Ballata dell’Imperatore del Grande e Unico Impero
“L’imperatore del grande e unico impero,
siede nel palazzo regale, vasto e sincero.
Le sue mura brillano come l’oro al sole,
i giardini si distendono oltre mille zolle.
Chi vi entra si smarrisce tra i fiori e le fontane, ché l’opera sua è grande, più delle montagne. Regale è il suo sguardo, ma giusto il suo cuore, un faro di potenza, di sapienza e d’onore.
E a noi gnomi volse lo sguardo gentile, riconobbe intelletto, mente pronta e sottile. Non più creature, ma popolo sovrano, a cui tende la mano, saldo e umano.
Le mie canzoni udì, e con voce sovrana disse: “Son parole degne, che l’Impero incantano”. Oh, quale gloria per un menestrello gnomo, che il Signore dei regni acclami come dono!
E più ancora ci onorò con un gesto immortale: un’ambasciata ci offrì, promessa imperiale. Da Cava Grande a corte, la voce porteremo, e all’imperatore eterno la nostra lode innalzeremo.”
Chi vi entra si smarrisce tra i fiori e le fontane, ché l’opera sua è grande, più delle montagne. Regale è il suo sguardo, ma giusto il suo cuore, un faro di potenza, di sapienza e d’onore.
E a noi gnomi volse lo sguardo gentile, riconobbe intelletto, mente pronta e sottile. Non più creature, ma popolo sovrano, a cui tende la mano, saldo e umano.
Le mie canzoni udì, e con voce sovrana disse: “Son parole degne, che l’Impero incantano”. Oh, quale gloria per un menestrello gnomo, che il Signore dei regni acclami come dono!
E più ancora ci onorò con un gesto immortale: un’ambasciata ci offrì, promessa imperiale. Da Cava Grande a corte, la voce porteremo, e all’imperatore eterno la nostra lode innalzeremo.”
