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Arl Belding

Faccia ingenua e occhi piccoli e scattanti, il labbro inferiore sempre storto in una smorfia come di dolore. L’abbigliamento ricercato lo denuncia chiaramente come un nobile, ma il portamento decisamente no. In città lo conoscono in pochi, e anche dal suo guardarsi continuamente attorno risulta evidente che non è di Athkbur.   Da anni piccolo nobilastro di campagna al soldo dei Ga’Nak. Sognava la gloria al loro fianco, la liberazione da una vita di ipocrisia, e aveva anche attirato la loro attenzione mettendo a disposizione alcuni vecchi cunicoli vicino a Seresofo, antiche cave di gesso, come covo per la banda, acquistate generazioni prima e rimaste nominalmente in mano alla sua casata.   Arrivata la notizia del rogo (8. Mano alle Armi! ) e dell’infiltrazione di inviati del capovillaggio, si è messo in moto per avvisare il suo rivale/alleato (l’ha trascinato lui in questa storia), Ser Syllad Stoem , per poi scoprire che aveva appena lasciato la tenuta -forse temendo indagini.    Terrorizzato, è fuggito verso la costa, ricordando la nota che aveva dimenticato di bruciare che gli consigliava di rivolgersi al cugino. Il cugino in questione, Artorius Belding, ufficiale della marina di Athkbur, lo ospita malvolentieri, decisamente poco stupito quando un maleficio uccide Arl (24. Tana per Arl! ) prima che riveli alcunché sui Ga'Nak!
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