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Jongick Dromer

Taverne, piazze, mercati, corti… noi bardi siamo ovunque, siamo desiderati da chiunque. O almeno, quello bravi come me.

Jongick nasce presso una compagnia circense itinerante. La madre, abbastanza famosa nel suo campo come eccellente musicista, gli trasmette le sue conosce sulla musica e le canzoni bardiche, oltre che ad utilizzare la magia che scorre in lui, retaggio dei suoi avi, da sempre bardi o stregoni. Cresciuto tra acrobati, il giovane Dromer diventa agile, complice la sua piccola stazza. Impara presto ad impugnare un coltello, cosa necessaria alla sua sopravvivenza in un mondo che, se non lo ripudia, di sicuro non lo riconosce come pari. Gli anni passati a vivere a testa bassa, per non rischiare di morire, l'esperienza della guerra contro la sua razza vissuta in giovane età e il costante razzismo espresso nei suoi confronti hanno fatto si che lo spettro delle emozioni che Jongick prova per gli umani vanno da “sospetto” a “odio” fino a “ora ti ammazzo”; il suo picco di ira si presenta contro i Chierici Umani, ritenendo assurdo come una razza che ha fatto di tutto per uccidere e sterminare le altre possa farsi portatrice di concetti come “Bene”, “Pace” e “Giustizia”. Tuttavia, grazie all'educazione impartitagli dalla madre, ha deciso di cercare di aiutare chiunque gli chieda aiuto, per dimostrare di essere diverso dagli aguzzini della sua razza: questo non vuol dire che lo faccia con piacere o volentieri. A causa di tutto ciò, si reputa affine a tutte le altre razze, anche quelle che normalmente dovrebbe odiare come i Mezzorchi.
Non ha mai conosciuto il padre, che chiamava spesso in tono dispregiativo “lo gnomo-umano”, e non è interessato a incontrarlo.
Negli anni ha sviluppato una passione per l'Alchimia, e, durante i suoi viaggi, ha cercato informazioni per la creazione della pietra filosofale, sentita per la prima volta in una delle leggende che sua madre li raccontava da piccolo.
Il suo vagabondare ha l'unico scopo di espandere le sue conoscenze e di farsi una fama come bardo, che li permetta di avere un modo per migliorare la vita a sua madre ed alla sua compagnia. Per questo, è spesso poco interessato ad accettare lavori solo per denaro, a meno che non sia per sopravvivere.
A prima vista non si direbbe, ma è devoto ad Olidammara, e spesso dona offerte nei suoi rari templi
Sai, io la musica la ho nel sangue, è un qualcosa che un umano non può capire; mia madre, la miglior gnoma scoperta da Carl Glittergold in questo lurido letamaio che chiamiamo “casa” , ha imparato a suonare l’arpa a 16 anni, e io ho preso da lei! Fino a quando ressi suonai il liuto con lei nella sua compagnia circense. Si lavorava tanto ma ne valeva la pena. Ma non potevo farlo tutta la vita. Raggiunti i 43 anni presi e partì, senza mai guardarmi indietro. Ed ora, caro mio, 37 anni dopo poso dirti che ne è valsa pienamente la pena. [Jongick “Maizitto” Dromer]
Children

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