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Sigeo

Lungo la strada vennero assaltati da lupi mutati in bestie più grandi e feroci e Jongick notò cambiamenti apparentemente inspiegabili nel suo braccio.
Raggiunta Sigeo Svartan decise di separarsi dal gruppo e un suo conoscente, Ronin, prese il suo posto. Incontrarono inoltre Telemaco quarto di Sidone, un mago studente dell'accademia che, dopo aver messo alla prova le abilità degli avventurieri, li assunse come guardie del corpo nel suo studio sugli animali mutati.
Questo permise al gruppo di approfittare delle conoscenze arcane del Mago e portandogli Shevraar vennero a scoprire un dettaglio sorprendente, l'anima del guerriero era intrappolata all'interno della sua stessa mente e forse vi era un metodo per risvegliarlo.
Telemaco chiese loro di procurargli dei tomi dalla biblioteca arcana della citta e il gruppo, grazie all'inganno e allo splendore di una giovane alchimista locale, risolsero brillantemente il problema.
Il mago si dedicò dunque con solerzia allo studio del loro problema e rapidamente fu pronto il rituale, i quattro eroi vennero trasportati all'interno della mente di Shevraar perennemente intrappolata nei ricordi della sua infanzia per liberarla da ciò che la tratteneva.
Il viaggio all'interno della mente non fu per nulla semplice e la stessa psiche di Shevraar si oppose ferocemente al loro intervento oppressa dai sensi di colpa e dal dolore. Rivissero alcuni dei traumi del guerriero e incontrarono alcune delle persone che avevano influenzato la sua vita e Giongick, separato temporaneamente dal resto del gruppo, si trovò perso in un paesaggio di cenere ossa e rancore.
Le comunicazioni con l'esterno erano limitate ai brevi momenti di vuoto successivi al loro decesso nella mente, ma queste comunicazioni si fecero sempre più rade e incomplete fino a cessare del tutto. Quando infine riuscirono a raggiungere il nucleo della personalità del loro amico e assistettero alla sua scelta fra la felicità e la vendetta, il rituale si completò e vennero trasportati di fronte a un ragazzino nelle immensità di un mondo vuoto.
Lo sconosciuto si presentò come Tigur, antica divinità della fortuna e della malasorte e disse loro il costo del loro rituale, improvvisamente i quattro eroi si trovarono invecchiati di decenni e privati di parte dei loro sensi, furibondi cercarono spiegazioni ma il bambino non ne fornì di soddisfacenti, ridonò invece loro alcuni degli anni e parte dei sensi perduti, chi volle poté inoltre accettare altri doni in cambio della promessa di diffondere il Suo nome e di garantire Lui altri anni di intrattenimento. Per un istante Galohn espresse un desiderio particolare e si trovò mutato in una foca dallo splendido manto bianco, ma nonostante la nuova pace che questa forma gli donasse mentalmente chiese a Tigur di potere tornare umano. Joe Gage, invecchiato da questa esperienza, chiese grandi ricchezze e venne trasportato chissà dove mentre Ronin guadagnò l'abilità di camminare sui muri come se fossero orizzontali.
Solo Jongick rifiutò il dono di questa apparizione e al congedo con la figura mistica si ritrovarono confusi nei resti distrutti della residenza del Mago.
Del mago e degli altri occupanti della magione non erano rimasti che frammenti di uno scheletro carbonizzato, persino delle inestimabili ricchezze non vi era alcuna traccia, l'unica nota positiva in tutta questa distruzione fu che Shevraar era tornato vigile e cosciente.
La sera fecero conoscenza con Infausto, un essere di fuoco mandato da Tigur che divenne gli occhi di Jongick, e decisero di inseguire la ragazza che questi occhi nuovi gli facevano vedere.
Si trovarono a combattere contro la malavita locale e la inseguirono nelle maleodoranti fogne della città. 
Inutili furono i tentativi della ragazza di rendersi invisibile o travestirsi, i nuovi occhi di Jongick la trovavano ovunque e comunque, e quando la fanciulla provò a circuire un nobile locale per farsi proteggere, venne avvelenata con una pozione di confusione da parte dei quattro avventurieri. Nen delirio provò a ferire il nobile, che senza neppure degnarla di uno sguardo la ferì mortalmente.
I quattro, travestiti da camerieri della locanda, la portarono nel retro e dopo averla curata e minacciata in mille volte provando inutilmente a scoprire chi fosse questa ragazza la lasciarono andare.
Decisero quindi di provare a svolgere una missione per Tigur, infiltrarsi nella città occupata di Borgotorvo per portare via una spada contenuta nel tempio di Boccob.

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