Malborghetto
Resi esausti dal loro pellegrinare, gli avventurieri decisero di fermarsi a Malborghetto, un piccolo centro abitato reso ricco dall'esportazione di legno pregiato che si trovava ad affrontare una crisi, il guardiano della foresta era adirato e non permetteva ai taglialegna di fare il proprio lavoro.
Qui la situazione con Shevraar si fece sempre più complessa, mentre alcuni di loro volevano aiutare il villaggio in difficoltà il guerriero era concentrato sulla propria missione e temeva che il loro continuo fermarsi li avrebbe rallentati troppo, la sua città natale stava soffrendo e continuando a perdere tempo non avrebbero ottenuto nulla, soprattutto vista la misera ricompensa promessa dal borgomastro.
Alla fine furono d'accordo ad aiutare il villaggio, lasciarono la ragazzina al borgomastro e si inoltrarono nella magica foresta di Fangorso dove sconfissero l'orsogufo venerato dal villaggio come guardiano.
Mentre si apprestavano a tornare indietro fecero conoscenza con un umano dai lineamenti affilati e dagli abiti sgargianti, che si presentò loro come Idaho, mago ramingo e dopo una rapida quanto confusa spiegazione puntò contro loro una strana bacchetta di metallo e li trasportò di fronte a un'antica fortezza elfica occupata dagli Hobgoblin.
Il combattimento fu brutale, massi scagliati da una catapulta piovevano fra gli avventurieri mentre questi si lanciavano all'assalto della fortezza e ne sterminavano gli occupanti, e quando tutto fu finito si ritrovarono di fronte a Malborghetto per scoprire che durante la loro assenza qualcosa era cambiato.
Il villaggio si era convertito alla fede di Tigur e i suoi abitanti erano diventati ferventi zeloti vivendo la nuova religione con un trasposto che superava il fanatismo. Jongick venne ferito da una freccia scagliata da aggressori sconosciuti mentre Shevraar si lasciò trasportare dal suo credo religioso, non unendosi agli abitanti ma custodendo gelosamente il suo rapporto personale con la divinità, d'altronde solo sui aveva avuto la possibilità di parlare direttamente con Tigur e solo lui era stato investito primo Paladino. Ovvio quindi che la divinità parlasse direttamente con lui, ma non con le normali parole quanto coi segni che gli lasciava. Quella foglia che cade? quel vino che dal bicchiere torna nella damigiana? Tutti segni di Tigur per lui, e solo lui poteva interpretarli.
Il gruppo decise di fuggire dal villaggio ma il libro era scomparso e la bambina rinchiusa nel tempio eretto in Suo nome mentre il culto iniziò a ruotare intorno a Masa, una giovane carpentiere di una ventina di anni dal volto segnato da una voglia adesso considerata segno divino.
Il gruppo si infiltrò nel tempio, liberò la bimbina e con essa il Libro e terminò il culto eliminando Masa. Soddisfatti dal loro agire stavano per andarsene quando Shevraar decise di averne avuto abbastanza, si trovò a discutere col gruppo sulla sacralità della sua missione e sulla loro incapacità di vedere la verità e infine prese con se il Libro e fuggì nella notte.
I tre avventurieri rimasti si allontanarono con la mambina in direzione di Sharanna.
Qui la situazione con Shevraar si fece sempre più complessa, mentre alcuni di loro volevano aiutare il villaggio in difficoltà il guerriero era concentrato sulla propria missione e temeva che il loro continuo fermarsi li avrebbe rallentati troppo, la sua città natale stava soffrendo e continuando a perdere tempo non avrebbero ottenuto nulla, soprattutto vista la misera ricompensa promessa dal borgomastro.
Alla fine furono d'accordo ad aiutare il villaggio, lasciarono la ragazzina al borgomastro e si inoltrarono nella magica foresta di Fangorso dove sconfissero l'orsogufo venerato dal villaggio come guardiano.
Mentre si apprestavano a tornare indietro fecero conoscenza con un umano dai lineamenti affilati e dagli abiti sgargianti, che si presentò loro come Idaho, mago ramingo e dopo una rapida quanto confusa spiegazione puntò contro loro una strana bacchetta di metallo e li trasportò di fronte a un'antica fortezza elfica occupata dagli Hobgoblin.
Il combattimento fu brutale, massi scagliati da una catapulta piovevano fra gli avventurieri mentre questi si lanciavano all'assalto della fortezza e ne sterminavano gli occupanti, e quando tutto fu finito si ritrovarono di fronte a Malborghetto per scoprire che durante la loro assenza qualcosa era cambiato.
Il villaggio si era convertito alla fede di Tigur e i suoi abitanti erano diventati ferventi zeloti vivendo la nuova religione con un trasposto che superava il fanatismo. Jongick venne ferito da una freccia scagliata da aggressori sconosciuti mentre Shevraar si lasciò trasportare dal suo credo religioso, non unendosi agli abitanti ma custodendo gelosamente il suo rapporto personale con la divinità, d'altronde solo sui aveva avuto la possibilità di parlare direttamente con Tigur e solo lui era stato investito primo Paladino. Ovvio quindi che la divinità parlasse direttamente con lui, ma non con le normali parole quanto coi segni che gli lasciava. Quella foglia che cade? quel vino che dal bicchiere torna nella damigiana? Tutti segni di Tigur per lui, e solo lui poteva interpretarli.
Il gruppo decise di fuggire dal villaggio ma il libro era scomparso e la bambina rinchiusa nel tempio eretto in Suo nome mentre il culto iniziò a ruotare intorno a Masa, una giovane carpentiere di una ventina di anni dal volto segnato da una voglia adesso considerata segno divino.
Il gruppo si infiltrò nel tempio, liberò la bimbina e con essa il Libro e terminò il culto eliminando Masa. Soddisfatti dal loro agire stavano per andarsene quando Shevraar decise di averne avuto abbastanza, si trovò a discutere col gruppo sulla sacralità della sua missione e sulla loro incapacità di vedere la verità e infine prese con se il Libro e fuggì nella notte.
I tre avventurieri rimasti si allontanarono con la mambina in direzione di Sharanna.
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