Veynar
Gli Elfi delle Terre Selvagge furono tra i primi a staccarsi dagli antichi clan delle Terre di Smeraldo, spingendosi oltre i confini noti verso il nord e l’ovest, oltre i Picchi Nebbiosi abitati dai nani, fino alle regioni più remote e inospitali. Lontani dal cuore della loro stirpe, abbandonarono gradualmente il culto dei Sei Astri per abbracciare una spiritualità più istintiva e terrena.
Nacque così il Culto degli Spiriti Selvaggi, un insieme di credenze sciamaniche che venerano bestie totemiche, forze primordiali e presenze invisibili che dimorano in foreste, fiumi e montagne. Per gli elfi selvaggi ogni creatura e fenomeno naturale possiede un’anima con cui entrare in comunione: le loro società si fondano su riti tribali, visioni sciamaniche e un forte legame con il territorio.
Nomadi o seminomadi, vivono in piccoli clan che si spostano seguendo le stagioni e le risorse. Sono cacciatori, raccoglitori ed esploratori instancabili, capaci di adattarsi a territori difficili e di sopravvivere dove altre stirpi non oserebbero. La loro cultura è prevalentemente orale, tramandata attraverso canti, leggende e racconti attorno al fuoco, e la loro saggezza è spesso cercata da chi desidera comprendere i misteri più antichi del mondo.
Considerati dai loro fratelli degli eretici o dei ribelli, gli Elfi delle Terre Selvagge hanno però mantenuto un ruolo essenziale nella storia della loro razza: custodi di tradizioni arcaiche, testimoni di un legame con la natura che precede perfino gli Astri.

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