Krogan
Tra i doni più temuti e venerati dello Yakuta vi è il Krogan, che gli orchi chiamano “Sangue della Montagna”. Nessun altro metallo ha avuto un’influenza così profonda sulla loro cultura, sulle guerre e persino sulla loro spiritualità.
Origine
Il Krogan si forma nelle viscere vulcaniche più antiche, dove il fuoco primordiale del mondo si intreccia con le colate basaltiche. Si presenta in cristalli irregolari dalle venature verdi e blu, simili a scaglie di malachite che brillano tra le fratture della roccia fusa. Estrarlo è sempre stato un’impresa mortale: cunicoli instabili, gas velenosi e crolli improvvisi costarono innumerevoli vite. Le cronache orali raccontano che un clan poteva perdere intere generazioni di minatori per aprire un solo filone.Proprietà
Una volta forgiato, il Krogan assume caratteristiche uniche:- Resistenza: leggero come il ferro più raffinato, ma saldo quanto l’acciaio migliore.
- Incorrottibilità: non arrugginisce né si spezza facilmente, mantenendo intatta la sua struttura anche dopo secoli.
- Memoria del fuoco: pare trattenere il calore delle profondità da cui nasce. Lame e punte di lancia forgiate in Krogan rilasciano faville incandescenti durante i colpi, come lingue di fiamma.
Usi
Il Krogan divenne presto il cuore delle legioni orchesche: spade, asce, armature e punte di lancia che brillavano di bagliori verde-petrolio seminavano terrore nei nemici. Ma l’uso non si fermò alla guerra:- Ornamenti rituali: gli orchi non indossano oro né gemme, che giudicano privi di spirito. Solo ferro e Krogan decorano i loro corpi. Bracciali, collari, pettorali e anelli in ferro, arricchiti da venature di Krogan, fungono da segni di lignaggio, trofei di vittoria e simboli di sangue versato.
- Reliquie: frammenti di Krogan sono consacrati dagli sciamani come reliquie tribali. Si crede che custodiscano la voce degli antenati caduti e che, al momento della morte, guidino il guerriero verso le sale di Korderath.
- Architettura sacra: in alcune città-arena, blocchi di Krogan grezzo venivano incastonati nelle gradinate come segni di prestigio, o sepolti sotto le fondamenta per “nutrire” l’arena stessa.



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