Yondalla
In un piccolo villaggio al margine delle terre esterne si festeggiava l'annuale festa di primavera e i destini di quattro giovani eroi si stavano per intrecciare fra loro.
Il primo bizzarro fatto avvenne durante il loro cammino per Yondalla, mentre seguivano la strada principale incapparono in una cascina ai margini del bosco il cui proprietario era stato dilaniato da una qualche belva feroce.
Jongick, un piccolo gnomo irritato dal fatto che tutti gli chiedessero che cosa fosse, fece rapidamente amicizia con Shevraar, giovane guerriero dallo spirito indomabile e dai forti ideali mentre Verdrhor, nano delle montagne settentrionali tanto bello quanto simpatico, invece si preoccupò di liberare i salami dalla cantina del defunto.
Il trovarsi di fronte un corpo non suscitò troppo scalpore alla compagnia, nell'arco della loro breve vita avevano già avuto modo di trovarsi faccia a faccia con la morte ed essi erano consapevoli che i boschi fossero sempre stati luoghi pericolosi. Lesti dunque raggiunsero Yondalla dove fecero conoscenza con gli abitanti locali e lì incontrarono il mezzorco Kronk, temporaneamente chiuso in una falsa gabbia per la gioia dei paesani locali.
Durante la loro permanenza fecero la conoscenza di Sophia, una giovane guardiacaccia,di Nifdhal, l'anziano e nerboruto capovillaggio dal passato militare e sempre un po' troppo protettivo nei suoi confronti, suonarono insieme a Nickolas, ragazzino dal salterio in mano e con lo sguardo adorante rivolto a questi quattro nuovi eroi, discussero con Frederic, il mugnaio locale dall'addome prominente e dalla lussuosa dimora e in uno strano pomeriggio, quando si trovò isolato dal resto del gruppo, Shevraar incontrò inoltre un anziano signore dai modi bizzarri e dalle abitudini culinarie discutibili che gli fece dono di una profezia: "Segui la Foca Bianca".
Questa pace però non era destinata a durare e i quattro giovani si trovarono presto a lottare contro una nuova minaccia, un battaglione di coboldi aveva approfittato del cambio di stagione e aveva superato le montagne.
Numerose furono le schermaglie contro questi scaltri fatati e ancora più numerose furono le imboscate subite. Non vi era sentiero che non fosse stato minato da trappole e buche nascoste e nonostante gli sforzi dei quattro impavidi la situazione continuava a peggiorare, per una qualche magia occulta le poveri genti dei villaggi vicini divennero esseri incapaci di raziocinio e guidati solo dalla nera volontà del loro nuovo padrone: erano diventati dei non morti.
Il tutto culminò durante l'ultimo assalto notturno al villaggio. Il nemico mandò loro contro il grosso delle forze e , seppur con incredibili sforzi, gli intrepidi riuscirono a rigettarli nelle tenebre inconsapevoli però del tradimento che si stava svolgendo alle loro spalle.
Un secondo gruppo di fatati attaccò il villaggio da una seconda direzione e quando Nifdhal andò a fermarli venne pugnalato da Nickolas. Gravemente ferito non riuscì a impedire che Sophia fosse portata via.
La giustizia arrivò sulla testa del giovane traditore sotto forma di mazzata amministrata da Shevrar. Si scoprì successivamente che il ragazzino era stato convinto da false promesse di riportare in vita i suoi genitori. Inorridito dal gesto impulsivo degli avventurieri, Nifdal li cacciò dal villaggio.
Questa però non poteva essere la fine della loro prima avventura, Sophia era stata fatta prigioniera e doveva essere salvata. Armati delle loro migliori intenzioni e poco altro entrarono nella miniera di Dimble per affrontare Corkak lo spaccamascelle e la sua banda.
Il combattimento fu feroce negli angusti spazi della miniera abbandonata, Verdrhor venne colpito dal fuoco alchemico che sembrò per un attimo prendere vita mentre consumava il nano e, dopo un rapido duello fra Corgak e Kronk, i sopravvissuti furono catturati per essere venduti come schiavi. Sopra il carro conobbero Galohn, un giovane stregone.
Shevraar riuscì a scappare e a salvare la situazione portando sul posto un manipolo di cavalieri del sole che sconfissero i coboldi, Kronk però non sopravvisse alle ferite ripotate nel duello e spirò crocifisso fuori dalle miniere.
I due sopravvisuti guidarono i Cavalieri del Sole a Yondalla ma non riuscirono ad arrivare in tempo, L'intero villaggio era stato distrutto e la popolazione torturata e uccisa per innalzare un'effige a una divinità sconosciuta.
Sconfitti ma ancora vivi, si fecero assumere come scorta di un mercante e salirono su un carro assieme a Febo, aspirante paladino, e Bor, la serpe bianca.
Il primo bizzarro fatto avvenne durante il loro cammino per Yondalla, mentre seguivano la strada principale incapparono in una cascina ai margini del bosco il cui proprietario era stato dilaniato da una qualche belva feroce.
Jongick, un piccolo gnomo irritato dal fatto che tutti gli chiedessero che cosa fosse, fece rapidamente amicizia con Shevraar, giovane guerriero dallo spirito indomabile e dai forti ideali mentre Verdrhor, nano delle montagne settentrionali tanto bello quanto simpatico, invece si preoccupò di liberare i salami dalla cantina del defunto.
Il trovarsi di fronte un corpo non suscitò troppo scalpore alla compagnia, nell'arco della loro breve vita avevano già avuto modo di trovarsi faccia a faccia con la morte ed essi erano consapevoli che i boschi fossero sempre stati luoghi pericolosi. Lesti dunque raggiunsero Yondalla dove fecero conoscenza con gli abitanti locali e lì incontrarono il mezzorco Kronk, temporaneamente chiuso in una falsa gabbia per la gioia dei paesani locali.
Durante la loro permanenza fecero la conoscenza di Sophia, una giovane guardiacaccia,di Nifdhal, l'anziano e nerboruto capovillaggio dal passato militare e sempre un po' troppo protettivo nei suoi confronti, suonarono insieme a Nickolas, ragazzino dal salterio in mano e con lo sguardo adorante rivolto a questi quattro nuovi eroi, discussero con Frederic, il mugnaio locale dall'addome prominente e dalla lussuosa dimora e in uno strano pomeriggio, quando si trovò isolato dal resto del gruppo, Shevraar incontrò inoltre un anziano signore dai modi bizzarri e dalle abitudini culinarie discutibili che gli fece dono di una profezia: "Segui la Foca Bianca".
Questa pace però non era destinata a durare e i quattro giovani si trovarono presto a lottare contro una nuova minaccia, un battaglione di coboldi aveva approfittato del cambio di stagione e aveva superato le montagne.
Numerose furono le schermaglie contro questi scaltri fatati e ancora più numerose furono le imboscate subite. Non vi era sentiero che non fosse stato minato da trappole e buche nascoste e nonostante gli sforzi dei quattro impavidi la situazione continuava a peggiorare, per una qualche magia occulta le poveri genti dei villaggi vicini divennero esseri incapaci di raziocinio e guidati solo dalla nera volontà del loro nuovo padrone: erano diventati dei non morti.
Il tutto culminò durante l'ultimo assalto notturno al villaggio. Il nemico mandò loro contro il grosso delle forze e , seppur con incredibili sforzi, gli intrepidi riuscirono a rigettarli nelle tenebre inconsapevoli però del tradimento che si stava svolgendo alle loro spalle.
Un secondo gruppo di fatati attaccò il villaggio da una seconda direzione e quando Nifdhal andò a fermarli venne pugnalato da Nickolas. Gravemente ferito non riuscì a impedire che Sophia fosse portata via.
La giustizia arrivò sulla testa del giovane traditore sotto forma di mazzata amministrata da Shevrar. Si scoprì successivamente che il ragazzino era stato convinto da false promesse di riportare in vita i suoi genitori. Inorridito dal gesto impulsivo degli avventurieri, Nifdal li cacciò dal villaggio.
Questa però non poteva essere la fine della loro prima avventura, Sophia era stata fatta prigioniera e doveva essere salvata. Armati delle loro migliori intenzioni e poco altro entrarono nella miniera di Dimble per affrontare Corkak lo spaccamascelle e la sua banda.
Il combattimento fu feroce negli angusti spazi della miniera abbandonata, Verdrhor venne colpito dal fuoco alchemico che sembrò per un attimo prendere vita mentre consumava il nano e, dopo un rapido duello fra Corgak e Kronk, i sopravvissuti furono catturati per essere venduti come schiavi. Sopra il carro conobbero Galohn, un giovane stregone.
Shevraar riuscì a scappare e a salvare la situazione portando sul posto un manipolo di cavalieri del sole che sconfissero i coboldi, Kronk però non sopravvisse alle ferite ripotate nel duello e spirò crocifisso fuori dalle miniere.
I due sopravvisuti guidarono i Cavalieri del Sole a Yondalla ma non riuscirono ad arrivare in tempo, L'intero villaggio era stato distrutto e la popolazione torturata e uccisa per innalzare un'effige a una divinità sconosciuta.
Sconfitti ma ancora vivi, si fecero assumere come scorta di un mercante e salirono su un carro assieme a Febo, aspirante paladino, e Bor, la serpe bianca.
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