Gorg

Ricordo il dolore, la carne che si lacera sotto i denti dell'abominio, poi il buio. Quando ho riaperto gli occhi, o almeno quando la mia vista è riapparsa tutto era senza colori, una scala di grigi all'altezza del pavimento delle fogne. Attorno a me sentivo strani versi orrorifici e lo scorrere dell'acqua. Il mio corpo era cambiato potevo percepirlo, quella cosa mi aveva mutato in un essere ripugnante. Non avevo più gli arti, strisciavo come un verme sul pavimento dissestato e cercavo il modo di raggiungere l'acqua. In quella scala di grigi vidi orrendi esseri con molteplici arti, denti aguzzi e artigli o ancora deformi o striscianti come me. Capii subito che a loro era toccata la mia stessa sorte ma forse io avevo avuto una fortuna che a loro non era toccata.

Quando mi hanno preso e portato nel sottosuolo mi hanno fatto assistere alla mia sorte. Mi hanno incatenato a un muro e messo a disposizione dell'abominio e delle sue bocche. Eravamo meno di dieci in catene e quando sono arrivato il mostro stava iniziando a banchettare con un vecchio. Una volta cibatosi di esso si mise in un angolo e dopo un paio di ore inizio l'orribile processo che mi vide protagonista subito dopo. Quella creatura immonda iniziò a vomitare un liquido nero che si sparse per terra lasciando poi spuntate un involucro da cui uscì quello che prima era il vecchio sottoforma di qualcosa che non saprei come descrivere se non come una deformità melmosa e viscida.

Quella melma aveva perso ogni cognizione di chi fosse prima e io iniziai a pregare e a volere con tutto me stesso mantenere la mia coscienza. Così dopo che il terrificante essere iniziò il suo banchetto con le mie carni e mi digerì, incredibilmente la mia coscienza rimase intatta, certo ho qualche buco di memoria, ma non ho dimenticato cosa mi hanno fatto e non ho dimenticato quello che volevo realizzare: scoprire chi si cela dietro la figura del Duca di Kanat. Continuai a strisciare verso il rumore dell'acqua e riuscì a trovarla. Mi specchiai. Come temevo ero un verme nero e bitorzoluto con due fessure piccolissime come occhi e una bocca rotonda con varie file di denti. Probabilmente ero grande quanto un polpastrello ma la mia fame era smisurata. Non ebbi il tempo di provare schifo verso me stesso che una forza invisibile mi sollevò da terra e all'improvviso mi ritrovai insieme a orrpilanti creature catapultato in un luogo aperto, vidi un essere umano o così mi parve che urlava qualcosa che non riuscii a percepire e altri umanoidi che scappavano. Io cercai di strisciare fuori quel nugulo di abomini e dopo molto tempo che non sono riuscito a contare giunsi in una foresta. Avevo fame, provai a mangiare un fungo ma non mi saziò, provai con delle fragole ma non ne sentii il sapore. Poi vidi un coniglio che dormiva nella sua tana ed ebbi l'istinto di entrargli nell'orecchio. Penetrai nel timpano e poi nel cervello della creatura. Tutto mi veniva naturale, dal mio corpo iniziai a secernere un liquido che avvolse completamente il cervello della creatura e la mia vista scomparve. Quando riapparve i miei occhi vedevano in un altro modo e iniziai a sentire una voglia incontenibile di carote e una paura atavica. Mi resi conto a quel punto di cosa ero diventato e questa volta ebbi tutto il tempo di farmi schifo. Ero un parassita. Per vivere avevo bisogno di stare dentro altri esseri viventi.

Mi dissi che un coniglio poteva andar bene per un po' e iniziai il mio viaggio. Nel frattempo che viaggiavo mi dissi che avevo bisogno di regole. Non si parassitano gli esseri umani, gli elfi, i nani. Si parassitano animali e mostri. E fu così, dopo che una volpe uccise il coniglio che entrai dentro di lei e quando un gruppo di goblin uccise la volpe strisciai nell'orecchio di quella orribile creatura e divenni Gorg, il goblin. Lasciai la tribù, trovai una maschera e un liuto e iniziai a girare per le taverne di Balar in attesa della occasione per ritornare a kanat e continuare a indagare sul duca e su tutto quello che stava succedendo.

Children

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