CAVAGRANDE È LIBERA

Nel cuore profondo di CavaGrande, dove la pietra canta e la luce si espande, vivevan popoli in pace e lavoro, tra tunnel di roccia e speranza d’oro.
  Poi giunsero i nani, forti e testardi, con martelli pesanti e sogni tosti e gagliardi. Non volevano guerra, ma tenere il potere, chiusero l’ingresso a chi voleva vedere.
  Gli gnomi restaron, amici sinceri, condividevano tutto, mestieri e pensieri. Ma tante altre razze lasciarono il posto, spinte lontano, con tristezza nascosta.
  Passaron i mesi tra roccia e silenzio, finché due nani si sfidarono d’ingegno. Uno era il capo, saldo e fiero sul trono, l’altro era Drugo, con sguardo di tuono.
  Il capo prevalse, ma la sfida fu dura, e da quel giorno finì la chiusura. I nani partirono, la montagna è più viva, la gente ritorna, la speranza si riattiva.
  I mercati si aprono, la voce si spande, è tornata la vita in tutta CavaGrande. E tra le sue vene, brillano gemme, magiche e pure, come antiche fiamme.
  Madre Terra ci ha fatto un bel dono, e ora il commercio corre come un tuono. Gli gnomi cantano, tra pietra e calore, di giorni migliori, di un tempo migliore.
  Ora si vive, si scava e si sogna, nella grande montagna che tutto accoglie e sogna.
  testo di Sindri Thummus (Samuele Rizzo)