un’entità senza tempo che non conosce stanchezza, compassione o esitazione. Solo lo scopo rimane, come una fiamma che non può spegnersi: impedire il ritorno del Nulla.