Karak
I Karak nacquero nell’Età Finale, quando i Din-Torrak, tra i clan più feroci e insaziabili di sangue, decisero di lasciare lo Yakuta alla ricerca di nuove sfide. Dopo aver soggiogato e distrutto molti rivali, si trovarono privi di prede degne; allora furono i Gobruun, custodi di antiche memorie, a raccontare loro dei Zereth, i “Signori dell’Aria e della Fiamma”, creature leggendarie viste un tempo dagli sciamani durante l’Era degli Dei. Non più soddisfatti delle guerre fratricide, i Din-Torrak raccolsero i loro campioni e, accompagnati da gruppi di Gobruun, salparono verso nord, attratti dal mito dei draghi.
Il loro viaggio li condusse attraverso mari tempestosi e infine in un deserto implacabile, dove il sole brucia di giorno e le notti tagliano come lame di ghiaccio. Qui fondarono i loro primi caravanserragli, città mobili fatte di tende e strutture leggere, che seguivano il ritmo delle tempeste e delle cacce. La sopravvivenza li costrinse a mutare: armi e armature in Krogan, forgiate per resistere al calore e alla sabbia, divennero il loro vanto, mentre gli sciamani imparavano a leggere i venti e a inseguire le ombre delle oasi segrete.
Nel deserto, la Signora del Sangue trovò nei Karak i suoi figli più devoti. Ogni duello, ogni caccia, ogni sacrificio veniva consacrato a lei: il sangue versato non era solo rito, ma atto di sopravvivenza, un pegno necessario per ottenere vigore e gloria. Gli ornamenti in ferro e Krogan, indossati come talismani, erano segni di lignaggio e di forza, mai di vanità. La caccia, retaggio Gobruun e marchio del deserto, divenne il cuore della loro identità: chi non cacciava, non era un vero Karak.
Agli occhi degli altri orchi, i Karak furono visti come esiliati e visionari, ma anche come i più duri e coraggiosi tra i loro simili. Portavano con sé l’eredità della caccia antica e il mito dei draghi, trasformando l’esilio in destino e il deserto in fucina. Ancora oggi, i loro cantori ricordano che il nome dei Zereth non deve rimanere leggenda: esso vive in ogni sfida estrema, in ogni creatura abbattuta, in ogni goccia di sangue versata sulla sabbia ardente.
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